Artur Conan Doyle


Dicembre 2014

IL “ PAPA’ ” DI SHERLOCK HOLMES TRA GLI ALPINI

Padre fondatore del romanzo poliziesco e senz'altro tra i suoi più famosi esponenti, Sir Artur Conan Doyle nacque a Edimburgo, in Scozia, il 22 maggio 1859 in un piccolo appartamento al 11 di Picardy Place. Suo padre Charles Altamont Doyle era inglese con remote origini irlandesi, mentre la madre Mary Foley era irlandese.
Il cognome composto lo prese dal prozio Michael Conan, noto giornalista dell'epoca. Il giovane Artur, secondo di dieci figli, iniziò i suoi studi presso la scuola della sua città per poi proseguire alla Hodder Preparatory School nel Lancashire.
I suoi studi più importanti proseguirono presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica di Clitheroe, poi ancora in Austria, in un altro collegio gesuita, ma furono probabilmente gli studi di medicina, condotti presso la Edimburgh Medical School sotto la guida del professor Joseph Bell, fervido sostenitore del metodo induttivo nelle diagnosi, a predisporlo a creare un nuovo genere di racconti polizieschi basati sulla soluzione logica dei casi più misteriosi, complessi e apparentemente insolubili: protagonisti Sherlock Holmes e il suo amico, il dottor Watson.
Si laureò in medicina dall'Università di Edimburgo nel 1885. E' stato uno scrittore, medico e poeta, considerato, insieme a Edgar Allan Poe, il fondatore di due generi letterari: il giallo e il fantastico. In particolare è il capostipite del sottogenere noto come giallo deduttivo. La produzione dello scrittore tuttavia spazia dal romanzo d'avventura alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici. Il suo aspetto era ingannevole. Dietro ad un comportamento tranquillo, c'era un uomo dalle forti convinzioni, alcune delle quali ritenute eccentriche dai più, come lo spiritismo, ma tutte profondamente sentite. Tutta la vita di Conan Doyle è una lunga serie di crociate molto combattute.
Nel 1890, mise in guardia il mondo intero contro la tanto decantata cura per la tubercolosi. Nel 1902 difese il governo britannico contro le accuse di cattiva condotta durante la Seconda Guerra Boera. Nel 1903 intervenne contro le atrocità in Congo, sempre in quell'anno viene insignito del titolo Baronetto per il libro “The Great Boer War”. Fu inoltre nominato “Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia”(Regno d'Italia).
Durante le Olimpiadi di Londra del 1908, scrisse in un articolo per il Daily Mail, un pezzo esaltante che ebbe grande risalto, in esso paragonò Dorando Pietri (vincitore della maratona olimpica, ma squalificato) a un antico romano.
Nel 1910 difese pubblicamente Oscar Slater falsamente accusato di omicidio. Nel 1914 mise in guardia tutti contro i devastanti effetti del blocco sottomarino. In ogni caso le sue battaglie, a mezzo stampa, furono condotte con intraprendenza e abilità, a prescindere dai vantaggi che se ne potevano ricavare. Alcune battaglie erano impopolari, ma il personale senso di onore era per lui più importante dell'opinione pubblica. Come lui stesso disse in una intervista, ha conosciuto cosa volesse dire essere povero e cosa volesse dire diventare abbastanza influente.
Ha affrontato ogni tipo di esperienza umana. Conobbe le persone più influenti ed importanti ed influenti del suo secolo; ha avuto una lunga carriera da scrittore, dopo un periodo da medico, che gli diede il titolo di Dottore di Edimburgo. Praticò moltissimi sport (boxe, cricket, biliardo, motociclismo, calcio, sci), e fu il primo a introdurre l'abitudine di lunghe vacanze in Svizzera per cure termali. In due occasioni, la prima nel 1916 e la seconda nell'anno successivo, il fronte italiano della Grande Guerra venne visitato da due narratori d'eccezione, inviati dal governo britannico su consiglio dell'ambasciatore e del governo italiano. In entrambi i casi, si trattava di riferire le impressioni sul fronte e sugli alleati per sostenere nell'opinione pubblica inglese la partecipazione alla guerra in due momenti di particolare difficoltà.
Per il reportage vennero scelti due scrittori già famosi, che per l'occasione rivestirono i panni di corrispondenti di guerra: Artur Conan Doyle, che visitò i fronti inglese, francese e italiano nel 1916, e Rudyard Kipling, autore tra gli altri de “Il libro della giungla”, “L'uomo che volle essere re” e “Capitani coraggiosi”, che arrivò a Udine il 9 maggio del 1917.
Le impressioni di Conan Doyle sono riportate nel suo “A visit to three fronts”, mentre i ricordi di Kipling sono pubblicati nel suo “The war in the mountains”. I luoghi citati dai due autori coprono quasi tutta la regione, teatro di battaglie o sede di insediamenti operativi: le Alpi Carniche e Giulie, Gradisca e l'Isonzo, Gorizia, Monfalcone, quel San Martino reso famoso da Ungaretti, Udine e infine Cormons, sede dell'ospedale militare ricordato anche da Hemingway in “Addio alle armi”. Interessanti anche i commenti sui soldati italiani e sulle persone incontrate durante la missione: i due scrittori sono affascinati dagli italiani che partecipano alla guerra nel corpo degli alpini, “giovani scapestrati, con il carattere tosto, l'aspetto curato e lo sguardo inflessibile” dice Kipling.
Nel maggio 1916, come detto sopra le autorità italiane espressero il desiderio che qualche osservatore indipendente dalla Gran Bretagna visitasse le loro linee per riferire le sue impressioni. Era il momento della battaglia degli Altipiani a seguito della Strafexpedition, controffensiva austriaca fermata dalle truppe italiane.
Il Ministero della Guerra inglese inviò sir Artur Conan Doyle che, oltre a visitare il fronte italiano tra Padova Udine e il Trentino, si recò anche fra le truppe francesi e inglesi sul fronte occidentale visitando le linee di battaglia di ciascuno dei tre grandi alleati occidentali.
I commenti del creatore di Sherlock Holmes sui soldati italiani furono molto positivi, in particolare Doyle racconta che «gli Alpini combattono in montagna con la stessa determinazione che i reggimenti di linea mostrano contro la fanteria austriaca in pianura. Cesare ha raccontato come i giganteschi Germani deridevano i suoi piccoli legionari fino a quando non incontravano rovinosamente le loro spade. Gli austriaci possono raccontare la stessa storia. Lo spirito chi si ha fra le truppe e qualcosa di meraviglioso. Ci sono state occasioni in cui se l'ufficiale che aveva il comando cadeva, questi continuavano a lottare per conquistare una posizione e, svolto il loro compito, solo allora restavano in attesa di ordini».
Doyle è stato colto da improvviso attacco cardiaco mentre si trovava nella sua casa in campagna a Windlesham, Crowborough, il 7 luglio 1930, a 71 anni. Al suo capezzale lo assistevano il figlio Adrian e la moglie Maria Hawkiles, per un ultimo saluto a uno dei padri del giallo.
Le sue ultime parole, rivolte alla moglie, furono:«Sei meravigliosa, moglie mia. La sua sepoltura è a Minstead nel New Forest, Hampshire. L'epitaffio sulla sua tomba recita:
«Steel true
Blade Straight
Artur Conan Dyle
Knight
Patriot, physician & man of letters»

Simone Algeo


SIR ARTHUR CONAN DOYLE con ufficiali italiani in visita al fronte italiano


Sir Artur Conan Doyle in visita al fronte francese