Basta commenti politici su Facebook |
2013 |
L’intervento del Presidente Nazionale Sebastiano Favero, alla presentazione dei due libri all’ex Convento di San Francesco, è stata occasione per puntualizzare il suo pensiero su alcuni comportamenti pubblici tenuti da alpini sui social network e più in generale su internet.
Con la circolare 303/2013 il Presidente Favero ha scritto ai Presidenti sezionali per invitarli a vigilare sull’eccesso di loquacità politica di alcuni Gruppi e Sezioni sui social network, le reti sociali (es. Facebook) che mettono in contatto le persone e i gruppi di persone di tutto il mondo attraverso internet. “Da qualche tempo su Facebook – scrive il Presidente nella circolare – sono comparse pagine di nostre Sezioni e nostri Gruppi. Se questo attivismo delle nostre attività su una vetrina aperta sul mondo come Facebook non può che fare piacere, i commenti politici, a volte davvero estremi, che spesso vi sono contenuti sono fonte di grave imbarazzo per tutta l’Associazione che è rigorosamente apartitica.
Mi corre l’obbligo di ricordare a tutti che i siti Istituzionali di Sezioni e Gruppi (ivi comprese le pagine sui social network) non possono contenere commenti politici o di attualità che non corrispondano ai nostri scopi associativi. Vi prego pertanto di vigilare sui vostri Gruppi affinché questo fenomeno abbia a cessare”.
Il Presidente nazionale non poteva essere più chiaro, ma a Conegliano ha voluto ancor più specificare il suo pensiero. “Le polemiche che anche qualcuno dei nostri alpini fa sul significato di impegno, sulla guerra, su come sono state vissute le fasi finali della seconda guerra mondiale, mi lasciano, non dico indifferente, perché i valori sono importanti e vanno difesi, però dobbiamo capire tutti assieme che i valori veri che la nostra società ci richiede sono proprio quelli della disponibilità e quando si dice disponibilità significa saper dare senza preoccuparci di cosa poi debba succedere e vi garantisco che nel dare c’è molta più soddisfazione che nel ricevere. Questo è un esercizio che noi alpini sappiamo fare e lo sappiamo fare così bene che sembra quasi naturale, ma non lo è”.
Più chiaro di così.
(A. M.)