36° RADUNO AL BOSCO DELLE PENNE MOZZE |
Dicembre 2007 |
Domenica 2 settembre 2007 a Cison di Valmarino, quando
ancora non si è spento l’eco della precedente edizione onorata dalla presenza
del Presidente Perona, si tiene il 36° Raduno al Bosco delle Penne Mozze.
E’ una giornata velata inizialmente da alcune nubi, poi
pian piano si schiarisce ed il sole fa risplendere ogni angolo della Valle di
San Daniele.
La partecipazione della gente alpina è come sempre numerosa
nonostante la concomitanza delle vendemmie iniziate quest’anno prima del solito.
Sono presenti, assieme ad una dozzina di fasce tricolori, tre gonfaloni
comunali, ben 24 sono i vessilli sezionali tra i quali quello della sezione
Uruguay, 123 fiamme e altri 19 tricolori di rappresentanza d’arma completano la
schiera. E’ il presidente della sezione di Pordenone Giovanni Gasparet a
proferire l’allocuzione morale. Egli con i suoi alpini è stato tra i primi ad
aderire all’iniziativa, proposta dall’ASPEM, di far compartecipare le altre
sezioni ANA al ricordo del bosco ponendo la propria targhetta sull’apposito
“albero della memoria”. In precedenza, nel saluto iniziale del presidente
dell’ASPEM Claudio Trampetti, erano state comunicate le sezioni ANA aderenti
questa’anno: Como, Sondrio, Colico e Tirano.
Onorato per il compito conferitogli Giovanni Gasparet è
affascinato da questi luoghi così belli, così ben curati e così adatti a far
meditare per non perdere il ricordo di chi cruentamente è andato avanti
sacrificandosi per un possibile mondo migliore. "Tutto ciò non sarebbe completo
– dice testualmente – se non continuassimo a portare le scolaresche quassù”:
sono riflessioni sacrosante, condivise da tutti.
La cerimonia prosegue con la Santa Messa officiata da
monsignor Agostino Balliana che con parole semplici ma allo stesso tempo cariche
di calore, nella sua breve omelia, riscalda i cuori ed invita a guardare avanti
come sicuramente avrà fatto già in passato, quando da cappellano militare alpino
incoraggiava qualche giovane recluta in difficoltà.
Il presidente della Sezione di Vittorio Veneto Dino Salamon
legge la “Preghiera dei caduti” ed il già presidente della Sezione di Conegliano
Paolo Gai proferisce la “Preghiera dell’Alpino” mentre il coro ANA di Vittorio
Veneto intona le cante alpine a noi care, in special modo quella composta in
onore delle Penne Mozze.
Terminata la funzione religiosa si predispone il rancio
senza eccessivi brusii nel rispetto di questo luogo eletto a mantenere viva la
memoria. Si trascorrono alcune ore nell’armonia e nella spensieratezza che a noi
alpini è consona e senza accorgersene arriva il momento del ritorno a casa.
Renzo Sossai
Natale non è come a settembre. Al Bosco delle Penne Mozze si va alla vigilia
di Natale per una cerimonia semplice, ma carica di significato. Si va personalmente, lì a fianco di quei morti, nel silenzio del Bosco delle Penne Mozze, per stare un po’ con loro, per ricordarci di quel grande sacrificio che è la perdita della vita.
La cerimonia che precede il Natale di ogni anno lassù al Bosco è un momento di raccoglimento.
“Quest’anno non siamo riusciti a trovare un prete …ma non importa” – ha detto il Presidente Trampetti.
Sì perché non è di un prete che i nostri morti hanno bisogno (magari anche di un prete se lo si trova).
Hanno bisogno di noi, della nostra presenza che è garanzia di testimonianza di valori. Hanno bisogno che si dica che il loro sacrificio non è stato invano, non fosse altro che per lo spirito con cui questo sacrificio si è compiuto. Il Bosco parla con la voce di quei morti, ascoltiamola.
(a.m.)