In ricordo dei Martiri Cecoslovacchi |
Settembre 2008 |
La targa di Casa Montone |
Nel pomeriggio di mercoledì 25 giugno un gruppo di ufficiali in congedo, un picchetto armato in divise d’epoca e una
folta delegazione della scuola militare della Repubblica Ceca di Moravska Trcbova, hanno affiancato la rappresentanza
dell’Amministrazione comunale di Susegana, guidata dal vicesindaco Vincenza Scarpa, nella commemorazione dei 10
legionari cecoslovacchi fucilati il 14 giugno del 1918 a Casa Montone, dove gli Austro-Ungheresi avevano insediato il
loro comando. Ai soldati venne impartito l’ordine di scavarsi la fossa prima dell’esecuzione.
La delegazione ceca era composta da 20 allievi (tra cui 5 ragazze, 7 ufficiali, 2 istruttori e un cappellano militare)
della scuola militare della Repubblica Ceca di Moravska Trcbova. Anche la città di Conegliano ha dato il benvenuto agli
allievi della scuola militare di Moravska Trcbova, che in occasione del novantesimo anniversario della Battaglia del
Solstizio (15-21 giugno 1918), sono venuti in visita ai luoghi del medio e basso Piave, dove combatterono i legionari
cecoslovacchi.
Una cerimonia in memoria dei Caduti si è tenuta proprio in via Martiri Cecoslovacchi, dove sul muro di cinta dell’ex
caserma una lapide ricorda il sacrificio dei soldati della Cecoslovacchia.
La storia (correva l'anno 1917).
La legione cescoslovacca, formata da fuoriusciti, disertori, ex prigionieri fatti precedentemente dagli italiani, prese
parte alla battaglia del Solstizio con un organico di 325 ufficiali e 12.383 soldati integrata da 164 ufficiali e 1.270
soldati italiani.
Era aggregata al Corpo d’Armata del generale Grazioli assieme ad una divisione di Arditi nella IV Armata comandata dal
generale Montuori.
Alla vigilia della grande offensiva austriaca, che doveva cambiare il corso della guerra, un plotone di legionari si era
spinto in perlustrazione sul greto e sugli isolotti del Piave tra il Montello e Falzè.
Rientrati sulla riva destra del fiume si erano poi sparsi per trascorrere la notte quando, sorpresi dal poderoso fuoco
dell’artiglieria nemica, furono costretti a cercare rifugio in caverne e anfratti di fortuna.
25 legionari caddero a Collalto, gli altri 15 furono imprigionati nella Caserma Vittorio Emanuele II a Conegliano dove
vennero subito processati per alto tradimento e a loro venne inflitta la pena capitale con esecuzione immediata e
pubblica.
In caserma non c’era abbastanza corda e quindi i condannati vennero fucilati.
Quattro soldati, dopo la fucilazione, vennero appesi agli alberi del viale Monticella usando le cinghie dei calzoni.
Al petto portavano un cartello “Cechi traditori della patria” riportate nelle sei lingue parlate dall’impero austro
ungarico.
Vi rimasero appesi per 4 giorni per poi essere deposti nella fossa comune scavata presso le stalle della caserma.
A Conegliano una lapide e l’istituzione di una via ricordano il triste evento e commemorano i caduti cecoslovacchi.
La lapide ha avuto una vicenda anch’essa dolorosa. Murata nel giugno del 1918 a “memoria dei giovani martiri
cecoslovacchi” vene distrutta nel 1943 ad opera dei tedeschi. Il 17 novembre 1991 la lapide è stata ripristinata in una
cerimonia ufficiale alla presenza del console cecoslovacco a Venezia, Milan Sebik.