GEMONA DEL FRIULI |
Settembre 2014 |
Sabato 3 maggio 2014, alle ore 10:30, all’interno della caserma “Goi-Pantanali” di Gemona del Friuli (UD), il
vicepresidente vicario Narciso De Rosso e il consigliere Sez. Savino Schiavon, hanno partecipato alla cerimonia del 38°
anniversario del disastroso terremoto del 6 maggio 1976. In particolare si ricordavano i 29 alpini morti a seguito di
quel tragico evento, di cui 4 provenivano da Comuni facenti parte della nostra Sezione.
Numerosi i partecipanti, tra i quali in primo piano, i parenti delle vittime, gli alpini in congedo con i loro
gagliardetti dei gruppi e vessilli delle sezioni del triveneto, il Prefetto di Udine, consiglieri della Regione F.V.G. e
della Provincia di Udine, i sindaci del comprensorio gemonese, rappresentanze delle varie FF.AA. e FF.PP, VV.FF, varie
associazioni combattentistiche d’arma, nonché personale in servizio della Brigata Alpina Julia, con il loro attuale
comandante, Gen. B. Ignazio Gamba.
La Santa Messa è stata officiata dal Cappellano della Brigata Alpina Julia, Don Giuseppe Ganciu, il quale nella sua
breve omelia, ha ricordato le brevi vite spezzate di quei giovani alpini, entrati a far parte nel Regno di Dio. A fine
cerimonia ha preso la parola il Sindaco di Gemona, Paolo Urbani, il quale ha salutato tutti i partenti delle vittime e
rievocando quei tragici giorni, ha voluto ringraziare gli alpini per quello che hanno fatto e fanno, l’On. Zamberletti
(non presente per motivi di salute) per l’opera di soccorso e ricostruzione e che gli alpini non hanno solo scritto la
storia di Gemona ma dell’intero Friuli, Gemona è terra di alpini, e per tanti anni questa città ha dato il nome a un
glorioso battaglione alpino. Infine ha parlato il Com.te della Brigata Alpina “Julia”, Gen. B. Ignazio Gamba. Anche lui
ha ricordato quei giorni, allora era un ragazzo di 15 anni e abitava in Piemonte, e ricorda gli emigrati friulani che
abitavano vicino a lui, che chiedevano permessi e ferie ai loro datori di lavoro per ritornare nella loro terra
d’origine e ricominciare a ricostruire dando a tutti un esempio di coraggio, amor proprio, consociativismo e
straordinaria determinazione.
Commovente è stato l’abbraccio tra gli alpini Amedeo Sottana e Angelo Del Bianco, che non si vedevano dal quel tragico
1976. All’epoca del terremoto Del Bianco era sotto tenente e tirò fuori Sottana dalle macerie della Goi, dopo 10 ore di
sofferenza.
Savino Schiavon
la fanfara
Il piccchetto
Il consigliere sezionale Savino Schiavon con il Col. Lauri e con il vice presidente sezionale Narciso De Rosso