NIKOLAJEWKA A BRESCIA |
Maggio 2013 |
Sono passati ormai settant'anni da quell'evento bellico che con tutta la sua
crudezza e brutalità significò il ritorno a casa di una piccola parte di quei
militari italiani spediti da Mussolini ad aggredire, assieme ai nazisti, la
sconfinata Russia.
A Brescia, ove ogni anno si tiene la commemorazione più importante, l'edizione
2013 è stata ulteriormente solenne.
Fin da sabato 12 gennaio sono cominciate le celebrazioni con l'apertura di due
mostre inerenti la campagna di Russia e gli incontri di alcuni reduci con i
ragazzi delle scuole superiori.
Sabato 26 gennaio, di prima mattina, il Tricolore e la bandiera russa sono stati
innalzati contemporaneamente sui pennoni della scuola per disabili "NIKOLAJEWKA"
di Compiano. Più tardi, presso il cimitero Vantiniano, si sono tenuti gli onori
ai Caduti. Nel pomeriggio più di duemila alpini hanno scortato il Labaro
nazionale attorniato da una quindicina di vessilli e da un centinaio di fiamme,
mentre dal Centro Documentale dell'Esercito il corteo si dirigeva a Piazza della
Loggia. L'ammirazione e la commozione dei presenti allo sfilamento era tutto per
la bandiera di guerra del 5° Rgt. Alpini, ora inserito nei quadri della Julia,
ma da sempre composto da bresciani che proprio quest'anno festeggia i 130 anni
di vita.
Il momento più toccante si è registrato quando Marina Mitusova vicesindaco di
Livenka, la città russa che comprende la località una volta chiamata Nikolajewka
ha riconsegnato la ritrovata piastrina militare di Luigi Rodolfi, caduto in
Russia, al nipote omonimo: Ella ha voluto aggiungere il suo pensiero: " ...
dalle tragedie nascono i messaggi più forti di pace...".
La santa messa nel Duomo Nuovo ha visto una moltitudine di alpini gremire le
splendide navate ed il lungo corridoio fra i banchi pieno di gagliardetti. Il
vescovo di Brescia Monsignor Luciano Monari ha accolto con entusiasmo e
commozione "la gente alpina" corsa qui come ogni anno da tutta Italia. A
concelebrare assieme al presule c'erano i cappellani militari ed un "poe" russo.
Anche questo è il segno della distensione e di un nuovo corso pieno di speranza.
La classica invasione per le vie di Brescia ha fatto da prologo all'attesissimo
concerto dei "Crodaioli" del mitico Bepi De marzo, che si è tenuto al Teatro
Grande. A supportare le evoluzioni del sopracitato gruppo il non meno
prestigiosi Coro ANA Alte Cime di Brescia.
Domenica 27 gennaio, soleggiata e fredda giornata, eravamo inquadrati nella
maestosa Piazza Arnaldo, da dove è partito lo sfilamento, proseguito per oltre
55 minuti, con circa 10.000 penne nere, con più di 50 vessilli, alcune centinaia
di gagliardetti e tanta gente bresciana ad applaudire. Giunti nel cuore di
Brescia sono cominciate le allocuzioni morali del presidente ANA di Brescia
Davide Forlani, del sindaco Adriano Paroli, del prefetto di Brescia Livia
Narcisa Brassesco Pace, del comandante delle truppe alpine Gen. Alberto
Primicerj, dell'addetto militare russo in Italia Gen. Alexandr Prhikhodko e del
presidente ANA Corrado Perona. Sono state proferite parole di elogio alla nostra
associazione per come ha saputo ricordare i Caduti adoperandosi nel sociale.
Applauditissimi i Reduci presenti, circa una decina. Alla vigilia nel bresciano
se ne contavano 43 viventi. Il vessillo di Conegliano con il presidente Giuseppe
Benedetti ed il vice Narciso De Rosso ha presenziato a tutte le cerimonie già da
sabato 26. Domenica il Gruppo di S. Lucia di Piave è arrivato come ogni anno con
una ventina di unità e con le rappresentanze dei Gruppi Città e Maset. Il comune
di Conegliano non ha fatto mancare la presenza del proprio gonfalone scortato
dal Cons. Mario Luca, alpino. Come ad ogni edizione gli alpini di
Lograto-Maclodio, gemellati con quelli di S. Lucia, hanno preparato un
gustosissimo pranzo a cui hanno partecipato come ospiti d'onore il pres.
Benedetti, il vice De Rosso ed il vice presidente nazionale Geronazzo. Tutto è
finito in gloria. Arrivederci al prossimo anno.
R.S