44° ANNIVERSARIO DEI CADUTI DI CIMA VALLONA


Dicembre 2011

TESTIMONIANZA E RICORDO A CIMA VALLONA

Nel 44° Anniversario della strage dove caddero l'Alpino Armando Piva, il Capitano dei Carabinieri Francesco Gentile, il Sottotenente dei Paracadutisti Mario Di Lecce e il Sergente dei Paracadutisti Olivio Dordi, il 26 giugno 2011, la Sezione si è stratta intorno ai martiri caduti per un vile attentato terroristico.

L’alba sorge quando in auto percorriamo l’autostrada che conduce alle nostre amate Dolomiti.
Chi guida è Nino Geronazzo il nostro Consigliere Nazionale, che nei pressi di Longarone non riesce a dimenticare quell’ottobre 1963 e la tragedia immane del Vajont. Nino era studente a Belluno, di quei tempi fu testimone indiretto delle devastanti circostanze che portarono via anche a lui alcune persone care. Più avanti mentre Nino rievocava altri aneddoti fortunatamente più felici, delle mille e più scarpinate fatte con le sue batterie, il sole pigro cominciava a far filtrare qualche timido raggio fra le nuvole del cielo.
Ci viene dato modo così di scorgere i maestosi e suggestivi paesaggi della vallata del Cadore e i lussureggianti del Comelico. Siamo i primi a giungere nei pressi della Cappella Tamai a Sega Digon a quota 1200 metri. Durante l’ultima parte del tragitto si sono accodati intanto, il Past President Antonio Daminato e l’ex Vice Luciano Giordan. Assieme inganniamo l’attesa con un panino mentre tutto è avvolto nel silenzio dei boschi che fanno da contorno a questi splendidi luoghi.
Finalmente sopraggiunte le autorità locali politico-amministrative e le massime rappresentanze delle Associazioni d’Arma, saliamo lungo la strada che porta a Forcella Cima Vallona a quota 2532 metri ove il 25 giugno 1967 un vile duplice attentato dilaniò a morte 4 servitori della patria e ne ferì gravemente ed indelebilmente un altro. Abbiamo la fortuna di poter approfittare dei mezzi delle varie protezioni civili e così arriviamo a circa 2000 metri, altitudine massima per i fuoristrada. Cominciamo il cammino faticoso scorgendo panorami meravigliosi nonostante l’uggiosità della mattinata ed odorando il profumo di semplici e spontanei fiori, proprio per questo ancora più belli.
Giunti nei pressi della sommità intravediamo le croci poste a dimora ove caddero i nostri sventurati soldati. Una pioggerella sottile ci bagna mentre al sacello si celebra una piccola cerimonia un po’ informale ma veramente sentita. Alle 8.30 l’alzabandiera e l’onore ai caduti sono l’ovvio prologo del Sindaco di San Nicolò Comelico Giancarlo Janese e a quelle del Presidente Sezionale ANA Cadore Antonio Cason. Vengono lette in sequenza le preghiere del Carabiniere, del Finanziere, del Paracadutista e dell’Alpino. Vari gagliardetti della sezione Cadore assieme al loro Vessillo Sezionale e al nostro di Conegliano partecipano assieme ai gonfaloni locali.
Siamo una sessantina circa non un gran numero ma in ogni volto spesso rigato dalle lacrime traspare la sensazione di essere in comunicazione con le anime dell’Alpino Armando Piva, del Capitano dei Carabinieri Francesco Gentile, del S. Ten. dei paracadutisti Mario di Lecce e del Sergente dei paracadutisti Olivio Dordi. Tra i presenti non può mancare la sorella di Armando Piva, Gabriella che è qui assieme ad alcuni famigliari.
Ritorniamo a valle ove alle 10.30 c’è la cerimonia ufficiale presso la Cappella Tamai a Sega Digon. Una moltitudine di tricolori sono schierati di fronte ai vari picchetti militari sul prato. Salutiamo il nostro presidente Giovanni Battista Bozzoli che ha voluto essere presente a questo incontro. Incontriamo molti altri nostri associati. Partecipa in massa con il proprio gagliardetto il Gruppo Maset. Dopo l’alzabandiera e la deposizione delle corone d’alloro in onore ai caduti si susseguono molti, forse troppi discorsi. Tra gli altri spicca per sintesi e contenuti attuali e non retorici, l’allocuzione del nostro caro Nino Geronazzo. Vi è poi la Santa Messa officiata dal Generale Cappellano Militare Mons. Sandro Capraro.
Il sole intanto è diventato padrone della scena, rilucendo il contesto con mirabili sfumature dorate. La Cerimonia è terminata e a noi più di questa ultima parte più pomposa e ufficiale, rimane nel cuore quella mezz’oretta scarsa trascorsa lassù in quel paradiso terrestre diventato 44 anni fa martirio di giovani vite.
La giornata finisce in gloria perché assieme a Nino, ad Antonio e Luciano, e Marco siamo ospiti assieme ad alcuni altri alpini del generoso e squisito pranzo preparato dalla cara signora Sala moglie del mitico Carlo, presso il loro chalet di Padola.

Renzo Sossai


Sul luogo della strage


Geronazzo, Giordan, Sossai e Daminato


Il saluto delle auorità







La cerimonia nella Cappella di Tamai