BASOVIZZA |
Giugno 2014 |
Domenica 9 febbraio 2014 a Basovizza (Ts) nei pressi del Pozzo-Foiba diventato nel 1992 monumento nazionale, il
labaro nazionale scortato dal presidente ANA Sebastiano Favero, dal vice Nino Geronazzo e da altri membri del CDN, è
giunto nuovamente ad onorare in maniera seria e sacrale le vittime di uno dei più aberranti genocidi della contemporanea
storia italiana. La cerimonia è stata inserita quest'anno in un ampio programma volto a mantenere vivo il senso di
solennità del “10 febbraio”. E' la Giornata del ricordo dei martiri delle foibe e dell'esodo dei Giuliani e degli
italiani di Fiume, Istria e Dalmazia, istituita con la legge n° 92 del 30 marzo 2004: La sciagurata persistenza del
maltempo non ha inficiato più di tanto lo svolgimento della commemorazione e la stessa presenza degli alpini è stata
come al solito consistente. A presenziare con il Comitato martiri delle foibe, le associazioni degli esuli, la
federazione grigioverde e le associazioni d'arma. C'erano quasi 20 vessilli sezionali e diverse decine di gagliardetti
dell'ANA, una rappresentanza della Julia e qualche centinaio di penne nere ai bordi del piazzale adiacente al
Pozzo-Foiba. Specialmente per chi è venuto da molto lontano c'è voluto proprio tutto il senso d'appartenenza, ovvero lo
spirito alpino, per partire di buon'ora con la pioggia battente per un evento all'aperto con alta percentuale di
precipitazioni invece di rimanere a casa all'asciutto. E anche per la cinquantina di noi partiti da Conegliano per
Basovizza, la pioggia ha lasciato ben poca tregua. E' caduta con una certa frequenza pure quando è iniziato il
cerimoniale. Poi il forte vento che tipicamente soffia sulle terre triestine l'ha spazzata via asciugando almeno in
parte le bandiere quasi strappate dalle mani degli alfieri. Con l'entrata del glorioso labaro nazionale a cui è stato
rivolto l'attenti doveroso, si è proceduto all'alzabandiera e poco dopo all'onore ai caduti. Il silenzio suonato dal
trombettista è penetrato nell'animo dei presenti quanto “el borin” è penetrato nelle loro ossa in un contesto grigio
nell'arida e dolente terra di frontiera. Si è assaporato l'amaro calice della barbarie perpetrata con violenza
indicibile. La santa messa è stata officiata da un cappellano militare della Guardia di finanza di stanza in Friuli
Venezia Giulia che nella sua breve omelia ha saputo trovare nelle sacre letture il senso di questa celebrazione. Ad
impreziosire la funzione religiosa, le voci del coro ANA di Trieste “Nino Baldi”. Si sono poi susseguiti i discorsi
ufficiali, piuttosto brevi perché gli oratori intelligentemente non hanno voluto infierire su chi allo scoperto era alla
mercé dell'evoluzione meteorologica.
Per primo è intervenuto il presidente dell'ANA Sebastiano Favero che con voce decisa ha voluto ribadire come gli alpini
in congedo siano sempre stati solidali e vicini nei confronti di chi visse questa tristissima vicenda, diventando
protagonista di essa suo malgrado. Egli ha detto: … gli alpini da molto tempo hanno scelto di essere a fianco della
sofferenza senza alcuna discriminazione politica o sociale. … Un concetto che secondo noi è una delle colonne portanti
della nostra associazione. Successivamente ha parlato Paolo Sardos Albertini presidente della Lega nazionale di Trieste,
un ente nato nel 1891 che tutela e difende l'italianità in questi luoghi di confine, che ha confermato in toto le parole
del nostro presidente, sottolineando quanto sia stata proficua e quanto sia stata gradita la vicinanza offerta dagli
alpini soprattutto quando su queste storie vere era sceso l'oblio dei media.
Infine ha rivolto il proprio saluto il saluto della del presidente della sezione ANA di Trieste Fabio Ortolani vero
promotore di questo evento. Egli, in maniera deferente e sintetica allo stesso tempo, ha voluto ringraziare chi ha
partecipato nonostante le già citate avversità. Dopo la fine della cerimonia, il nostro pullman si è avviato verso una
trattoria di Latisana, ove da un alpino originario di Malborghetto abbiamo consumato un pranzo saporito ed abbondante
come è nella nostra tradizione. Organizzatore di questa trasferta è stato come sempre il nostro presidente sezionale
Giuseppe Benedetti coadiuvato dal consigliere Aldo Vidotto. Più di cinquanta persone con circa 20 gagliardetti; una
ottima rappresentanza per una sezione che si è sempre distinta per sensibilità e quale motivazione è più valida di
questa per sprigionare questa nostra qualità?
Renzo Sossai