PINZANO: 10° CANTIERE


Ottobre 2006

 

Pinzano 30 anni dopo

A trent'anni dal disastroso terremoto del Friuli gli Alpini di Conegliano presenti come allora

Nel pomeriggio di sabato 6 maggio 2006 a Pinzano al Tagliamento sono state commemorate, a trent'anni dalla scomparsa, le vittime del terremoto che sconvolse con violenza inaudita la terra friulana. In questa località collinare della provincia di Pordenone sorse il cantiere numero 10 ove operarono sotto l'egida dell'ANA le sezioni di Conegliano, Imperia, Pordenone, Savona, Treviso, Valdagno e Vittorio Veneto.
Pinzano ha voluto ricordare quei tragici eventi sentendosi in dovere di tributare il degno ringraziamento a quegli alpini e a quei volontari che giunsero in questi luoghi per portare la solidarietà morale e l'aiuto materiale alla ricostruzione.  Qui il sisma si fece sentire con tutta la sua violenza devastando gli edifici e soprattutto carpendo 13 vite umane. I trent'anni passati non bastano di certo a far dimenticare lo sgomento di chi c'era.  E anche chi era molto piccolo o non era nato addirittura ricerca le sensazioni di quel terribile evento per poterle idealmente collocare nella propria memoria e tramandarle ai posteri.  E' il caso di quei giovani di Pinzano che ci hanno accolto chiedendo ad alcuni dei nostri volontari di allora l'amarcord di quei sabati e domeniche passati quassù a contribuire alla rinascita del paese.
La cerimonia è stata sobria come si confà, quando si volge il ricordo a chi è andato prematuramente avanti. La sfilata per le più importanti vie cittadine porta il corteo dalla sede del Gruppo ANA di Pinzano sino al monumento ai caduti ove veniva deposta una corona d'alloro. Intanto il Tricolore era stato innalzato a mezz'asta per onorare il lutto delle due penne nere morte nell'adempimento  del dovere in Afghanistan proprio in quei giorni. Nella chiesa parrocchiale distrutta dal terremoto e poi mirabilmente ricostruita si teneva la Santa Messa a suffragio delle vittime di Pinzano e di tutto il Friuli martoriato.  Appena fuori, sul sagrato della Pieve, veniva letto il messaggio inviato in questa circostanza dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il Presidente della sezione di Pordenone Giovanni Gasparet apriva la serie di interventi ricordando i morti del sisma accomunati ai due alpini morti nella "Missione di Pace" e non dimenticava quelle illustri persone  andate avanti che qui avevano operato senza alcuna parsimonia nel ricostruire il paese.
Si susseguivano i discorsi delle autorità politiche presenti fra i quali il Sindaco Luciano De Biasio. Accanto ai cenni ed alle parole da tutti condivise e applaudite sorgeva una diatriba politica di cui i presenti avrebbero fatto volentieri a meno.  Ma si sa in questa primavera così densa di consultazioni elettorali, avvelenate da una rivalità fra le parti fin troppo accesa, era facile cadere nella polemica.  Alle ore 21,00 nove rintocchi sentenziavano i tre minuti di successivo silenzio  in cui ognuno dei convenuti  poteva ricordare nel proprio animo  il pensiero più intimo e sentito da dedicare alle vittime del sisma.  Alle 21,03 in punto altri nove rintocchi davano il via al "Silenzio" suonato dalla Filarmonica di Valeriano. Dopo questi momenti di incommensurabile commozione una gustosa cena veniva offerta ai partecipanti presso la palestra comunale.
Alla commemorazione di Pinzano  la nostra sezione era presente con il vessillo scortato dai vice presidente Bozzoli e Tuan. Presenti diversi consiglieri sezionali e parecchi ex volontari tra i quali Lino chies nel 1976 poco più che trentenne aveva già dato prova ancora prima di quel frangente quale fosse la sua disponibilità verso il bisogno.
Di questo lungo pomeriggio conserveremo indelebile lo sguardo dignitoso e riconoscente dei Pinzanesi mentre sfilavano gli alpini con i loro vessilli  e gagliardetti. Era uno sguardo muto ma in certi casi non occorrono parole.

Renzo Sossai


GRAZIE FRIULI

Ero ancora in giovane età quando il Friuli fu colpito dal terremoto. Sono passati 30 anni ormai da quella terribile sera. Sabato 6 maggio 2006, Gemona e tutti i comuni colpiti hanno voluto ricordare e ringraziare quanti si sono adoperati per il soccorso e la ricostruzione.
Con l’ormai inseparabile compagno di viaggio Giuliano Tocchet (Spin), di Gianni D’Altoè e di un altro volontario non presente fisicamente, ma il cui nome è scritto a chiare lettere sul gagliardetto del gruppo città, Olindo Battistuzzi (madajeta), e che ci osserva dal Paradiso di Cantore, ho varcato la porta carraia della caserma Goi-Pantanali. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua, anche se il calore della gente mi faceva sentire un protagonista. Era sufficiente portare un cappello alpino in testa, e passeggiando le tue orecchie percepivano «grazie di tutto alpini», invece dell’abituale «ciao».
La cerimonia è stata molto semplice e sobria in linea con le tradizioni alpine. Il nostro presidente nazionale ha sottolineato l’importanza del rimboccarsi le maniche e di lasciar perdere le diatribe: solo così si può ottenere qualcosa. Discorso che si è prolungato per l’interruzione spontanea della gente che pronunciava una sola parola «grazie». Sono stati momenti veramente emozionanti, da farmi venire la pelle d’oca; non oso immaginare quali sensazioni provassero  in quei frangenti i «protagonisti».
Da Gemona ci siamo recati a Pinzano al Tagliamento, sede del cantiere n° 10, dove ci aspettavano un nutrito numero di colleghi della sezione di Conegliano.
Due i momenti che mi sono rimasti impressi: la visita alla casermetta – quartiere generale delle operazioni e il silenzio suonato alle 21.03 davanti alla Chiesa di Pinzano.
Ringrazio i miei due compagni di viaggio e tutti gli alpini, perché grazie a loro ho potuto conoscere da vicino una pagina di storia recente. Un grazie di cuore alla gente del Friuli e anche un applauso per la splendida organizzazione

Alberto Galli