MILOVICE |
Giugno 2014 |
Siamo diretti a Milovice, vicino a Praga, per l’ormai tradizionale
pellegrinaggio al cimitero dove sono sepolti quasi 5.000 soldati italiani. Si
tratta di prigionieri di guerra della prima follia mondiale orti per malattia,
fame e chissà qual altra causa.
Fino a qualche anno fa era un fatiscente cimitero dimenticato nella brughiera e
regno di erbacce e rovi.
Grazie all’intervento dell’Ambasciatore italiano amico del nostro Lino Chies e
su pressione dello stesso Lino si è riusciti a renderlo degno del rispetto
dovuto a chi ha sacrificato se stesso per il nome della Patria.
L’alzataccia diventa un sciocchezza se si pensa a quanto hanno sofferto i
ragazzi che andiamo ad onorare.
Il viaggio con gli Alpini è sempre gioioso anche se lungo e bagnato. Non ci
facciamo certo mancare i sapienti piatti di un amico di Canale d’Agordo
accompagnato da qualche ombra. Siamo poi fortunati perché una splendida
disarmonica accordata ad un clarinetto ci aiutano a far passare le lunghe ore di
viaggio.
La recita del rosario però ci ricorda il vero scopo della trasferta: siamo in
pellegrinaggio e ci stiamo spiritualmente preparando all’incontro con i tanti
ragazzi che non crebbero mai.
La sera in Ambasciata diamo prova di saper animare un incontro tra persone che
non si conoscono e che alla fine cantano insieme e bevono un bicchiere in buona
armonia. Gli ospiti dell’Ambasciata ci esortano a continuare, ma il buon senso
ci dice di tornare in albergo.
La cerimonia semplice semplice, nel mezzo del cimitero davanti ad un piccolo
monumento.
Un picchetto dell’esercito scandisce i tempi ed i modi di deporre le corone e
gli omaggi floreali.
Sono presenti i nostri gagliardetti ed i vessilli delle Sezioni Ana di
Conegliano e di Belluno. Le istituzioni locali non fanno mancate i sindaci e le
autorità.
Risuonano gli ordini impartiti dal picchetto ed il suono degli inni e del
silenzio.
Alcuni bambini, giustamente ignari di tutto, si rincorrono e gridano nella loro
innocenza: un bel contrasto con i suoni militari e gli ordini secchi del
comandante del picchetto.
Il tempo piovoso rende ancora più grigia l’atmosfera ma le lacrime ed i fiori
posati con amore dai pronipoti ai piedi delle croci dei nonni fanno capire che,
nonostante i quasi 100 anni passati, il tempo non ha cancellato i ricordi e gli
affetti tramandati.
Il rinfresco offerto dopo la cerimonia e le messa recitata in “quasi italiano”
ci fanno comunque capire che la nostra iniziativa è apprezzata e che siamo
favorevolmente giudicati ed accolti con piacere.
Come si potrebbero giudicare male una cinquantina di individui che ogni ani si
sobbarcano l’onere di un viaggio lungo e costoso per visitare un cimitero?
Proprio perché la stragrande maggioranza delle croci non è mai stata visitata
dai parenti, ci sentiamo in obbligo di adottarli tutti indistintamente; se anche
non andiamo a trovare i nostri morti nel giorno della loro ricorrenza, siamo
serti che essi stessi plaudiranno alla nostra iniziativa di non dimenticare chi
rischio di cadere nell’oblio.
Ringraziamo Lino Chies e Angelo Dal Borgo per aver ancora una volta organizzato
il pellegrinaggio che non dovrebbe mancare tra le esperienze di un Alpino.
Toni Daminato
Bianchi filari di croci tra ignoti sacelli muscosi Cancelli senza nome su giovani vite svanite In filata ordinata d’inutili grida nella sciatta brughiera Suoni evocanti ordini maldigeriti Risa argentine di bimbi… lenzuola di gioia su letti di morte. Milovice, Novembre 2013 |
IL vessillo sezionale portato da Lino Chies e scortato da Toni Daminato
Presente a Milovice anche il Gonfalone della Città di Conegliano
Autorità civili e religiose al cimitero di Milovice per onorare i caduti italiani
Santa Messa in suffragio dei 5000 soldati italiani caduti
Grazie a Luigi Rinaldo per le foto che sempre ci mette a disposizione