VIA MARTIRI CECOSLOVACCHI |
Dicembre 2008 |
(da Conegliano Informa)
Il picchetto d’onore italiano del 1° FOD di
Vittorio Veneto schierato di fronte ai 20 allievi della scuola militare della Repubblica Ceca di Moravska Trcbova: un
unione simbolica per rendere onore ai caduti cecoslovacchi della prima guerra mondiale.
Il 25 giugno, in via Martiri Cecoslovacchi, si è tenuta la cerimonia organizzata dal Comune di Conegliano in
concomitanza con la visita in città dei 20 allievi (40 in tutto i militari e tra loro anche
7 ufficiali, 2 istruttori e il cappellano militare della scuola militare di Moravska
Trcbova) e in collaborazione con il signor Eugenio Bucciol, che ha curato i contatti con la Repubblica Ceca.
La cerimonia è stata molto partecipata, presenti molti appartenenti alla Consulta delle Associazioni Combattentistiche e
d’Arma di Conegliano, all’UNUCI di Conegliano, all’Associazione Alpini Sezione di Conegliano, oltre ottanta giovani dei
Grest del Collegio Immacolata e della parrocchia Madonna delle Grazie, una rappresentanza della scuola media Grava con
il professor Giovani Bravin e anche tanti semplici cittadini venuti per commemorare i tristi fatti del giugno 1918,
quando 15 soldati cecoslovacchi vennero fucilati dagli austriaci proprio a Conegliano.
Dopo la deposizione di una corona d’alloro da parte del sindaco e dell’autorità militari della Repubblica Ceca,
Monsignor Massimo Magagnin ed il cappellano militare hanno benedetto la lapide e recitato una preghiera in onore ai
caduti. Il Signor Eugenio Bucciol ha dato lettura dei nomi dei militari caduti.
Il sindaco Alberto Maniero, nel suo saluto, ha voluto ricordare che “la lapide è stata posta il 17 novembre 1991 in una
cerimonia ufficiale alla presenza del console cecoslovacco a Venezia, Milan Sebik, del sindaco Flavio Silvestrin e
dell’allora vescovo della diocesi, Eugenio Ravignani, con una buona partecipazione sia della cittadinanza sia delle
scuole cittadine. L’istituzione della denominazione di via Martiri Cecoslovacchi, tra via XXIV Maggio e viale Friuli,
avvenne con votazione unanime del Consiglio Comunale cittadino riunitosi nella seduta del 21 ottobre 1968, sotto la
presidenza del sindaco Mario Salvador”.
Di seguito gli interventi di saluto del vice-presidente della Provincia di Treviso, Floriano Zambon, e dell’autorità
militare della Repubblica Ceca Col. Zdenek Machacek.
La storia (correva l’anno 1918)
La legione cecoslovacca, formata da fuoriusciti, disertori, ex prigionieri fatti precedentemente dagli italiani, prese
parte alla battaglia del Solstizio con un organico di 325 ufficiali e 12.383 soldati integrata da 164 ufficiali e 1.270
soldati italiani. Era aggregata al Corpo d’Armata del generale Grazioli assieme ad una divisione di Arditi nella IV
Armata comandata dal generale Montuori.
Alla vigilia della grande offensiva austriaca che doveva cambiare il corso della guerra, un plotone di legionari si era
spinto in perlustrazione sul greto e sugli isolotti del Piave tra il Montello e Falzè. Rientrati sulla riva destra del
fiume si erano poi sparsi per trascorrere la notte quando, sorpresi dal poderoso fuoco dell’artiglieria nemica, furono
costretti a cercare rifugio in caverne e anfratti di fortuna. 25 legionari dei 42 partiti caddero a Collalto, gli altri
15 furono imprigionati nella caserma Vittorio Emanuele Il a Conegliano. Vennero subito processati per alto tradimento e
a loro venne inflitta la pena capitale con esecuzione immediata e pubblica. In caserma non c’era abbastanza corda e
quindi i condannati vennero fucilati. Diversa sorte per gli ultimi quattro che, dopo la fucilazione, vennero appesi agli
alberi del viale Monticella usando le cinghie dei calzoni. Al petto portavano un cartello “Cechi traditori della patria”
riportate nelle sei lingue parlate nell’impero austro ungarico. Vi rimasero appesi per 4 giorni per poi essere deposti
nella fossa comune scavata presso le stalle della caserma. Una testimonianza oculare, come
affermano gli storici Azzalini e Visentin rifacendosi alla pubblicazione “Inediti della Grande Guerra” di
Corni-Buccio-Schwarz, sostiene
che nel 1921 la fossa venne ritrovata e le salme traslate, come quelle di tutti i cecoslovacchi giustiziati in altri
luoghi, nel cimitero di Praga.