MADONNA DEL DON


Dicembre 2010

LA COMMEMORAZIONE DELLA “MADONNA DEL DON” A MESTRE

Domenica 10 ottobre si è tenuta a Mestre l’annuale commemorazione della “Madonna del Don”. La pluriventennale cerimonia  è stata intristita quest’anno dall’efferata strage di sabato 9 ove quattro alpini del 7° Rgt operanti nella missione di pace in Afghanistan sono stati uccisi in un’imboscata nei pressi del distretto di Gulistan nella provincia di Herat. Le quattro vittime tutte col grado di caporalmaggiore si chiamavano Marco Pedone, Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville.  Due loro colleghi sono rimasti feriti: Michele Miccoli lievemente e Luca Cornacchia in maniera più grave. In un clima surreale, nella centralissima Piazza Ferretto illuminata dal sole, si è alzato il tricolore per poi farlo scendere a mezz’asta in segno di lutto., Dopo aver scandito i loro nomi e aver loro dedicato un minuto di raccoglimento, uno scrosciante applauso è stato devoluto da parte dei convenuti.

Le parole del Capogruppo di Mestre e consigliere nazionale Franco Munarini si sono indirizzate oltre che al saluto di benvenuto ai presenti , ad un breve accenno alla tragedia.
E’ stato rivendicato lo spirito di queste missioni di pace e il compito di questi militari impegnati ad aiutare la popolazione afgana con la costruzione di opere e strutture per la loro sussistenza. Al di là di ogni parere personale e di ogni concetto esistenziale non deve mancare il rispetto a suffragio di chi ha risposto presente alla chiamata della Patria ed è caduto indossando la divisa.

Almeno 1200 penne nere sono sfilate lungo le principali strade cittadine fino alla chiesa in Via Cappuccina ove è conservata l’icona della “Madonna del Don”: Erano presenti una quindicina di vessilli sezionali e circa 150 fiamme. Quest’anno ad offrire l’olio votivo sono state le sezioni di Brescia, Salò e Vallecamonica giunte in buon numero a Mestre.  Nelle stesse parole del padre celebrante la Santa Messa non sono mancate le analogie fra alpini di ieri e di oggi: stessi valori ed inalterato scopo d’esistenza. In poche ore nella terraferma veneziana si sono vissuti attimi di profonda e commossa alpinità, testimoniata dalla compostezza di chi ha voluto partecipare a quest’evento e si è sentito vicino veramente ai caduti di ieri e a quelli di oggi.
Oltre al vessillo sezionale hanno presenziato le fiamme di Codognè e Colfosco.

Renzo Sossai