CORAZZATA ROMA |
Settembre 2012 |
La corazzata Roma fu varata il 9 giugno 1940. Questa nave faceva parte di una
classe di quattro unità, comprendenti Vittorio Veneto, Littorio e Impero ma
quest'ultima non fu mai terminata. Erano super-Dreadnought che sviluppavano una
velocità di ben 30 nodi. Il calibro dei cannoni da 381mm era uguale a quello
delle Richelieu francesi e delle Bismarck tedesche. La corazza di muratura aveva
lo spessore di mm 350, il ponte di coperta mm 36-45 e quello di protezione mm
100-162. Vittorio Veneto e Littorio presero parte a varie azioni senza subire
gravi danni; per clausole del Trattato di pace furono assegnate a Gran Bretagna
e Stati Uniti che ne imposero la demolizione, la Roma fu affondata.
L'armistizio firmato il 3 settembre 1943 non fu divulgato e l'8 settembre gli
Anglo-americani decisero di annunciare unilateralmente la resa dell'Italia. Si
scatenò l'inferno sull'intera nazione sconfitta, dilaniata dall'invasione
distruttiva delle forze di occupazione germaniche e dalla guerra civile
fratricida. Ma la pagina gloriosa della corazzata Roma fu la "prima luce" per
squarciare il velo di oscurità caduto sull'Italia fin dal 1938 con le famigerate
leggi razziali.
Il sacrificio della Regia Nave Roma fu primo estremo tentativo di massa di tutti
gli Italiani (nel caos totale delle nostre forze armate) di arginare l'abisso
della Storia e di salvare la Patria. Nel tratto di mare della Sardegna compreso
tra l'estremità settentrionale dell'Asinara e le Bocche di Bonifacio, al largo
di Castelsardo ,alle ore 15:59 del 9 settembre 1943, dopo soli 12 minuti
dall'inizio dell'attacco, si compì il tragico destino della corazzata Roma.
Venne affondata dagli aerei tedeschi mentre navigava scortata dal gruppo navale
salpato da La Spezia. Morirono 1393 marinai tra cui 2 ammiragli e 86 ufficiali
d'equipaggio, i superstiti furono 620. Innumerevoli gli episodi di abnegazione
per salvare i compagni feriti o gravemente ustionati.
La Roma fu attaccata da 15 bombardieri tedeschi, con un nuovo tipo di
bomba-razzo "intelligenti" radiocomandate FX-1400 sganciate da grande altezza.
Insieme alla corazzata ammiraglia, colarono a picco i due cacciatorpediniere Da
Noli e Vivaldi .La sua agonia fu documentata con una serie di foto scattate
dall'incrociatore Attilio Regolo. L'affondamento della Roma non fu solo un
deliberato atto di vendetta dei tedeschi per il presunto "tradimento italiano",
ma la conseguenza di un piano per salvare lo Stato e la monarchia sabauda
elaborato dallo Stato Maggiore della Marina e rimasto segreto per anni.
Il pomeriggio dell'8 settembre 1943 la radio dà la notizia dell'armistizio tra
Italia e le Nazioni alleate. A bordo delle navi italiane di base a La Spezia c'è
fermento, molti vorrebbero continuare a combattere anche se la prospettiva di
farla finita con la scellerata guerra a fianco dei nazisti "traditori" della
Russia, è allettante. Il comandante di squadra, l'Ammiraglio Bergamini ed i suoi
ufficiali sono indignati: hanno ricevuto l'ordine di portare tutta la flotta
italiana in un porto alleato .Un ordine che non vorrebbero eseguire perché
contrario al loro senso dell'onore.
Alle ore 3 del 9 settembre la Grande Squadra navale salpa dalla base, ma
l'ammiraglio dà ordine di non dirigere verso gli anglo-americani. Naviga per
dodici ore e nel golfo di Bonifacio è attaccata da aerei tedeschi, fino al
giorno prima alleati dell'Italia, con bombe radiocomandate nuovissime, vere
antesignane delle moderne armi "intelligenti"!(predator) usate in vari teatri
operativi. Due ordigni colpiscono in pieno la corazzata Roma, la nave più bella
mai posseduta dall'Italia, che esplode generando una colonna di fumo alta 1.500
metri, simile al fungo di una bomba nucleare, ed affonda con i suoi 1.393
uomini. Marinai italiani dimenticati dalla cultura, dal cinema e dalla memoria
per lunghi anni.
Il relitto della Roma viene scoperto a 1200 metri di profondità in un fondale
fangoso il 4 luglio 2012 dopo 69 anni.
Il relitto della corazzata Roma con le sue 46mila tonnellate di ferro ovviamente
resterà lì dov’è, quale sacrario dei nostri marinai caduti per la Patria pochi
giorni prima del fatti di Cefalonia. Il mare è il luogo migliore dove i nostri
eroi possano riposare. Una nave affondata è lo scrigno della gloria.
Simone Algeo
1943 La Spezia - la corazzata Roma
Ai caduti del mare, Gaspare Romano, sopravvissuto della corazzata Roma, scrisse questa poesia: | |
Eroi senza nomeTu che passi da Via G. Pullino |
Ammiraglio Carlo Bergamini |