Bassano 2008 e una nuova battaglia Adunata 2008 a Bassano: un miracolo organizzativo, bravi tutti. Da Conegliano, passato il Piave, un tripudio di
tricolori, non solo sulla viabilità principale, edifici pubblici, privati, fabbriche: striscioni e bandierine tricolori
ovunque, uno spettacolo.
Partecipo all’adunata da 23 anni, molte cose sono cambiate.
Nei nostri accampamenti la presenza
dei reduci (per ovvi motivi) è una rarità, la presenza di questi veci creava un clima di rispetto e soggezione che forse
dava anche una misura al far festa, i canti che ora pochi conoscono e pochissimi cantano, davano un clima più alpino
alla festa.
Dopo anni di lotta ai trabiccoli, per molto tempo fatta con poca convinzione (si diceva che i trabiccoli
sono un mezzo di aggregazione per i giovani, ed in parte era vero) secondo me ha cominciato a dare risultati.
Che dite
di cominciare un’altra battaglia? Né io né gli amici con cui vivo queste manifestazioni ci siamo mai fatti mancare un
buon bicchiere di vino, anche più del necessario a soddisfare la sete, lungi da me fare il moralizzatore, ma certi
eccessi danno sempre più fastidio, persone ubriache (non solo alpini) oltre ogni decenza, che insozzano, disturbano,
dando l’immagine peggiore di questa festa nata con ben altro spirito.
Il fenomeno non è certamente nuovo ma forse si è
allargato.
La mia proposta è semplice, tanto per cominciare: a quei signori, che vengono recuperati dai mezzi di
soccorso in evidente alterazione alcolica o coma etilico, dopo aver fatto quanto previsto a ridargli dignità umana,
perché non mandare il conto a casa? La sanità pubblica ci chiede di partecipare alla spesa (ticket) ogniqualvolta
dobbiamo fare esami, visite, ecc: perché chi si procura il male volontariamente deve essere curato gratis?
Michele Corbanese |
Basta un gesto… Basta un gesto con la mano per capire chi sei, cosa vuoi, dove vai, ma…Carissimo direttore, in
primis devo fare i miei complimenti a te e a tutta la redazione per la conduzione del nostro periodico Fiamme Verdi
sempre più ricco in tutti i suoi contenuti.
Ti scrivo perché con molto piacere nel numero di dicembre 2007 e gennaio
2008, ho letto, a pag. 18, una storia che può capitare a tutti, molto divertente e reale; tanto che mia moglie,
leggendola, mi disse: “…ma voi Alpini siete tutti della stessa razza!!”.
Ma, quel che mi ha colpito è la foto a pag. 19:
guardando bene questa foto, quel brindisi, ha qualcosa di speciale… …e lo sa bene anche il mio e nostro amico degli
Alpini di Sernaglia, Giorgio Sonzogni, oltre a qualcun altro della sezione (ciao Bepo!!)…
In questo gesto c’è qualcosa
in più dell’alzare il bicchiere e fare “cin cin!”; se osservi bene (sicuro che già lo saprai), l’indice della mano sul
bicchiere, rimane alto e ritto…cosa sarà mai quel gesto?
Presto detto! Alcuni anni fa, durante una festa alpina,
abbiamo, diciamo così, brindato casualmente in quel modo, e visto che a noi faceva piacere, continuammo a brindare in
questo modo in tutte le feste Alpine, alle adunate, sempre, con tutti…
Io penso che, se non siamo stati i primi,
sicuramente siamo stati degli eccellenti divulgatori di questo gesto.
Hai mai visto, in qualche foto dei nostri
quotidiani, come brinda l’alpino Gentilini?
Ma torniamo al gesto…un gesto che evidentemente suscita un senso profondo di
amicizia, che ti augura una buona salute, e tutto quel che è l’essere alpino.
Orsù caro direttore, facciamo un brindisi
calice in mano, indice ritto, basta un gesto con la mano per capire chi sei, cosa vuoi, dove vai… Oh alpin me
raccomando!! Sempre alta la penna!! Cin cin!e viva i alpin! Salute!!
Roberto Casagrande
Gruppo Sernaglia della Battaglia |
Uno spettacolo di solidarietà Egregio Direttore, volevo ringraziare personalmente Lei e tutto il comitato di redazione
di "Fiamme Verdi" per la copertina e il risvolto di copertina del mese di dicembre 2007 dedicati interamente al grande
gesto della Colletta Alimentare. Gesto che, ogni anno di più vede gli alpini della Sezione di Conegliano forza
trainante, spettacolo di solidarietà che ormai sta pienamente coinvolgendo anche le altre Sezioni della nostra
provincia.
Grazie ancora a tutti gli iscritti e un augurio sincero di buon lavoro al neo Presidente eletto Battista
Bozzoli.
Gianpiero Pegoraro
Resp. Prov. Fond. Banco Alimentare |
La Julia cerca fotografie La Brigata Alpina “Julia” per il 60° di costituzione ha in
progetto la stampa di un libro commemorativo.
L’ufficio Pubblica Informazione ha però difficoltà a reperire foto inerenti l’attività della Julia nel periodo
compreso fra il 15 ottobre 1949 (giorno di costituzione della Brigata) e gli anni 1970/75; mentre la raccolta di
fotografie dalla fine degli anni ‘70 ai giorni nostri non dovrebbe costituire un problema. Invitiamo quindi
tutti gli alpini che abbiano delle fotografie a inviarle al seguente indirizzo: Comando Brigata Alpina “Julia” –
Caserma Di Prampero - via S. Agostino,8 – 33100 Udine oppure a rivolgersi al Col. Claudio Linda (tel. 0432- 584006) o al Ten. Col.
Gianfranco Spagnolo (tel. 0432-584007, fax 0432-502522) – email: segr@bjulia.esercito.difesa.it
La Brigata garantisce che tutto il materiale inviato verrà restituito al legittimo proprietario. |
Non un “semplice” Dvd Egregio direttore, carissimo
Antonio, ieri sera ho visto il dvd “Era una notte che pioveva” e se l'avessi fatto prima di scrivere il pezzo per il
Gazzettino, certamente avrei scritto un articolo diverso.
Sì perché a mio parere non è un “semplice” dvd con canti
alpini ambientati nei luoghi della Prima Guerra Mondiale, è un vero e proprio documentario storico che racconta la
storia degli alpini e frammenti della Grande Guerra che ha segnato il nostro territorio.
Ti dico queste cose perché, a
ragion veduta, penso che la presentazione dell'altro giorno in conferenza stampa sia stata riduttiva rispetto ai
contenuti e al valore del dvd.
Un lavoro che potrebbe essere presentato nelle scuole, a scopo didattico. A mio figlio
(che ha quasi 6 anni e fa l'ultimo anno dell'asilo) è piaciuto molto, non l'ha annoiato, era interessato e attento.
Al
di là della passione che mio figlio ha per gli alpini vista la tradizione di famiglia (oltre a mio marito, anche mio
papà è un alpino e lo era anche mio nonno), il dvd è fatto in modo comprensibile e il generale Cauteruccio racconta
molto bene.
Detto questo, spero di avere modo magari di scrivere un altro articolo con una recensione che renda giustizia
all'ottimo lavoro di chi ha realizzato (sotto ogni profilo) il cofanetto. Ciao e buon lavoro.
Elisa |
Mulo amarcord
Su segnalazione di Bruno Danieli (Gruppo Susegana), Alfiere Sezionale, riportiamo di seguito l’articolo di
Margherita d'Amico apparso di recente sul Corriere della Sera.
Nove puledri venduti a pochi istanti dalla nascita e una
lista di prenotazioni per quelli in arrivo: parliamo di muli.
Quasi scomparso, dismesso persino dall'Esercito, il
docile, resistente, frugale incrocio fra cavalla e asino, al centro di un progetto della Facoltà di Veterinaria
dell'Università di Perugia, torna alla ribalta.
Otto trottatrici multipare, ovvero già madri, nel 2005 e 2006 sono state
fecondate artificialmente con il seme refrigerato di Demetrio di Figno, stallone asino amiatino.
Da allora si sono
concluse con successo nove gravidanze, altre stanno giungendo a termine, a dispetto dell'incidenza di aborti stimata,
per questi ibridi a loro volta sterili, al 40%.
I piccoli sono stati subito acquistati da associazioni, aziende
agricole, pro-loco, per parchi, agriturismi, passeggiate equestri.
“Il mulo è un eccezionale soggetto da lavoro e da
sella. Meno esuberante del cavallo, ancor più robusto dell'asino e adatto a percorrere piste impervie - spiega Franco Moriconi,
preside della Facoltà - L'iniziativa forma veterinari su un animale altrimenti dimenticato e contribuisce a
salvare fattrici trotter, che troppo spesso finiscono la carriera al macello”.
Negli Usa intanto una crescente passione per il “mule” ha prodotto rassegne di modello, albi genealogici, raduni
sportivi.
Tutti pazzi per gli antichi compagni delle nostre Truppe Alpine, cui furono affiancati nel 1872.
In parecchi, nel 1991, si dolsero dell'abolizione dell'incarico 21/a: “conducente di mulo”.
Ma nella recente ora del bisogno, quando gli Alpini paracadutisti hanno affrontato l'ostile e montuoso
Afghanistan, il più duro fra i quadrupedi è tornato a portare la penna nera. |