NIKOLAJEWKA


Maggio 2011

NIKOLAJEWKA 68 anni fa, Brescia ricorda

Sabato 29 gennaio si è tenuta a Brescia la commemorazione della battaglia di Nikolajewka.
Ricordare questo importante avvenimento che permise ai reparti dell’ARMIR di uscire sessantotto anni fa dall’accerchiamento russo, significa rivisitare il dramma della tragica spedizione italiana in terra di Russia.
Emergono oltre all’assodata assurdità della guerra, la disorganizzazione e l’impreparazione italiana per poter competere con l’avversario di allora, la scellerata e criminale decisione di mandare allo sbaraglio la nostra migliore gioventù, la sofferenza immane e inenarrabile di chi dovette per forza essere protagonista di tale evento. Ma risalta anche l’umanità dei nostri soldati nei confronti della popolazione, ricambiata nei momenti più estremi e difficili, la solidarietà e lo spirito di sopravvivenza che spinse questi martoriati individui ad aprirsi un varco per tornare a “baita”. La forza della disperazione contro il preponderante e prorompente impeto nemico per una volta ha vinto. E’ per questo che si devono ricordare i fatti della storia, per non dimenticare il sacrificio di quegli uomini carpiti alla vita e per esaltare, in tanta efferata violenza, la presenza dei valori di umanità e speranza.
In questo clemente pomeriggio d’inverno la cerimonia si è svolta come già da molti anni a Compiano presso il piazzale antistante l’Istituto per miodistrofici “Nikolajewka” costruito e sostenuto dagli alpini delle sezioni bresciane. La presenza di vessilli e gagliardetti è stata come sempre notevole, più di venti i primi e qualche centinaio i secondi. Moltissime le autorità politiche e sociali presenti con i gonfaloni della città e della provincia di Brescia e di altri comuni limitrofi. Non mancava una rappresentanza di ufficiali russi che già da diversi anni partecipano a questo evento mentre per gli alpini in armi presenziava il Gen. di divisione Gianfranco Rossi che ha portato il saluto delle truppe alpine.
Soprattutto c’erano i reduci del fronte russo, una dozzina in tutto, che ovviamente anno dopo anno, per ragioni anagrafiche si assottigliano ma che sono ancora in grado di portare l’insegnamento e la filosofia di vita forgiato dalla durezza dell’esperienza vissuta. E proprio uno di essi, Guido Vettorazzo, ufficiale della 114^ Compagnia Btg. Tolmezzo, 8° Rgt., Div. Julia, ha proferito l’allocuzione morale. Quest’ultimo, che in una precedente commemorazione ebbi il modo di conoscere e di apprezzarne la spiccata simpatia e signorilità è legato a Conegliano e alla nostra Sezione da un filo doppio. E’ il fratello del Generale dei carabinieri Vittorio Vettorazzo, nostro grande amico ed è stato durante la campagna di Russia alle dirette dipendenze dell’allora tenente Piero Maset.
Nelle parole di Guido Vettorazzo, solo un po’ di malinconica emozione è emersa nel contesto così talmente lucido e così coinvolgente. E’ stata una vera lezione di storia amaramente vissuta senza enfasi e retorica.
L’intervento del Presidente Perona che ha letto un pensiero del Beato Don Gnocchi alla ricorrenza a Casatenovo nel 1955, ha concluso la commemorazione di Compiano. Più tardi a Brescia i convenuti si sono ritrovati presso la stupenda e tragicamente nota Piazza della Loggia ove nel Salone Vanvitelliano il reduce Carlo Vicentini si è soffermato su ciò che subirono i prigionieri catturati dai russi.
Il corteo, in ordine, è sfilato fino a Piazza Paolo VI per la Santa Messa in Duomo Nuovo officiata dal Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari. Nella sua omelia il prelato ha sottolineato come gli alpini siano riusciti a sviscerare da tanta sofferenza sentimenti di fraternità e solidarietà umana.
La giornata si è conclusa a Lograto presso la sede del gruppo gemellato dal 2000 con le penne nere santalucesi. Come sempre i nostri amici bresciani hanno preparato una gustosa cena servitaci in un ambiente conviviale ricco di allegria che ha contagiato anche il caro Nino Geronazzo illustre ospite della serata.

Renzo Sossai


Il C.N. Geronazzo a scorta del Labaro