BUONE FESTE E BUON ANNO 2015


Dicembre 2014

di Giuseppe Benedetti

Anche se in ritardo rispetto alla tabella di marcia, Fiamme Verdi arriva nelle case a portare notizie, testimonianze, a rafforzare il nostro spirito alpino e, come è consuetudine, per porgere a tutti gli alpini, ai soci aggregati e alle loro famiglie i più sinceri auguri di Buone Feste e di un Felice Anno Nuovo.

Le stesse espressioni augurali le rivolgo a tutti coloro che, per cause diverse, si trovano in situazione di disagio e sofferenza, a quanti subiscono gli effetti del difficile momento economico, a quanti, e penso ai giovani, sono costretti a lasciare la propria terra per trovare un lavoro dignitoso.

Auguriamoci che questo Bambin Gesù che nasce sia portatore di gioia, pace e fratellanza, ma soprattutto di serenità, una condizione che sembra essere sparita dalla nostra società. Natale significa fraternità, un atteggiamento che noi dovremmo avere con tutti, in special modo tra associati, per realizzare al meglio le nostre iniziative, nel più squisito spirito alpino. Natale significa solidarietà, che è l’atteggiamento di chi ha un occhio di riguardo verso il prossimo meno fortunato e bisognoso: sta a noi saper portare avanti questi ideali e stili di vita tipici del nostro corpo.

L’anno nuovo, il 2015, sarà per la nostra Sezione ANA di Conegliano un anno particolarmente impegnativo per celebrare davvero al meglio il 90° compleanno sezionale, un appuntamento in cui tutti gli alpini devono sentirsi impegnati e orgogliosi, per far sì che riservi le soddisfazioni sperate. La nostra disponibilità e l’impegno che ci viene riconosciuto ha permesso agli alpini di essere coinvolti in numerosissime occasioni in cui mettere a frutto i valori ricevuti in eredità dai nostri veci.

Tante iniziative in favore degli altri, delle comunità in cui viviamo per lasciare un segno e un esempio di presenza e fraternità.

Quest’anno vorrei soffermarmi su una cerimonia particolare, forse il più toccante tra tutti i nostri incontri. E' il ricordo dei tristi Natali passati nella neve e nel gelo dai nostri alpini in guerra. All’imbrunire del 24 dicembre, mentre giù nella valle esplodeva il Natale con la corsa sfrenata al regalo e costellazioni di luminarie impazzano, come ogni anno noi alpini abbiamo salito la via che porta al Bosco delle Penne Mozze di Cison, ove migliaia stele ricordano gli alpini trevigiani caduti in armi. Lassù per accendere un ceppo che li riscaldi durante la notte santa e che riscaldi anche i nostri cuori. Un gesto semplice e amorevole, frutto della nostra religiosità alpina che ha come primo comandamento quello di onorare chi ha dato la vita per la Patria e il dovere. Un breve squillo di tromba e il ceppo è acceso, mentre una voce ha letto un brano che ricorda i Natali passati dai soldati in grigioverde sotto la neve, nella tragedia della steppa o dei Balcani o del fronte greco, quando le suggestioni della notte santa dilatavano la nostalgia della lontananza dalla propria terra e dalla propria casa; Natali che però gli alpini riuscivano lo stesso a ricreare e a celebrare. Un canto struggente, una preghiera per quei morti, il rinnovo della memoria del loro sacrificio, i rintocchi di una campana, un ultimo sguardo alle stele di questo singolare tempio a cielo aperto prima di ridiscendere a valle.

Carissimi tutti, auguri di un sereno Natale e un felice 2015.