70 EURO DI INDIGNAZIONE |
Maggio 2007 |
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Internet, la nuova frontiera del nuovo millennio, importante strumento
di lavoro e di svago per milioni di persone, permette di scambiare informazioni in tempo reale da una parte all’altra
del mondo, annulla lo spazio e il tempo. Così si più riassumere in poche righe il significato di questa parola.
Giornalmente su internet si compra e si vende di tutto, in appositi siti
dove come in un’asta da mercato, a chi offre di più vengono aggiudicati oggetti di qualsiasi tipo, nulla di nuovo nulla
di strano, però a ben guardare tra tutte le cose che si possono acquistare anche per pochi euro, si trovano oggetti che
non ti aspetteresti mai di trovare e che, riscuotono molto successo, con accanita lotta per aggiudicarseli a suon di
euro.
Mai penseresti di trovare un vecchio cappello Alpino, tanto meno una
decorazione costata magari gravi ferite in tempo di guerra, invece sbalordito e indignato, scorro gli oggetti posti in
vendita, e trovo: Decorazione di un reduce dal fronte russo, come quelle che si vedono sui cappelli alpini dei nostri
reduci di cui sempre più spesso le file si assottigliano, in vendita a 70 euro… non ci posso credere 70 euro, può valere
70 euro un ricordo di anni di sofferenza in guerra e una tragica ritirata che è costata 100.000 morti e dispersi?
Si può essere così insensibili da vendere un oggetto come questo? Ahi me
sì, lo si vende e magari a chi offre di più, 70 euro possono cambiare la vita? Non credo, non sarebbe più giusto e più
sensato portare questo “ricordo” al più vicino Gruppo Alpini? Lasciarlo così in buone mani, nelle mani di chi saprebbe
dare la giusta collocazione ad una cosa così importante dal punto di vista morale, forse sì, ma manca di certo la
sensibilità delle persone che, trovano più facile mettere un annuncio su internet che fare qualche chilometro con la
macchina per arrivare ad una sede degli Alpini.
Quante storie diverse ci saranno dietro ogni oggetto, ogni decorazione,
cappello, che si scorrono in questo sito, quante facce quante storie, il nostro cappello ci accompagna dal primo giorno
di naja al giorno in cui andremo avanti nel paradiso di cantore, immagino solo cosa può aver visto uno di questi
cappelli, forse mai il proprietario avrebbe pensato che dopo la sua morte questo suo compagno di viaggio sarebbe passato
di mano, magari nella mano di qualche sconosciuto, con la sola intenzione di rivenderlo ad un prezzo ancora maggiore di
quello che ha speso per acquistarlo.
Oggi internet è questo un ottimo strumento che avvicina culture diverse,
e popoli lontani, però è anche uno strumento terribile che distrugge i ricordi e li rende pari a qualsiasi altro oggetto
che tutti i giorni possiamo trovare e acquistare in questo negozio virtuale senza confini.
Sandro Celot