ORTIGARA |
Marzo 2010 |
12 luglio 2009
Ad Asiago per commemorare la nascita dell'ANA, ai piedi dell'Ortigara, dove tanti alpini sono morti. La sfilata dal centro di Asiago al sacrario del Leiten con uno stuolo di Vessilli sezionali ed una moltitudine di gagliardetti ad accompagnare il Labaro nazionale scortato dal Presidente Corrado Perona.
Non poteva essere diverso l’ambito in cui celebrare i novant’anni dell’ANA. Doveva essere Asiago ed il suo comprensorio, ai piedi del Monte Ortigara, “il cimitero degli alpini” a commemorare la nascita della nostra associazione sorta a ricordare chi non è tornato, nata perché non venissero cancellate le sofferenze di chi partecipò all’immane tragedia della Grande Guerra. Finita la breve euforia dei giorni della vittoria, buona parte dei reduci delle varie specialità del Regio Esercito che avevano combattuto per oltre quaranta mesi nelle situazioni più indigenti, si trovarono una volta tornati alla vita civile, alla più desolante realtà. Avevano perso casa, lavoro e gli stessi affetti familiari falcidiati dalla guerra e dalla febbre spagnola. Nonostante il sacrificio fatto venivano regolarmente derisi e brutalmente vilipesi anche quelli malconci e mutilati, da quella frangia di imboscati, dagli anti militaristi e soprattutto dai filo bolscevichi che in quel tempo, sull’esempio della rivoluzione russa, proliferavano in tutta Europa. L’insoddisfazione ed il senso di smarrimento originati dall’ingratitudine provata sulla propria pelle erano tali da far sentire il desiderio di riunirsi, di ritrovare quella solidale amicizia mata in trincea o dentro gli scavi delle montagne. Inizialmente questa nuova entità sembrava dovesse diventare una succursale del già esistente CAI con gli ufficiali superiori a dettar legge. Fu il cap. Arturo Andreoletti, valoroso comandante della 206^ cp. del Btg. Val Cordevole che invitato il 12 giugno 1919 presso la sede del CAI di Via Silvio Pellico a Milano dal Ten. Col. Felice Pizzigalli del 5° Rgt. Alpini a tracciare con interventi di illuminata lungimiranza il progetto della nascitura Associazione Nazionale Alpini. Egli voleva costituire una vera grande famiglia fra tutti quelli che erano appartenuti alle truppe alpine e a quelli che in seguito vi avrebbero fatto parte. Doveva essere perciò un organismo aperto ed autonomo, pronto ad accogliere ogni penna nera. Il pieno consenso ricevuto dai presenti, autorizzò la formazione di una commissione presieduta dallo stesso Andreoletti che stilò un testo statutario da discutere l’8 luglio 1919 data ufficiale della fondazione dell’ANA. Fra i punti fondamentali e costitutivi vi era soprattutto “…l’esclusione da ogni scopo politico, l’obbligo morale di tener vivo lo spirito di corpo e di conservare le tradizioni e le caratteristiche degli alpini, cementare i vincoli di fratellanza fra gli stessi di qualsiasi grado e condizione, raccogliere ed illustrare i fasti e le glorie del corpo, promuovere e favorire i migliori rapporti con associazioni civili che hanno in comune lo studio ed il culto della montagna …”. Nello stesso 1919 sorsero molte altre associazioni d’arma analoghe a quella degli alpini perché il desiderio di riunirsi era comune fra i tanti reduci. La prima adunata alpina chiamata allora convegno-congresso si svolse nel settembre del 1920 proprio sull’Ortigara. Sono dunque questi luoghi in cui l’ANA identifica la sua origine e qui più che in altri luoghi si possono trovare le motivazioni per andare avanti.
Renzo Sossai
Il giorno prima ad Asiago