ALFREDO BATTISTELLA


Settembre 2012

L'ESEMPIO DI ALFREDO BATTISTELLA

Tra i ricordi della mia esperienza nell’ANA, mi è rimasta impressa quella prima domenica di marzo del 1989, quando nell’auditorium di Casa Fenzi a Conegliano, si tenne l’annuale assemblea sezionale.
Era la prima manifestazione ufficiale a cui partecipavo da neo segretario del gruppo. Rimasi favorevolmente sorpreso dal contesto e dai personaggi di spicco presenti. Pur conoscendo queste persone a malapena, riuscii a scorgerne le due anime, legatissime tra loro, che componevano la struttura di comando della sezione. Da una parte gli autorevoli e carismatici oratori tra cui lo stesso Presidente Vallomy, dall’altra uno stuolo variegato di non meno grandi personalità poco ciarliere e più pragmatiche. Una di queste era il compianto Commendator Alfredo Battistella che conobbi di persona proprio alcuni minuti prima dell’inizio dell’assemblea.
Era arrivato con la sua rombante Alfetta. Neppure sceso dall’auto fu subito attorniato da molti delegati che vollero salutarlo con l’affetto e la cordialità più genuina. A tutti Egli riservò il consueto sorriso aperto e una forte stretta di mano per poi dirigersi verso l’ingresso dell’auditorium. Ad accompagnare i suoi passi gli ammirati commenti sottovoce di chi lo avrebbe voluto in futuro presidente della nostra Sezione.
Il comm. Battistella non era più giovanissimo, anzi era più vicino agli ottanta che ai settanta. Fisicamente dimostrava meno anni della sua età, ma soprattutto aveva uno spirito sprizzante di gioventù e freschezza da vero ottimista. Nei due anni successivi lo rividi ancora a qualche evento ufficiale. Poi venni a sapere dal mio capogruppo che si era gravemente ammalato. Infine, con grande mestizia, mi giunse la notizia che il comm. Alfredo Battistella era “andato avanti” il 2 giugno 1992.
Nelle scorrere di questi venti anni, spesso mi tornò in mente la figura di quest’uomo. Non avendo potuto conoscerlo più a fondo nella sua esperienza di vita terrena, cercai le sue tracce nei dialoghi con chi lo aveva frequentato assiduamente e leggendo gli scritti rimasti a delinearne la persona.
Un grande uomo, un grande alpino.

L’uomo
Alfredo Battistella nacque a Pieve di Soligo il 5 Luglio 1911.
Madre natura gli donò l’ingegno e la manualità per essere un artista nell’ambito della falegnameria. Non lesinò alcun sacrificio ed alcun sforzo per diventare dal nulla un leader in discusso fra i mobilieri. Negli anni in cui fu al timone della sua azienda diede lavoro a diverse centinaia di persone. Il suo esempio illuminato diventò sprone per altri imprenditori del settore. Ne trasse beneficio tutto il Quartier del Piave che così risorse dalle ceneri e dalle macerie della seconda guerra mondiale.
Insignito del titolo di Commendatore al merito della Repubblica Italiana per essere veramente un grande pievigino degno di essere ricordato in eterno.

L’alpino
Espletò gli obblighi di leva nel Btg. Pieve di Cadore del 7° Rgt. Alpini. Venne richiamato nello stesso ambito per essere poi temporaneamente congedato con il grado di caporalmaggiore. Nel 1940, quando l’Italia entrò nel secondo conflitto mondiale, Alfredo Battistella si trovava in Libia per lavoro. Per il suo talento di falegname fu militarizzato con il grado di sergente del Genio Ferrovieri. Si distinse in questo frangente per aver brevettato un nuovo finestrino per le carrozze militari. Furono mesi difficili in cui tutti i giorni rischiò la vita sotto i continui bombardamenti inglesi. Ottemperato il suo dovere in terra africana Alfredo ritornò in Patria indossando nuovamente la divisa di alpino in Cadore.
Nel tragico 8 settembre 1943 riuscì a ritornare incolume nella sua amata Pieve di Soligo.
Nel 1953 si iscrisse alla Sezione ANA di Conegliano.
Nel 1963 ricostituì, assieme ad altri benemeriti, il Gruppo di Pieve di Soligo, diventandone qualche anno dopo il Capogruppo. Contemporaneamente fu eletto nel consiglio sezionale.
Gli anni in cui Alfredo Battistella guidò gli alpini pievigini furono contraddistinti dalle grandi feste sul Col de Fer, la tenuta di sua proprietà. In quel luogo fece erigere un cappello alpino dalle dimensioni gigantesche, assurto a simbolo della benefica sovranità della nostra associazione sulla natura e sugli uomini di buona volontà. Promosse la costituzione di un coro alpino chiamato esso stesso “Col de Fer”.
Fu un periodo insomma di grande crescita sia nelle adesioni che nel bagaglio etico morale del risorto Gruppo ANA di Pieve di Soligo. Merito del capogruppo e di tutti quelli che credettero nel suo carisma e nelle sue capacità.
Nel 1979 abbandonò la carica di capogruppo e di consigliere sezionale venendo nominato presidente dei revisori dei conti. Come per il suo gruppo a cui aveva dato una nuova sede, anche per la sezione dimostrò sensibile generosità donando l’arredamento completo della segreteria e biblioteca, una stufa per scaldarsi nelle fredde serate invernali. Soprattutto prestò l’anticipo assieme a Corrado Boscarato di buona parte della somma di denaro (senza volere alcun interesse) che servì per acquistare la nostra meravigliosa sede sezionale di Via Beccaruzzi.
Infine l’ultima chicca: nel 1983 venne costruito il sacello in onore della Madonna posto ai piedi del campanile del Duomo pievigino. Fu per la volontà e la generosità di Alfredo Battistella che ciò avvenne. La dedica a perenne memoria recita così: “A tutti gli alpini caduti in tutte le guerre che con il loro sacrificio hanno additato alle generazioni future gli eterni valori di umana civiltà, di libertà, contribuendo alla conquista ed al consolidamento del progresso civile e sociale, affinché la Madre di Dio e degli uomini vigili perché il loro olocausto non sia stato vano”.
Ebbe l’onore meritatamente tributatogli di scortare il vessillo sezionale alla adunata di Trieste del 1984. Il suo spirito vive ancora fra di noi in senso morale ed anche pratico perché il figlio Mario sponsorizza da quasi vent’anni il torneo di bocce sezionale intitolato al suo papà che tanto amava questo sport semplice e popolare.

Cronaca di domenica 3 Giugno
All’indomani del 20° anniversario della dipartita si è tenuta nella sua Pieve di Soligo la commemorazione del Comm. Alfredo Battistella. Vi ha partecipato un buon numero di alpini. Erano presenti oltre alle fiamme dei gruppi della Sezione di Conegliano, i gagliardetti di Rivoli Veronese, di Lorenzago e degli artiglieri del Gruppo Santa Barbara di Feltre oltre ad altre bandiere. La pioggia, scesa al momento dell’ammassamento, non ha turbato l’evento cominciato con il rituale alzabandiera e l’onore ai Caduti per poi proseguire in corteo alla Santa Messa officiata in Duomo da Mons. Nadal.
In precedenza una folta delegazione aveva portato, assieme ai famigliari del commendatore, un omaggio floreale alla sua ultima dimora terrena. Nell’omelia il celebrante ha ricordato l’opera di quest’uomo nei vari ambiti della sua vita terrena.
Dopo la funzione religiosa, nei pressi del sacello dedicato alla Madonna, da lui donato alla comunità pievigina, ci sono state le allocuzioni ufficiali. Brevissima quella del presidente sezionale Benedetti che ha intelligentemente lasciato la parola al presidente emerito Bozzoli che di Alfredo Battistella è stato, in ambito sezionale, collega e collaboratore nonché grande amico.
Sono giunte parole da una voce commossa, esse hanno fatto rigare di pianto i volti di molti presenti. Aneddoti significativi di un uomo che gli alpini del mandamento coneglianese non dimenticheranno. Il Sindaco di Pieve di Soligo Dott. Sforza lo ha ricordato come un concittadino esemplare. Ad arricchire i contenuti della giornata la presenza dei presidenti emeriti Paolo Gai e Antonio Daminato, del Maggiore Dino Grendene, primo capogruppo della ricostruzione e munifico benefattore, del capitano Nicola Stefani, speaker nazionale.
Un gustoso pranzo con il sublime spiedo al centro della nostra attenzione gastronomica è stato il degno epilogo, come del resto lo avrebbe voluto il Comm. Alfredo Battistella. Dobbiamo applaudire gli alpini di Pieve con il capogruppo Cav. Giuseppe Collodet in primis, per aver voluto organizzare questo ricordo come già avevano fatto dieci anni fa, perché c’è bisogno in questo tempo di ritrovare quegli esempi di coraggio e generosità.

Renzo Sossai