FUTURO ASSOCIATIVO |
Dicembre 2011 |
Conegliano, 2 settembre 2011, Sala Venturin, I lavori sono iniziati alle 18,30 con il saluto del'apertura da parte del Consigliere nazionale Nino Geronazzo cui ha fatto seguito quello del Presidente della Sezione di Conegliano Giovanni Battista Bozzoli. Ecco un'ampia sintesi dei lavori che Fiamme Verdi presenta nella convinzione che le problematiche sollevate debbano essere oggetto di dibattito in Sezione e nei Gruppi.
Parlare del futuro associativo degli Alpini. Questo il motivo sostanziale della conferenza che il Presidente ANA Corrado Perona, ha voluto indire nella serata di venerdì 2 settembre a Conegliano. Presso l’auditorium parrocchiale Madonna di Lourdes sono convenuti oltre 150 rappresentanti delle sezioni ANA di Conegliano e Vittorio Veneto.
In un clima disteso, il Presidente Perona ha voluto ringraziare prima di tutto i presenti per l’attenzione accordatagli e poi ha incominciato a sviscerare con estrema lucidità l’argomento. Esso è il punto fondamentale dell’eredità lasciata a Corrado Perona, dal precedente presidente Giuseppe Parazzini che visse nei sei anni della sua presidenza il passaggio Epocale e per noi tristissimo, della fine della leva obbligatoria e dell’avvento dei volontari di truppa. Epilogo sconcertante per l’ANA che ha perso così il suo “serbatoio naturale” per la continuità ad alto livello della nostra entità, oltreché per la comunità stessa che non riceverà più da quell’anno di naja un’esperienza formativa per le nuove generazioni.
“Per fortuna”, ha riconosciuto il Presidente Perona, “abbiamo avuto negli ultimi anni dei grandi comandanti delle Truppe Alpine a cominciare dal Generale Bruno Job che si è impegnato strenuamente nel tentativo di sdoganare dalla mente dei volontari il freddo concetto di professionismo e di inserire lo spirito di corpo prettamente alpino”. E’ quello spirito, aggiungiamo noi che da in armi o in congedo ci ha fatto conoscere in Italia e nel mondo e che fa dire alle popolazioni soccorse ed aiutate “voi siete diversi”. Non solo il Generale Job, anche i successori hanno capito quale importanza abbia un forte legame fra truppe alpine ed ana.
Attualmente con il Generale Primicerj possiamo dire d’aver raggiunto la massima condivisione di idee. Tutto ciò ha portato prima con cifre più esigue e poi con numeri più consistenti, nuovi iscrizioni in seno alla nostra associazione. Gli alpini in armi sono diventati nel corso degli anni “soldati umanitari”, seguendo un po’ la linea dell’ANA che resta e resterà un’associazione d’arma che opera nel sociale, valorizzando così la sua natura. Bisogna recuperare i cosiddetti “soci dormienti” per annoverarli nella nostra associazione e piano piano, inserirli nei quadri della stessa. Questi potenziali associati sono molti e per qualcuno di essi è facile aderire. Altri invece sono più riottosi, non a caso, se finora non si sono iscritti.
Dobbiamo aver la pazienza di insistere perché la proiezione futura è ineluttabilmente difficile, con il calo di associati alpini ed progressivo aumento degli aggregati sino a diventare fra una decina d’anni quasi un terzo dell’intera associazione. Saranno i gruppi, che per Perona “sono il nucleo fondamentale dell’ANA” a contenere come già hanno fatto questa emorragia, attualmente all’1% annuo. La nostra associazione ha voluto distinguere appositamente i comunemente detti amici degli alpini, in soci aggregati semplici ed aggregati aiutanti. Questo perché all’interno dei gruppi e delle sezioni, ben diverso è il ruolo di chi è solamente iscritto per ricevere le riviste alpine o per partecipare a pranzi e gite, rispetto a chi opera a fianco dei soci alpini condividendo fatica ed impegno.
La consegna del berretto, ai divenuti soci aggregati aiutanti, è un attestato devoluto a loro per gratificarli per ciò che fanno. Il berretto non è comunque il cappello alpino. Sono iniziative che vanno a favore del concetto che per il futuro dell’associazione non si debba trascurare nulla, tanto meno chi offre genuinamente aiuto e disponibilità. Per continuare ad essere il punto di riferimento delle nostre comunità e rimanere esempio positivo producendo attività benefica, il Presidente Perona dice testualmente “occorre modificarsi per non cambiare e perdere i propri valori”. Significa aprire, ma non a tutto e a tutti. Bisogna trovare un modo per preservare i nostri ideali e possibilmente tramandarli.
Il Presidente Perona, ha voluto far capire il senso di questo lungo estenuante giro che lo ha portato e lo porterà a tenere incontri del tipo con ogni sezione dell’ANA. Dice testualmente “Non doveva passare tutto ciò solo per l’assemblea nazionale doveva essere richiesto il vostro pensiero”. E di pensieri e di idee ne sono già stati raccolti molti e molti ancora giungeranno in sede a Milano.
Dopo un lunga disamina è iniziato il dibattito a cui il Presidente si è sottoposto più che volentieri. Sono stati espressi, da parte di chi intervenuto, opinioni interessanti e degne di riflessione. Il contradditorio si è arenato purtroppo poi sulla cosiddetta “mini naja” ovvero il pianeta difesa ideato dal ministero e non certo dall’ANA. Insistere e ripetere fino alla noia, parole su un’iniziativa che l’ANA ha dovuto accettare non mi sembra proprio il massimo. Dovremmo a nostro modesto avviso vedere i lati positivi di questa iniziativa, cogliere l’entusiasmo fresco e genuino di quei giovani che hanno vissuto questa esperienza, breve ma concentrata, con addestramenti ed escursioni che magari qualcuno di noi non ha fatto in un anno intero. Lo stato ha dato a questi giovani il cappello alpino, l’ANA con il regolamento attuale non può tesserarli alpini. Se all’adunata, ove sfilano impropriamente ben più di qualcuno, offriamo loro una passerella non mi sembra la fine del mondo. Quello che è importante per l’alpinità seguire i buoni maestri quelli che parlano poco e fanno tanto, quelli che non hanno bisogno di luci e lustrini perché gli altri sanno già da se ciò che loro hanno fatto.
Renzo Sossai
Il Consigliere nazionale Nino Geronazzo
ll Presidente nazionale Corrado Perona