NIKOLAJEWKA |
Settembre 2012 |
Nel pomeriggio di sabato 28 gennaio si è tenuta a Brescia la solenne
cerimonia in ricordo della battaglia di Nikolajewka. Come sempre è stata
imponente la presenza delle penne nere bresciane e delle rappresentanze delle
varie sezioni ANA che si sono radunate a Mompiano nella prima periferia di
Brescia. L’ì c’è la bella sede della Sezione ANA di Brescia e dal 1964 la scuola
per disabili intitolata a “Nikolajewka”.
Hanno partecipato, assieme al labaro nazionale, quasi una trentina di vessilli
sezionali e più di 150 fiamme dei Gruppi. Oltre alle massime autorità civili e
militari, erano presenti un generale ed un colonnello russi assieme al neo vice
comandante delle TTAA, il Gen. D. Fausto Macor.
Per l’ANA nazionale è intervenuto il vice presidente vicario Sebastiano Favero
affiancato da un buon numero di consiglieri.
Mentre assistivo defilato alla commemorazione i miei occhi non si sono distolti
dall’osservare sulla mia sinistra i reduci del fronte russo. In quest’occasione
sono stati presenti in otto, mentre solo qualche anno fa erano alcune decine le
persone sedutesi in quelle stesse seggiole. Anche a Solighetto, sei giorni
prima, in un ambito ovviamente più piccolo non vi era alcun reduce. E’ il segno
di un’epoca che sta finendo, del tempo che passa inesorabile. Del resto questi
stessi “vecchi ragazzi” sono tutti dai novant’anni in su. E se pensiamo a quali
privazioni si sono dovuti assoggettare per poter “tornare a baita” sono convinto
che dall’Alto ci sia stata la volontà di dar loro lunga vita affinché potessero
essere testimoni di quei tristi giorni ed esempio per la ricostruzione. Ad uno
di essi, Ugo Balzari, del 5° Rgt. Btg. Edolo classe 1922, è toccato portare il
proprio indelebile ricordo. Fra i vari momenti ricordati con ordine e dignità ha
colpito l’esperienza avuta assieme al Beato Don Gnocchi che anche in quei
terribili momenti, assistendo i feriti e i moribondi, predicava rispetto e amore
per i caduti russi. Ci mancheranno, fra qualche anno, questi ricordi estrapolati
con fatica perché ai reduci il ricordare significa riaprire vecchie ferite.
Lo sa bene anche il generale di divisione Fausto Macor che con un filo di
commozione ha svelato ai presenti quanto mai lui e la sua famiglia siano vicini
a queste vicende. Il suo nome, Fausto, è quello di un suo zio da parte di madre,
rimasto nel suolo di Russia.
Ha concluso la cerimonia a Mompiano l’intervento forte e deciso, da vero alpino,
del vice presidente vicario Sebastiano Favero. Più tardi, in città, l’onore ai
caduti nella splendida e tristemente famosa Piazza della Loggia ha fatto da
preludio alla sfilata sino al Duomo Nuovo in Piazza Paolo VI. Nella splendida
cattedrale il vicario generale diocesano Monsignor Gianfranco Mascher ha
concelebrato la Santa Messa con alcuni cappellani militari. La sezione di
Conegliano ha partecipato con una ventina di associati, il vessillo e le fiamme
di Gaiarine e Santa Lucia di Piave.
La giornata è terminata a Lograto (Bs) dai “gemelli” degli alpini santalucesi
con lauta cena, generoso vino e soprattutto semplice e vera “alpinità”.
Renzo Sossai