MUSEO DEGLI ALPINI |
Settembre 2014 |
Due febbraio, domenica mattina ore 10,30, è una giornata uggiosa tipicamente invernale, minaccia di piovere, ma il buon Dio aiuta gli Alpini trattenendo le gocce fino alla fine della cerimonia. Inizia così l'inaugurazione della nuova mostra del Museo degli Alpini della nostra Sezione di Conegliano intitolata: “70 anni fa, una pagina della nostra storia – La Campagna d'Italia, 1943-45”.
La mostra è stata scrupolosamente preparata e curata fin nei minimi particolari nei giorni precedenti l'inaugurazione, dal Comitato di gestione del Museo, magistralmente coadiuvati dal loro Direttore Luciano Barzotto. Questa volta l'evento toccava una pagina drammatica e molto delicata della nostra storia, un momento in cui, dopo l'8 Settembre 1943, tutto il popolo si sentì abbandonato dal Re e dai Governanti, ma soprattutto si sentì impotente riguardo al destino dei nostri soldati abbandonati alla loro sorte nelle isole dell'Egeo, nelle terre della Jugoslavia e della Grecia, alla mercè dei partigiani di Tito e delle Divisioni Tedesche ancora in occupazione in quelle terre lontane; erano praticamente tra due fuochi e abbandonati al loro destino.
Altra amara sorte fu quella destinata alle famiglie in Italia, dove i tedeschi occuparono improvvisamente tutto il territorio nazionale portando dentro di sé un risentimento verso i traditori governanti Italiani che avevano in questo modo aperto un nuovo fronte, pregiudicando i destini della guerra e scatenando così una guerra civile tra fratelli, senza precedenti nel nostro territorio.
Questa mostra, con una delicatezza di intenti e senza voler sfiorare minimamente l'argomento politico, vuole raccontare, con dovizia di particolari storici e con una molteplicità di materiali e documentazioni originali e introvabili, questa pagina drammatica della nostra storia, appunto dall'8 Settembre 1943 fino al 25 Aprile 1945, giorno della liberazione dall'occupazione Tedesca della nostra terra. E' un argomento storico molto delicato che ha coinvolto i nostri padri in quella che fu la peggiore guerra civile degli ultimi secoli e che, per certi versi continua a provocare ancora ai giorni nostri i suoi strascichi politici. Ma a noi Alpini interessa solo la Storia con la S maiuscola, quella storia che è giusto e soprattutto doveroso continuare a raccontare specialmente ai nostri giovani, affinchè ciò che è successo non debba mai più accadere.
Quella Domenica mattina, giorno dell'inaugurazione, molti Alpini della nostra Sezione erano presenti, c'erano anche diversi gagliardetti in rappresentanza dei nostri gruppi; anche le autorità competenti hanno garantito la loro presenza, a cominciare dal Sindaco di Conegliano, il Capitano alpino Floriano Zambon che ha preso la parola per primo, seguito dal nostro Presidente sezionale Giuseppe Benedetti; era presente all'evento anche il Maggiore alpino Andrea Barzotto il cui padre Luciano, direttore del Museo, ha preso poi la parola evidenziando ciò che il Comitato di gestione del Museo aveva preparato e soprattutto aveva voluto trasmettere con la disposizione e la composizione di questa interessantissima mostra, soprattutto quella parte della sala dove è stata preparata una vetrina dedicata al Capitano d'Aviazione Giovanni Bonet, medaglia d'oro al valor militare, nato a San Fior il 14/07/1914 e morto il 29/03/1944 abbattuto dai caccia americani durante una azione di difesa del territorio industriale di Torino e del Piemonte dalle azioni di bombardamento perpetrate dall'aviazione americana.
Bonet era comandante della Squadriglia di caccia “Montefusco” formata da aerei Fiat G55 Centauro facente parte dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana istituita dopo l'8 Settembre 1943; dopo la sua morte la squadriglia fu ribattezzata in suo onore “Montefusco-Bonet”. Successivamente hanno preso la parola due reduci Aviatori, protagonisti di quel tragico periodo storico, che facevano parte della Squadriglia di Bonet, Franco Benedetti e Gino Pizzati, i quali nel loro intervento ci hanno raccontato la drammaticità del momento storico vissuto sulla propria pelle, visto che la decisione da prendere era in ambedue i casi dura, inaspettata e veloce; non lasciava il tempo di meditare, si doveva decidere subito da che parte stare, se con la RSI o con gli alleati Americani. Uno di loro, Gino Pizzati, ci ha spiegato come, insieme al loro comandante Bonet, hanno deciso di continuare la guerra combattendo a fianco dei Tedeschi, perchè erano contro quei bombardamenti sistematici delle nostre città che gli Americani in quel momento stavano attuando sul nostro territorio provocando enormi perdite alla popolazione civile e danni al territorio.
Altri loro colleghi sono passati al Sud, sul fronte opposto ma, come ci hanno spiegato, nelle battaglie aeree che si sono succedute nessun aviatore Italiano dei due schieramenti opposti ha mai sparato sugli altri aviatori Italiani dello schieramento avversario; c'era ancora rispetto reciproco, e lo dimostrarono a fine guerra, come ci hanno raccontato, quando finiti i combattimenti si sono ritrovati e sono stati gli unici dei vari reparti del nostro esercito che si sono riabbracciati e si sono riuniti sotto le insegne di un'Unica Bandiera Italiana. La mostra si articola in due parti, quella più ampia di sinistra, molto ben fornita di materiale degli eserciti delle varie nazionalità, in cui è ampiamente illustrata la Campagna d'Italia portata avanti dagli alleati; la parte dislocata sulla stanza a destra invece racconta, tramite dell'ottimo materiale originale, la pagina dedicata alla lotta partigiana, specialmente delle nostre zone e del bombardamento alleato di Treviso che molte vittime e danni ha provocato nel nostro capoluogo.
Questa è una grande e nello stesso tempo delicata pagina della nostra storia, che merita di essere vista e approfondita visitando questa bellissima mostra allestita presso il nostro Museo degli Alpini della Sezione di Conegliano. Vi aspettiamo numerosi.
Claudio Botteon