FANAFARA ALPINA


Dicembre 2013

Un cemento chiamato Fanfara Alpina

A 25 anni dalla nascita della fanfara la Sezione ANA di Conegliano rende omaggio a due protagonisti di questo pezzo di storia e di cultura alpina

Da poco la Fanfara alpina di Conegliano ha festeggiato il 25° di fondazione e il presidente Giuseppe Benedetti, in questo specifico contesto, ha voluto omaggiarne il ruolo in ambito sezionale facendo visita alle due figure storiche che ne hanno dato origine: il cav. maestro Giovanni Battista Zorgno e il presidente emerito Giovanni Carlet.

La musica e il canto sono da sempre componenti inscindibili dell’alpinità più vera e genuina. Sono, per certi aspetti, gli elementi peculiari che fin dalla nascita dell’ANA hanno involto di connotazioni specifiche la vita stessa degli Alpini in ogni tempo, sia in pace che in guerra.

In caserma come in marcia, in trincea come all’osteria, all’Adunata nazionale come al più semplice Raduno di Gruppo gli alpini sentono il richiamo delle belle note e non vi sanno resistere, perché dove c’è musica c’è allegria e dove c’è allegria c’è amicizia, il collante universale di tutte le Penne Nere. Ed è proprio in quest’ottica di forte richiamo aggregazionale che va letto ed interpretato il ruolo della Fanfara Alpina di Conegliano nell’ambito di tutte le iniziative sezionali ed oltre. “Hai un’oretta libera?” mi fa il Presidente con il suo modo spiccio, e al mio cenno affermativo ordina “Salta in macchina, ho un lavoretto che devi fare per Fiamme Verdi”.

Quando arriviamo a Bagnolo, Zorgno (classe 1930) e Carlet (classe 1935), due splendide figure di alpini dell’8°, sono lì ad attenderci, impazienti di ripercorrere assieme i momenti salienti che hanno scandito la crescita e lo sviluppo della loro “creatura”. Quando apro il notes, la voce di Giovanni Battista Zorgno s’incrina di commozione sottolineando il ruolo della moglie Leny, ora gravemente malata, nata da una famiglia di suonatori e per molti anni vicemaestro della Banda, che lo ha dapprima introdotto e poi sempre sostenuto ed incoraggiato in questa sua passione per la musica.

Si avvicina ad un cassetto, ne leva un album da cui sfila una foto e ce la mostra posandola con delicatezza sul tavolo. Ritrae i due coniugi durante la cerimonia del 60° di matrimonio, nella cappella di Casa Fenzi, attorniati dai loro musicanti. Lei in carrozzina con un mazzo di fiori in grembo e il maestro, con gli occhi lucidi e visibilmente commosso da tanto affetto, che ostenta al petto i distintivi di Cavaliere della Repubblica, ricevuto nel 1985 dal presidente Cossiga, ed di altri riconoscimenti ufficiali.

Gli chiedo com’è nata questa sua passione per la musica. E il suo ricordo vola a ritroso nel tempo, nel 1950, quand’era militare prima a Belluno e poi a Udine, componente dell’orchestra della Julia in qualità di trombettiere e sassofonista. Durante un’esibizione nel teatro cittadino, presenti importanti nomi dello spettacolo nazionale quali il presentatore Nunzio Filogamo, il maestro d’orchestra Cinico Angelini, la regina della canzone italiana Nilla Pizzi…, venne notato per la sua bravura e, pur essendo un semplice autodidatta, invitato a trasferirsi a San Remo, privilegio riservato ai migliori, per dieci mesi in preparazione del primo Festival dei Fiori (1952).

Dopo il congedo e il matrimonio, emigra in Brasile a San Josè di San Paolo, da dove rimpatria nel 1955. Si iscrive al Conservatorio di Verona e nel 1958, dopo innumerevoli sacrifici, ottiene il diploma di Maestro e Direttore di fanfara e coro.

Nel frattempo, oltre al lavoro di impresario edile, trova il tempo di insegnare musica a Cordignano dove fonda la locale banda comunale. Con lo stesso spirito e coadiuvato dall’amico Giovanni Carlet fonda poi la Banda di San Pietro di Feletto e, infine, la fanfara Alpina di Conegliano.

La Fanfara Alpina di Conegliano, cominciano a narrare intervallandosi nelle spiegazioni e integrazioni, nacque nel 1987 quando una ventina di suonatori, per sopraggiunte discordanze organizzative e direzionali, abbandonarono la Banda musicale del Felettano e decisero di formarne una propria. La base logistica (sede, recapito, segreteria, sala prove...) dapprima venne allocata proprio in casa Zorgno, poi presso i locali messi generosamente a disposizione dalla parrocchia di Bagnolo e attualmente nell’accogliente sede del Gruppo “Maset” La nuova formazione, sotto la guida del direttore musicale Zorgno e l’intraprendenza del presidente Giovanni Carlet, delegato sezionale, inizia fin da subito un’intensa attività, ponendosi quale preciso punto di riferimento dapprima per i Gruppi di Conegliano per poi espandere il suo raggio d’azione anche alle Sezioni limitrofe, giungendo fino in Toscana, a Dicomano. Contemporaneamente viene promossa una capillare azione di proselitismo e reclutamento. In breve il numero dei musicanti viene incrementato da nuove adesioni provenienti dalle bande del circondario, attestandosi sulle quaranta unità. Elementi non solo di provata serietà professionale ma soprattutto motivati da autentica passione sia per la bella musica che per le idealità alpine.

Fin da subito, infatti, la dirigenza della Fanfara si pose l’obiettivo di rappresentare degnamente gli aspetti fondanti dell’alpinità e, affinché non ci fosse dubbio alcuno, oltre a portare il classico cappello, per rimarcarlo ulteriormente al sostantivo “FANFARA” venne aggiunto l’aggettivo “ALPINA” A sottolineare proprio questo attaccamento alle finalità dell’ANA, la prima uscita avvenne all’Adunata Nazionale di Torino nel 1988, in testa e a scandire il passo delle Penne Nere della Sezione di Conegliano. Un connubio sinergico che da allora non si è mai incrinato.

Da quel giorno la Fanfara ha sempre accompagnato con le sue marce i tanti e importanti appuntamenti ufficiali promossi dalla Sezione in questi ultimi decenni. Oltre ad essere sempre presente alle Adunate Nazionali, anche le più lontane come a Catania, e le Trivenete vanno annoverate le solenni celebrazioni legate al 70° e 80° di fondazione, al giuramento di reparti in armi, alle feste di Gruppo...

E proprio per tenere saldi i legami con la propria base, la Sezione e i Gruppi, come da consuetudine la Fanfara in concomitanza con la festa di Santa Cecilia, patrona dei musicanti, si riunisce a dicembre per la santa messa nel ricordo commosso di chi “è andato avanti” e poi per il pranzo sociale al quale sono invitati i familiari, sostenitori, simpatizzanti e a turno tutti i capigruppo. Un momento non solo di gioiosa convivialità ma anche per tirare somme e consuntivi dell’attività svolta e delineare la programmazione per l’anno a venire.

Traguardi significativi conseguiti con la straordinaria dedizione dei nostri due protagonisti e che da alcuni anni hanno consegnato, per evidenti motivi d’età, il testimone ad altri validi collaboratori: prima il m° Vittorio Pavan (2004) quindi il bravo Italo Collodel (2005) alla Direzione musicale, e Sergio Saccon (2006) alla Presidenza.

Figure comunque, quelle dei benemeriti Zorgno e Carlet, che continuano tuttora ad essere vicini e presenti con ruoli onorari. Ricordo bene, invitato allora in qualità di vicepresidente sezionale, l’incontro tenutosi a Miane nel 2006. In quell’occasione il neopresidente Sergio Saccon nominò il suo predecessore, Giovanni Carlet, visibilmente commosso e emozionato, Presidente Onorario della Fanfara Alpina di Conegliano. Ora la Fanfara ha iniziato il sesto lustro di vita. È indubbio che, analizzandone le tappe, si sia in presenza di un periodo caratterizzato da grandi soddisfazioni, innumerevoli successi e tangibili gratificazioni dentro e fuori gli ambiti e i confini sezionali. Una parentesi temporale ampia, quindi, idonea per tirare somme e formulare considerazioni.

Le difficoltà sono tante, come i due “pilastri” spiegano con lucida razionalità, ma nonostante le problematiche legate all’organico, in particolare al ricambio generazionale, l’entusiasmo resta lo stesso come alto permane e si respira lo spirito di coesione del gruppo. Proprio per questo il presidente Giuseppe Benedetti, con questa sua visita, si è sentito in dovere di rivolgere al cav. Giovanni Battista Zorgno e a Giovanni Carlet, e di riflesso a tutti i musicanti e all’intero organigramma associativo, il sentito plauso e ringraziamento dell’intera Sezione per l’opera svolta in tutti questi anni. Al momento del commiato non poteva mancare il classico brindisi beneaugurante per il futuro con un buon calice di prosecco al quale idealmente si uniscono tutte le Penne Nere della Sezione. “E allora - fa il Presidente alzando il bicchiere - lunga vita alla Fanfara Alpina di Conegliano”.

Giorgio Visentin


Zorgno al circolo ufficiali


Il presidente Benedetti, con Giovanni Carlet, Zorgno e Visentin


Con la moglie al 60° di matrimonio