BASOVIZZA |
Marzo 2010 |
10 febbraio 2010. Bora, neve e freddo. Neppure tutto questo ha
ostacolato lo svolgersi della cerimonia, alla foiba di Basovizza, su nel Carso triestino. Indetta dal Comune di Trieste,
con la presenza del Labaro nazionale dell’ANA, con il Presidente nazionale Corrado Perona, dei labari delle associazioni
combattentistiche e d’Arma, dei nostri vessilli e gagliardetti,
associazioni degli esuli fiumani e dalmati, delle scuole. Presente il Prefetto di Trieste e la Presidente della
Provincia.
Dopo l’entrata dei gonfaloni, l’alzabandiera e gli Onori ai
Caduti. Il Vescovo di Trieste mons. Crepaldi ha celebrato la S. Messa. E’ stata, quindi, letta la “Preghiera degli
infoibati” redatta molti anni orsono da Mons. Antonio Santin.
''Oggi non è una di quelle occasioni in cui si debbono dire cose nuove, oggi semplicemente è il giorno nel quale si
dice e si ricorda la verità”- ha detto il sindaco Roberto Dipiazza -
affinché quanto accaduto non accada mai più. "Una
verità che per decenni è sopravissuta attraverso le testimonianze dirette di chi ha provato sulla propria pelle il
dolore dell'esodo dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. La stessa verità che invece per troppo tempo è stata
rappresentata dalle pagine bianche dei libri di storia, che hanno formato generazioni di italiani ignoranti su ciò che
accadde nel dopoguerra al confine orientale. Dobbiamo rafforzare la memoria collettiva e con essa quello della
verità storica, non per odiare o cercare inaccettabili vendette, quanto e soprattutto per non dimenticare. Solo dalla
lezione impartita dalla storia - ha concluso - si può infatti costruire un futuro di pace e di libertà".
“Le vittime di ogni atrocità non devono essere dimenticate'': ha dichiarato Edouard Ballaman, presidente
del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia ''Le nuove generazioni devono conoscere quanto e' successo e devono
anche saper guardare avanti per costruire un futuro migliore''.
Ma chi erano le vittime delle foibe?
Italiani di ogni estrazione: civili, militari, carabinieri,
finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria, fascisti e antifascisti, membri del Comitato di liberazione
nazionale. Furono infoibati anche tedeschi e sloveni. Nessuno sa quante furono le vittime delle foibe. Secondo lo
studioso triestino Raoul Pupo, "il numero degli infoibati può essere calcolato tra i 4 mila e i 5 mila.
A scortare il vessillo della sezione di Conegliano il presidente
G.Battista Bozzoli e il vicario Giuseppe Benedetti, mentre Nino Geronazzo provvedeva alla scorta del Labaro nazionale.
Presenti anche i gagliardetti di San Fior, Codognè, Vazzola e Conegliano Città.
Claudio Lorenzet