3° REGGIMENTO SAVOJA CAVALLERIA |
Settembre 2013 |
CON QUESTO ARTICOLO VOGLIO RENDERE DOVEROSO OMAGGIO ALLA SPLENDIDA MOSTRA SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA PRESSO IL NOSTRO MUSEO.
Stendardo-delle-batterie-a-cavallo-fronte-russo-1942
Savoja Cavalleria trae origine dall'antico Reggimento Montbrison nato il 10
luglio 1692 dalla fusione della 4 compagnie Genti D'Armi: S.A.R., Savoja,
Piemonte e Monferrato per volere del Duca di Savoja Vittorio Amedeo II.
Con la riduzione a 18 reggimenti di cavalleria, il Savoja incorporava un gruppo
dei Lanceri di Vercelli ed assume la denominazione di Reggimento Savoja
Cavalleria.
Per la campagna in Africa orientale mobilita 11 ufficiali e 353 cavalieri
(1935-36).
Nella campagna di Spagna concorre solo con volontari.
Nella seconda guerra mondiale, nel 1940 il reggimento prende parte alle
operazioni sulla frontiera alpino-occidentale contro la Francia, inquadrato
nella 3° Divisione Celere Principe Amedeo Duca D'Aosta.
Nel 1941 il reggimento prende parte alle operazioni sul fronte Italo-Jugoslavo.
Nel luglio, sempre inquadrato nella 3° Divisione Celere, parte per il fronte
russo con il CSIR(corpo spedizione Italiano in Russia). Nell'agosto raggiunge il
fiume Dnjeper e si schiera nella zona di Petschiava.
Il 17 ottobre, in regione Ulaklij e Jaly, durante la battaglia del bacino del
Donetz, impegna retroguardie nemiche, obbligandole a ritirarsi, infliggendo
forti perdite e catturando prigionieri. Il 20 ottobre è impegnato nelle azioni
per la conquista di Stalino e combatte a Nippo, a Kriwotoirez;tra il 24 ottobre
e l'8 novembre risolve favorevolmente diversi combattimenti contro retroguardie
russe sul fronte compreso tra Skotowatoje-Panteleimonowka e Gorlowka.Prende poi
parte alle operazioni per l'occupazione di Nikitowka e Rikowo.
Nell'inverno del 1942 il Reggimento viene inviato nelle retrovie, per il grave
deperimento e la forte moria dei cavalli. Il 18 luglio, inquadrato nel
Raggruppamento a cavallo Barbò, partecipa ai combattimenti per la conquista di
Krasnij Lutsch, distinguendosi a Borkowo Antrasit. Il 22 luglio il reggimento
raggiunge la località di Iessanlowka. Il 21 agosto un Gruppo di Squadroni, con
il Battaglione Tagliamento, contrattaccando arditamente a Tachebota Rewskij,
riesce a stabilizzare la situazione venutasi a creare per un attacco in forze
condotto dai russi sull'ala destra dello schieramento della divisione Sforzesca
(il Btg. Del 54° reggimento fanteria). Il 22 agosto il Savoja conduce attiva e
mobilissima esplorazione, controllando gli spazi tra Jagodnij e Tachebotarewskij,
combattendo a Sirnwskij ed a quota 209 di Val Krisaja. Il 23 agosto, nel quadro
del contrattacco del Corpo D'Armata, gli viene affidato il compito di incalzare
il nemico, minacciandolo di avvolgimento ad est.
“SCIABOLE CONTRO MITRAGLIATRICI”
Era l'alba del 24 agosto 1942, quando il Savoja Cavalleria (composto da 700
cavalieri), che avevano bivaccato in mezzo alla steppa, inquadrato, protetto da
cannoni delle Voloire (le batterie a cavallo), si preparava a scrivere una
pagina di leggenda contro le forze russe. Era l'ultima carica eroica della
nostra cavalleria.
L'attacco fu molto violento e i cavalli, non si fermarono nemmeno davanti ai
colpi di artiglieria e al lancio di bombe a mano da parte dei sovietici. Dopo la
seconda carica, infatti, i battaglioni russi furono costretti al ritiro.
Le perdite degli italiani furono contenute, da un punto di vista militare, 32
cavalieri morti (di cui 3 ufficiali) e 52 feriti (di cui 5 ufficiali), un
centinaio di cavalli fuori combattimento.
I sovietici lasciarono sul campo 150 morti e circa 600 prigionieri, oltre a una
cospicua mole di armi (4 cannoncini, 10 mortai e una cinquantina tra
mitragliatrici e armi automatiche)
Agli atti il telegramma inviato al Re. «Il Savoja ha caricato, il Savoja ha
vinto!».
Il commento degli ufficiali tedeschi: «Noi queste cose non le sappiamo più
fare».
Il maresciallo Messe nel suo “La guerra al fronte russo” scrisse: «Il
Reggimento manovrò come in un esercitazione di piazza d'armi, piombò sul fianco
dell'avversario, terrorizzandolo con il fuoco e le cariche irruente, spezzando
ogni resistenza, catturando numeroso materiale, molti prigionieri, perdendo
eroici ufficiali e valorosi cavalieri».
L'azione fu coraggiosa e audace, ed era stata in grado di allentare la pressione
dell'offensiva russa sul fronte del Don ed aveva consentito il riordino della
posizioni italiane.
Il Reggimento ebbe la Medaglia d'oro allo Stendardo, furono concesse due
Medaglie d'oro alla memoria, due Ordini Militari di Savoja, 54 Medaglie
d'argento, 50 medaglie di bronzo, 49 Croci di Guerra, diverse promozioni per
merito di guerra sul campo.
Dopo l'epica battaglia il Savoja rimane sull'altura di quota 213 a sud-est di
Isbuschenskij, per controllare il delicato settore. Il 25 agosto ha il compito
di agire verso sud per esercitare una minaccia sul fianco sinistro delle colonne
nemiche attaccanti. L'incalzare del nemico non permette l'attuazione
dell'azione.
Savoja si affianca al Novara nello sbarramento fra Val Zuzkan e Bolschoj,
irradiando una consistente esplorazione al largo di Gorbatowo.
Il 26 agosto, il reggimento, con la 1ª Compagnia Bersaglieri Motociclisti,
contrattacca a sud l'abitato di Bachmutkin, sorprendendo e minacciando di
avvolgimento il nemico che ripiegava precipitosamente inseguito da un gruppo di
Squadroni del Savoja che, spingendosi sino a quota 226, 7, assicurava il
possesso di Bachmutkin, importante caposaldo sulla linea difensiva tra Wriutscha
e Zuzkan.
Il 30 agosto il Savoja, con il Novara, combatte a quota 226 del caposaldo di
Jagodnij, per contrastare l'attacco russo condotto, senza alcun risultato, da
alcuni reggimenti di fanteria.
Dal 19 gennaio al 23 marzo del 1943, il Savoja inizia il ripiegamento dalla zona
di Nikitowka per ordine superiore e, malgrado le pessime condizioni atmosferiche
e le imboscate di guerriglieri russi, raggiunse, concentrandosi, la zona di
Gomel. Vengono totalmente distrutti il 5° Squadrone Mitraglieri (Cap.
Corinaldi), rimasto sul Don con gli alpini delle Tridentina, ed il 1° Squadrone
di Formazione (Cap. Boero), inviato a difesa del Corpo d'Armata Alpino in
Rossosch.
Pochi elementi riescono a rientrare nelle nostre linee.
Il II Gruppo Squadroni Appiedati Savoja parteciperà alla difesa del porto di
Civitavecchia.
Successivamente il Reggimento partecipo alla ritirata delle forze italiane a
seguito della disfatta militare, l'8 settembre 1943, in seguito agli avvenimenti
dell'armistizio, il Reggimento rimase senza ordini superiori, a causa della fuga
del Re e degli alti comandanti a Brindisi.
La sera del 12 settembre 1943, al confine elvetico, si verificò un ingresso
spettacolare; alle 19:30, dal valico della Cantinetta sopra Ligonetto (Canton
Ticino), sconfinò in Svizzera un Gruppo Squadroni del Savoja Cavalleria, di
istanza a Somma Lombarda, al comando del Col. Pietro de Vito Piscicelli di
Collesano, comprendente 15 ufficiali, 642 sottoufficiali e soldati, 316 cavalli
e 9 muli, perfettamente inquadrato in armi, munizioni e viveri. I militari
consegnarono alle autorità svizzere le armi, e a tutti fu concesso asilo e
furono inviati nel canton Berna, in appositi alloggiamenti. Agli ufficiali fu
consentito di mantenere il proprio cavallo. Ufficiali e truppa rimasero nella
Svizzera interna fino alla fine della guerra, difesi, quindi dall'esercito
svizzero, ebbero salva la vita.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale il Reggimento Savoja venne sciolto.
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1940-1943
COMANDO
SQUADRONE COMANDO
3 SQUADRONI SVOJA CAVALLERIA
1 SQUADRONE LANCIERI VITTORIO EMANUELE II
I GRUPPO APPIEDATO SAVOJA CAVALLERIA
II GRUPPO COST. SAVOJA CAVALLERIA
XX GRUPPO APPIEDATO SAVOJA CAVALLERIA
XXIV GRUPPO APPIEDATO SAVOJA CAVALLERIA
VI BTG. MOVOMENTO STRADALE SAVOJA CAVALLERIA
COMANDANTI (1942.1943)
COL. VITTORIO AMBROSIO-1922
COL. ALDO AYMONINO-1924
COL. RODOLFO VIETINA-1926
COL. Marchese GREGORIO STAGLIENO-1927
Sua Altezza Reale ADALBERTO di SAVOJA GENOVO duca di Bergamo-1931
COL. GOFFREDO VACCARI-1934
COL. OTTORINO DABBENI-1935
COL. Conte RAFFAELLO CADORNA-1937
COL. WEISS POCCETTI.1941
COL. Conte GUGLIELMO BARBO' DI CASALMORANO-1941
COL. Conte ALESSANDRO BETTONI CAZZAGO-1942
Simone Algeo