DUE UOMINI D'ORO |
Aprile 2013 |
La Divisione Alpina Monterosa fu costituita il primo gennaio del 1944 a Pavia
e subito inviata in Germania per un ciclo addestrativo. Formata per circa il
venti per cento da ufficiali, sottufficiali e soldati già appartenenti al Regio
Esercito e arruolatisi volontari alla data dell’8 settembre o subito dopo, il
rimanente ottanta per cento era composto da reclute provenienti dalle classi
1924 e 1925 chiamate alle armi dal governo della Repubblica Sociale Italiana. I
volontari che costituirono l'ossatura della divisione si trovavano già in
Germania e provenivano dai campi di prigionia, dopo i rastrellamenti effettuati
dai tedeschi nei vari teatri operativi e in patria e causati dai tragici fatti
dell'otto settembre 1943.
I militari vennero addestrati nei campi di Heiberg, Feldstetten e Muzingen nel
Wurtemberg. I reparti trascorsero sei mesi di addestramento intenso con
istruttori germanici seguendo lo standard tedesco. Al termine di questo periodo
la Divisione si schierò a Munzingen dove il 16 luglio 1944 Mussolini passò in
assegna più di ventimila alpini. Nel corso della cerimonia il Duce consegnò le
bandiere di guerra ai reggimenti che stavano per rientrare in Italia. Lo stesso
giorno la Monterosa adottò il proprio motto “la Monterosa è, e rimane e deve
rimanere una divisione di ferro”.
La Divisione Alpina Monterosa fu una delle più grandi unità allestite e messe in
campo dalla Repubblica Sociale Italiana. L'obiettivo e lo scopo principale della
Divisione Monterosa, unitamente alle altre quattro grandi unità addestrate in
Germania (Divisione Bersaglieri Italia, Divisione Granatieri Littorio, Divisione
di fanteria Marina San Marco più una brigata di riserva) miravano a riprendere i
combattimenti al fianco della Germania per opporsi all'invasione della penisola
da parete degli anglo-americani. Con l'ottica di quel tempo, la Divisione
Monterosa può essere considerata l'unità alpina italiana più fortemente
addestrata e armata. Il suo organico di ventimila uomini era costituito da:
Comando divisione, 1° reggimento alpini, su compagnia comando reggimentale,
colonna leggera trasporti, compagnia collegamenti,101^ compagnia cacciatori, un
plotone cannoni e tre battaglioni alpini (Aosta, Bassano e Intra, ognuno su
cinque compagnie), 2° reggimento alpini su cacciatori carri e tre battaglioni
(Brescia, Morbegno e Tirano su cinque compagnie), battaglione complementare
Ivrea. In seguito entrarono a far parte della divisione il battaglione alpini
Cadore, proveniente dal centro raccolta alpini (C.R.A.) di Conegliano, il 1°
reggimento artiglieria alpina su reparto comando, tre gruppi artiglieria
someggiata (Aosta, Bergamo e Vicenza più il gruppo di artiglieria ippotrainata
Mantova), il gruppo esplorante divisionale composto da bersaglieri, altri
reparti divisionali, come il battaglione pionieri, il battaglione collegamenti,
il battaglione trasporti, sanità, intendenza e un nucleo di collegamento
tedesco.
L'armamento consisteva nel fucile Mauser calibro 7.60, pistole Mauser P 38,
pistole mitragliatrici MP/40 e mitragliatore Beretta, mitragliatrici MG 42 e le
Breda 38.la divisione disponeva inoltre di 46 mortai da 80 mm, 33 cannoni
anticarro 75/40 Panzerschreck, Panzerfaust e mitragliere antiaeree da 20 mm.
L'artiglieria contava su 37 obici Skoda da 75/13 e 12 obici da 105. I comandanti
della divisione furono: il colonnello Umberto Manfredin dal primo gennaio al
ventitré marzo 1944, il generale Goffredo Ricci fino al quindici luglio 1944, il
generale Mario Carloni fino al ventotto aprile 1945. Appena rientrata in Italia
nella seconda quindicina del luglio 1944, la divisione fu incorporata nel corpo
d'armata Lombardia dell'armata Liguria, al comando del maresciallo d'Italia
Rodolfo Graziani.
Compito operativo della Monterosa era assumere la difesa costiera della riviera
ligure da Nervi a Levanto in previsione di uno sbarco alleato lungo quella
costa. La divisione oltre alla difesa anti-sbarco, doveva anche assicurare il
flusso dei rifornimenti tramite le vie ordinarie di comunicazione tra la Liguria
e la pianura padana. Vi furono azioni contro i partigiani che cercavano di
ostacolare le comunicazioni. Dopo lo sbarco alleato in Normandia, che rendeva di
fatto improbabile un attacco verso la Liguria, la maggior parte dei battaglioni
della divisione vennero trasferiti sulla linea Gotica dell'appennino occidentale
nelle alpi Apuane. La difesa della linea era sostenuto dal LXXV corpo d'armata
tedesco con le sue divisioni alle quali si aggiunsero i reparti della Monterosa,
della divisione Littorio, di alcune unita della X MAS, i cacciatori della alpi e
il 10° gruppo alpino. A metà aprile 1945 le armate anglo-americane, bloccate
sulla linea Gotica in autunno, iniziarono l'offensiva finale in Italia. Quando
il fronte fu sfondato nel settore di Bologna anche le truppe italo-tedesche
ricevettero l'ordine di ripiegare verso il Po.
I reparti della Monterosa rimasti in Garfagnana si ritirarono con continui
combattimenti e sotto intensi bombardamenti aerei, attraversando il Passo della
Cisa, ma a Fornovo il 28 aprile dovettero arrendersi alle truppe brasiliane. Le
forze in Liguria si ritirarono combattendo verso Genova quando il Generale
Meinhold, comandante del settore, decise di arrendersi ai partigiani di Genova e
ordinò a tutte le truppe della Liguria di deporre le armi. Il 27 aprile la
colonna della Monterosa che combattendo si stava dirigendo verso il passo della
Scoffera, trattò con gli americani e le venne concessa la resa con gli onori
delle armi. Infine la 1^ e la 2^ batteria del gruppo Mantova, schierate a La
Thuile in difesa del passo del Piccolo San Bernardo, respinsero il 26 aprile un
attacco francese e rimasero sulle posizioni, arrendendosi solamente l’8 maggio
agli americani. Questo fu l'ultimo reparto militare Italiano a cessare i
combattimenti alla fine della seconda guerra mondiale.
L'Albo d'Onore della divisione annovera 910 caduti, accertati grazie a ricerche
certamente incomplete e condotte da reduci dopo la guerra. Le decorazioni
individuali al valor militare concesse sono 142, tra le quali tre medaglie d'oro
alla memoria concesse all'alpino Renato Assante, al sottotenente Ernaldo Boschi
e al sottotenente medico Mario Da Re. Inoltre sono stati concessi ottantanove
encomi solenni e sei promozioni per merito di guerra. I comandanti tedeschi
decorarono numerosi alpini con la Croce di Ferro di seconda classe. Nel
dopoguerra i reduci a cominciare dal 1946 hanno dato vita a diversi raduni,
fondando nel novembre 1951 l'Associazione “Divisione Monterosa”, tra gli scopi
dell'associazione anche il sostegno economico agli invalidi di guerra, in quanto
lo stato italiano non riconosceva i combattenti della Repubblica Sociale
Italiana.
A Polleroso (comune di Castelnuovo di Garfagnana) è stato eretto un sacrario ai
caduti della divisione. L'archivio storico della divisione è stato affidato allo
stato maggiore dell'esercito italiano.
La Divisione Alpina Monterosa non fu riconosciuta ufficialmente nei raduni degli
alpini in congedo, pertanto coloro che avevano combattuto in questa formazione,
secondo l'ANA, non potevano iscriversi all’Associazione per mancanza dei
requisiti. Soltanto il 27 maggio 2001 l'associazione nazionale alpini approva la
seguente delibera: “l'assemblea dei delegati, preso atto e confermata la
validità di tutto quanto precedentemente deliberato in merito alla Divisione
Monterosa e altri simili della Repubblica Sociale Italiana, dichiara e riconosce
che tutti i giovani che hanno prestato servizio militare in reparto alpino, in
qualsiasi momento della storia d'Italia, e quindi anche dal 1943 al 1945, poiché
hanno adempiuto il comune dovere verso la patria, siano considerati alpini
d'Italia.
Questo riconoscimento ha essenzialmente valore MORALE e non autorizza
l’automatica iscrizione all’Associazione degli appartenenti alla “Monterosa” che
non abbiano i requisiti prescritti dallo Statuto della stessa.
Mussolini passa in rassegna le truppe
Lo stemma
Simone Algeo