SI VA SULL'ORTIGARA |
Giugno 2008 |
Domenica 13 luglio 2008 prossimo c’è il Pellegrinaggio Nazionale all’Ortigara. Per favorire la partecipazione degli alpini della Sezione di Conegliano, proponiamo in questo numero di Fiamme Verdi un resoconto di Renzo Sossai della manifestazione del 2007, che per motivi di spazio non è mai stato pubblicato, auspicando che induca ad una partecipazione massiccia e sentita da parte degli alpini della Sezione. (a.m.)
Domenica 8 luglio 2007 si è tenuto l’annuale pellegrinaggio sul Monte Ortigara.
La splendida assolata giornata, ha favorito l’afflusso della
gente alpina che non scorda ciò che successe in questi luoghi novant’anni fa.
Esiste ancora quello spirito alpino che spinge ad alzarsi, nelle prime ore del
giorno, per affrontare il non agevole tragitto. Quest’anno almeno un migliaio di
persone sono salite lassù per partecipare alla funzione alle ore 8.15, officiata
come sempre, da Don Rino Massella che ininterrottamente da 26 anni è il
celebrante.
Era il 1981, quando su proposta dei Consiglieri Nazionali
Chies e Innocente, il Presidente Bertagnolli decise che era doveroso onorare la
sommità di questo monte, ove già da qualche decennio era stata eretta la
"Colonna Mozza" simbolo delle trentamila persone che sacrificarono la propria
giovane vita combattendo nei due schieramenti avversi.
La cerimonia che si svolge in quota, è quanto mai scarna e nello stesso tempo
sentita in maniera straordinaria e questa volta in memoria dei novant’anni dagli
episodi più cruenti, è stato cantato dai presenti il "tapum", il celebre e
struggente ritornello della guerra sull’Ortigara. Onorato il Sacello Austriaco dai tricolori
alpini, con in testa il Labaro e dalla delegazione Austriaca siamo ridiscesi al
Monte Lozze ove alcune migliaia di persone aspettavano l’inizio dell’altra
celebrazione. Questo tragitto l’abbiamo fatto assieme a Don Rino, aiutandolo a
portare il pesante zaino con i paramenti sacri. Abbiamo avuto la possibilità di
conoscere più confidenzialmente questo alpino, diventato dopo il congedo
"Pastore di Anime", e di apprezzarne ulteriormente l’umanità e l’ironia.
Davanti al Sacrario, oltre ad un Picchetto Armato al seguito
del Generale Primiceri vice comandante delle Truppe Alpine, almeno una ventina
di vessilli, assieme a quasi 200 gagliardetti facevano da contorno al Labaro
Nazionale. Oltre al vessillo la Sezione di Conegliano era rappresentata dalle
Fiamme dei Gruppi Città e Santa Lucia. Per il Gruppo Città c’era la famiglia
alpina Cais con il capostipite Antonino, il fratello Alberto, il figlio Renato
ed il nipote Lorenzo.
Per Santa Lucia oltre a chi scrive e al figlio Marco,
l’"Alfiere sezionale di giornata" Simone Sanson e Pierluigi Meneghin.
Non poteva mancare ovviamente
Lino Chies, che lassù ha da molto tempo lasciato una parte del suo cuore. Li
ho citati tutti perché si sta presto a farlo e perché ho la presunzione di
pensare che ad un appuntamento come il "Pellegrinaggio sull’Ortigara", noi della
Sezione di Conegliano dovremmo essere ben più numerosi. Il Vice Presidente
Vicario dell’ANA Ivano Gentili ha tenuto l’orazione ufficiale. Visibilmente
emozionato ha detto testualmente: "Troppo forti sono i sentimenti che provo da
molti anni mentre salgo verso questo monte. L’Ortigara è la sorella più grande
di tutte le montagne degli alpini. Essa rappresenta per tutte il sacrificio. Qui
è nata l’Associazione Alpini, perché qui c’è il cuore di tutte le battaglie. Qui
dei ragazzi sono improvvisamente diventati adulti perché queste pietre ora
intrise dal nostro sudore, furono bagnate del loro sangue".
Durante la Santa Messa Don Rino ha esordito ricordando "il
sacrificio degli alpini della 52° Divisione e dei Fanti della Brigata Regina,
non dimenticando gli austriaci, allora avversari, ma fratelli nella sventura. I
nostri caduti ci aspettano con gioia così numerosi, ma per salire fin qui
bisogna essere in pace con Dio, altrimenti
non è amore vero".
Poi nell’omelia ha ricordato: "Qui sul Monte Lozze, novant’anni fa, i cappellani
militari celebravano la Santa Messa pregando per i morti, soccorrendo e
consolando quegli sventurati ragazzi feriti o morenti. Qui poco dopo la guerra è
sorto questo Sacrario per non dimenticare, anche quei duemila dispersi di cui
non si sono ritrovati i poveri resti. Dal 1981 alla Colonna Mozza a quota
Ortigara c’è una ulteriore celebrazione diventata negli anni sempre più
profonda. Vogliamo ricordare sempre i nostri caduti di tutte le armi, di tutti i
luoghi di guerra. I nostri caduti ci vogliono ricordare che ogni episodio di
guerra e di terrorismo, sono e saranno sempre e solo, una sconfitta. Noi
cristiani abbiamo l’obbligo di portare la fede ed il messaggio divino. Dobbiamo
essere missionari ed invece spesso abbiamo paura e deleghiamo agli altri questo
compito. Proviamo a vivere diversamente da come viviamo. Il cristiano deve amare
tutti".
La lettura della Preghiera dell’Alpino, mentre in sottofondo il Coro ANA Quinto
Valpantena (VI) eseguiva mirabilmente "Signore delle cime", ha chiuso la
cerimonia. Piace pensare che se il nostro corpo è tornato a valle, una parte
della nostra anima sia rimasta lassù assieme a loro.
Renzo Sossai