COL DI LANA, LA MEMORIA


Dicembre 2010

Come sempre tantissima gente sul Col di Lana, nella prima domenica d’Agosto.

Si celebra una funzione religiosa all’aperto, nel punto in cui una mina italiana fece cadere la guarnigione austriaca che presidiava la cima.

Partecipano, nei loro costumi caratteristici, gli eredi di quelle truppe territoriali austriache che sono oggi valligiani italiani. L’esercito italiano e quello austriaco non mancano mai e i picchetti in armi garantiscono l’aspetto militare della cerimonia.

Le istituzioni sono presenti in massa con sindaci, consiglieri comunali e provinciali, ma ciò che stupisce è la gente comune e i tanti alpini che salgono per perpetuare la memoria dei tanti giovani che si fronteggiavano con grande valore e rispetto reciproco.

Al momento dell’elevazione mi è parso di vedere le cime famose, che circondano il Col di Lana, inchinarsi riverenti a quell’ostia bianca sollevata a spianare la rugosità del dolore e degli affetti spezzati.

Nessuno dei combattenti di allora è in vita, ma le sofferenze che provarono sono le stesse che patiremmo noi, perché i sentimenti profondi non cambiano con gli anni. Animi dilaniati dal silenzio e dal vuoto hanno pianto i tanti Caduti del Col di Lana. A tutti loro e a tutti i Caduti senza gradi e senza divisa si è rivolto Don Lorenzo, creando un’atmosfera mistica che rendeva palpabile l’emozione dei presenti.

E’ uno dei grandi luoghi della memoria, dove ci si sente piccoli piccoli, ma forse un po’ orgogliosi di essere Alpini.

Toni Daminato

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