LETTERA DAL FRONTE |
Dicembre 2011 |
Caro Direttore, sono Piero Masutti Capogruppo del gruppo Città sezione di
Conegliano, ti trasmetto un compito di una giovane alunna di terza media, Da Ros
Francesca, figlia di una socia alpina, che mi e' sembrato particolarmente
profondo e significativo.
Il tema così recita: ”Immagina di essere un soldato
Italiano che sta combattendo la Prima Guerra Mondiale e scrivi una lettera dal
fronte ad un famigliare per raccontare la terribile esperienza della vita in
trincea e far comprendere l'assurdità' della guerra”.
GORIZIA 16-02-1911
“Cara madre, caro padre, vi scrivo questa lettera, forse
l'ultima, non avete idea di cosa ho fatto per procurarmi questo pezzo di carta
straccia ed un pennino con dell'inchiostro, non so se è davvero china.
Qui piove da tre giorni, c'è fango ovunque e la fossa in cui siamo relegati è
sporca e lurida.
Di fianco a me c'é un uomo di nome Francesco, è stato ferito
da un proiettile, quando era un uomo vero, non ricoperto di sangue e ferito
dentro dall'umiliazione dell'essere qui, mi ha raccontato di avere una figlia ed
una moglie.
Lo aspettavano a casa, sugli Appennini Toscani: non lo abbracceranno
più.
Ma è meglio essere in trincea che li fuori...
Vi sono truppe sotto il
fuoco nemico: i piani alti dicono che devono avanzare.
Con 15° sotto zero
rischiamo di morire congelati di ciò però in Patria non se ne parla: i soldati
stanno bene, dicono!
Ieri senza preavviso per il volere di un Generale, che non
abbiamo mai visto, ci hanno mandato alla sbaraglio contro il fronte nemico.
Siamo balzati fuori tutti insieme, eravamo a cinquecento metri dalle prime
trincee tedesche.
Il rombo degli spari era infernale, un proiettile è scoppiato
a pochi passi da me, mi ha ammaccato l'elmetto, ma sono ancora vivo.
Molti non
ci sono più.
Noi soldati siamo mandati al macello, buttati come bestie e gettati
come spazzatura.
Noi che siamo condannati in una guerra che non è la nostra ma
quella dei potenti.... non sappiamo neppure perché siamo qui a patire la fame e
il freddo.
Tutti, pure gli ufficiali, scoppiano e si sciolgono in lacrime
davanti alla vanità degli sforzi.
Non abbiamo il coraggio di ribellarci, perché
saremo torturati e fucilati, etichettati come dissidenti: preferisco morire in
campo, per esservi ricordato come eroe e servitore della Nazione.
Madre chiedo a
voi di pregare per me, perché questa guerra finisca.
Affido a Dio il mio grido
di dolore, perché metta la parola conclusione alla mia sofferenza.
Non fate
leggere questa lettera ad estranei, sto rischiando un processo per tradimento
per avervi scritto queste poche parole.
Spero voi stiate bene.
Addio, il vostro
Giuseppe”.
Ti chiederai, caro Direttore, perché ho voluto trasmetterti questo tema, semplicemente per ricordare quanto sensibili siano i giovani di fronte alla vita vissuta dai soldati e per confermare quanto sia importante trasmettere a loro i veri valori della vita e che il sacrificio di molti giovani pur atroce non è stato fatto invano e se oggi noi godiamo di questa democrazia dobbiamo ricordarci di Loro e celebrarli nelle ricorrenze per "NON DIMENTICARE".
Pietro Masutti
Caro Piero, nel ringraziarti per aver portato su Fiamme Verdi questo bel
contributo di una ragazzina di terza media su temi quali il sacrificio, il
dovere, l'amor di Patria, al di là di quello della guerra, mi trovo pienamente
d'accordo con te sulla necessità di trasmettere valori veri alle giovani
generazioni.
Sono d'accordo con te anche sul fatto che non è esatto dire che i giovani non
sono sensibili a questi valori. Il tema di Francesca ne è la riprova.
E' vero invece che i giovani sono più facilmente influenzabili dalle mode, da
modelli di vita e dai sogni venduti a buon mercato, che tutti i giorni li
assediano attraverso la televisione, internet e gli altri mezzi di
comunicazione.
Quella di cui stiamo parlando, quella sulla comunicazione di valori, è,
comunque, una battaglia ad armi impari, ma non sempre le battaglie le vince chi
è meglio armato. Noi continuiamo a pro-muovere le cose in cui crediamo, convinti
come siamo che l'Italia, la nostra Patria, abbia bisogno anche dell'esempio, dei
valori, della fede e del coraggio dei tanti soldati che hanno sacrificato la
loro vita in tempo di guerra.
(a.m.)