GRUPPO CONEGLIANO NEL SEGNO DI BATTISTUZZI |
Dicembre 2014 |
Nei giorni 4 e 5 ottobre 2014, si è tenuta a Conegliano il 5° raduno del Gruppo artiglieria da montagna che prende il
nome dalla nostra città e che qui nacque ufficialmente nel 1909 sotto forma di “Brigata di artiglieria da montagna” per
essere chiamato definitivamente “Gruppo” l’anno successivo. Le sue effettive origini sono un po’ più remote, risalgono
al 1895 con la costituzione della “V^ Brigata di artiglieria da montagna” e le sue leggendarie batterie 13^, 14^ e 15^
sono sorte con denominazioni diverse fin dal 1877. E’ un reparto glorioso come pochi in tutto l’esercito italiano. Ha
combattuto nei scenari più cruenti e difficili delle varie guerre e nelle “missioni di pace” più spinose. Questa unità
si fregia di 2 medaglie d’oro al valor militare meritate nella 2^ guerra mondiale sul fronte greco/albanese e sul fronte
russo, 1 medaglia di bronzo al valor militare nella campagna d’Etiopia e 4 medaglie d’oro al valor militare individuali:
Giovanni Bortolotto, Aldo Bortolussi, Olivo Maronese e Ioao Turolla. Innumerevoli sono le medaglie d’argento e di
bronzo, gli encomi solenni e le croci di guerra concesse ai “montagnini” del Conegliano che attestano il loro impavido
coraggio. Il Gruppo Conegliano ha ricevuto inoltre 1 medaglia d’oro al valore dell’esercito a ricompensa per l’opera
profusa durante il terremoto del Friuli del 1976. Il reparto e tutt’ora in armi e rappresenta la spina dorsale del 3°
Rgt. Artiglieria da montagna. Non sono tante le città alpine come Conegliano che possono vantare ciò. E’ indubbiamente
un grande onore per la città, per gli artiglieri da montagna e per la Sezione ANA. Dalla sua nascita sino agli anni ’30
del novecento, ha avuto la propria sede nella città del Cima. Ma anche quando è stato trasferito in altri luoghi come
Osoppo, Udine, Gemona e Tolmezzo il legame non si è mai sciolto, anzi si è rafforzato nei vari decenni quando molti
giovani della nostra zona sono andati a rinfoltire le fila del Gruppo Conegliano. Il 1° giugno 1985 il sindaco di
Conegliano dott. Pietro Giubilato insignì, nell’ambito del 60° di fondazione della Sezione ANA, della cittadinanza
onoraria l’omonimo gruppo di artiglieria da montagna. Tra i molti episodi in cui si sono sviluppati i fraterni e
cordiali rapporti fra Città, Sezione ANA ed artiglieri in armi, il più degno di nota è sicuramente il tricolore donato
al 3° Rgt. Artiglieria da montagna dalla Sezione ANA di Conegliano quando il Rgt. partì per Kabul in Afghanistan per una
rischiosa missione di pace nel 2003. La bandiera portò fortuna ai nostri militari che tornarono illesi e la
riconsegnarono durante la cerimonia del 4 novembre 2003. Da allora, per affetto e scaramanzia, alla partenza per queste
delicate operazioni, la Sezione ANA saluta gli artiglieri porgendo nuovamente il tricolore. Nel corso degli anni la
partecipazione agli eventi importanti, sia i nostri come Sezione ANA sia i loro come i vari cambi di comandante di
Gruppo, di Reggimento e le varie esercitazioni di tiro, sono stati sempre più frequenti con la nostra presenza assai
numerosa come deve essere. Perché l’ANA è un’associazione d’arma che proprio dalla solidarietà fra commilitoni, fra
quelli, per intenderci, che portavano la penna sul cappello è nata e poi si è sviluppata nel sociale. Il nostro modo
trasparente e realmente gratuito di operare nel sociale, proviene dalle sofferenze nelle trincee, dai drammi umani
inenarrabili, dall’obbedienza ai valori più moralmente alti. E’ per questo che molti ci ammirano e forse qualcuno ci
invidia, ma noi siamo fatti così e non cambieremo mai, fedeli alla nostra storia quasi centenaria.
La cronaca
Senza esagerata enfasi, ma con il desiderio da parte di tutti i radunisti che questo evento possa continuare negli anni
futuri diventando sempre più un appuntamento rilevante nel calendario delle manifestazioni sotto l’egida della Sezione
ANA di Conegliano, domenica 5 ottobre 2014 si sono ritrovati quasi un migliaio di penne nere ovviamente in maggioranza
artiglieri alpini, presso la caserma Marras, attuale sede museale degli alpini di Conegliano. Ordinatamente con la banda
di Moriago a segnare il passo e la supervisione di Claudio Lorenzet, il corteo guidato dai radunisti delle varie
batterie del Gruppo e seguito dagli altri partecipanti ha proseguito per Via Fenzi per poi imboccare la strada che dal
Ponte della Madonna riporta al monumento ai caduti. Dopo l’alzabandiera e l’onore ai caduti c’è stata la rituale
riconsegna del tricolore da parte della Sezione ANA agli artiglieri del Conegliano. La cerimonia è stata diretta in modo
impareggiabile da Nicola Stefani che ha presentato l’evento rivolgendo un pensiero deferente a che nel corso della
storia ultracentenaria del Gruppo Conegliano ha sacrificato la propria vita. Davanti al gonfalone della città di
Conegliano, ai vessilli sezionali di Conegliano, Treviso, Vittorio Veneto, Pordenone, Cividale e Parma, ai gagliardetti
della nostra entità alpina e soprattutto ai simboli delle batterie del “Conegliano”, al colonnello Enzo Ceruzzi
comandante del 3° Rgt. artiglieria da montagna, al ten. colonnello Luca Tesa comandante del Gruppo Conegliano e al
luogotenente Ciro Stoia decano dei sottufficiali del 3° Rgt. artiglieria sono cominciate le allocuzioni morali. Il
presidente della Sezione ANA di Conegliano Giuseppe Benedetti ha portato il saluto delle penne nere coneglianesi ai
presenti e in particolare alle fasce tricolori: il sindaco di Conegliano Floriano Zambon, di Dogna (UD) Gianfranco
Sonego e il vice sindaco di Godega Giorgio Visentin. Ai radunisti presenti il presidente Benedetti ha rivolto un augurio
di passare una buona giornata in amicizia fra commilitoni che hanno voglia di ritrovarsi per ricordare la naja fatta
assieme. Ringraziando chi è venuto da lontano, ha auspicato una presenza uguale se non maggiore per il prossimo raduno a
giugno del 2015 quando nell’ambito del Triveneto verrà data la cittadinanza onoraria al 3° artiglieria. Il sindaco di
Conegliano, capitano degli alpini, Floriano Zambon ha ricordato i vari reparti nati nella città, il trascorso e il
presente alpino che essa vuole mantenere. Dopo aver menzionato il dono del tricolore al 3° artiglieria del 2003 si è
complimentato per la decisione di intitolare il raduno ad Olindo Battistuzzi , medaglia d’argento in Russia. Il
colonnello Enzo Ceruzzi ha voluto portare oltre al saluto suo e del Reggimento, quello del comandante della Julia gen.
Michele Risi e ha avuto parole di riconoscenza per i superiori avuti nella sua carriera presenti a questo evento: i
generali Franco Chiesa, Primo Gadia e Silvio Mazzaroli. Egli si è detto felicemente sorpreso per l’attaccamento
dimostrato in ogni occasione da parte della Sezione ANA di Conegliano per l’attività del reparto e ha voluto ringraziare
fin da ora l’amministrazione coneglianese per la prossima concessione della cittadinanza onoraria al 3° Rgt. artiglieria
da montagna. Infine è intervenuto il generale Franco Chiesa, promotore del raduno, che ha voluto soffermarsi
sull’origine del “Gruppo Conegliano” e ha ribadito che il legame tra esso e la città è indissolubile. L’impegno di tutti
deve volgere al mantenimento e alla perpetuazione nel tempo di questo evento. Ha ricordato il senso dell’esistenza
dell’”Associazione Gruppo Conegliano” di cui è il presidente: “…ricordare è fare tesoro della memoria” e ha esortato a
raccogliere nuove adesioni. Dopo i discorsi ufficiali c’è stata una pausa conviviale presso il Museo degli alpini ove il
bravo taverniere Franco Zornio aveva preparato un rinfresco assai sfizioso. Alle 11.30 è stata celebrata la santa messa
nella parrocchiale di S. Martino officiata da don Alfonso Geremia di Rossano V.to che nei confronti degli artiglieri
alpini ha avuto amabili parole. E’ seguito il rancio servito nel cortile della caserma Marras ove i gruppi di S. Lucia e
Collalbrigo avevano montato i loro capannoni.
Nella giornata precedente di sabato 4 ottobre era stato commemorato con una semplice cerimonia il sergente artigliere
Olindo Battistuzzi, classe 1920, nativo di S. Vendemiano e combattente nella 14^ btr. del Gruppo Conegliano, meritevole
sul fronte russo di una medaglia d’argento. Questa è la motivazione ufficiale: “Specializzato per il tiro di artiglieria
alpina, durante un aspro combattimento contro carri armati nemici, visto cadere un puntatore di un pezzo, prontamente lo
sostituiva, continuando il fuoco contro i mezzi corazzati nemici immobilizzandone due. Colpito da scheggia in successivo
combattimento, non abbandonava la lotta sino a che i carri armati nemici non desistevano dall’attacco. Nella dura e
tormentosa fase di ripiegamento si prodigava con abnegazione al mantenimento dell’unità e compattezza della propria
squadra”. Medio Don Schebekino 16-30 gennaio 1943.
Olindo, orgoglioso della sua alpinità, fu consigliere ed alfiere per molti anni della Sezione di Conegliano. Ci ha
lasciato nel 1991 a seguito di un investimento stradale. Davanti alla sua lapide tombale nel cimitero urbano di S.
Giuseppe è stato posto un mazzo di fiori. Il corteo formato in modo semplice e silenzioso comprendeva oltre ai familiari
il vessillo sezionale scortato dal presidente Giuseppe Benedetti e quello di Parma scortato dal consigliere Cesare Pini
e i gagliardetti del gruppo città, Maset, Ogliano, San Vendemiano, Parè, Collalbrigo, San Fior e Codognè ed era onorato
dalla presenza dei generali Chiesa e Gadia, del maggiore Geronazzo, del presidente emerito Bozzoli e di molte altre
persone che hanno conosciuto ed ammirato Olindo Battistuzzi. IL capogruppo del gruppo città Pietro Masutti ha letto un
ricordo assai commovente e toccante della sua persona rievocando l’intitolazione del gruppo al suo nome il 17 ottobre
2004. Estrapoliamo testualmente alcuni passaggi significativi: “… Olindo faceva parte della sottile compagnia dei
reduci, i sopravvissuti della campagna di Russia che ci hanno trasmesso lo spirito di un credo di rispetto che non
possiamo negare. Olindo nell’inferno russo si è distinto per un’azione coraggiosa, sprezzante del pericolo, con il
coraggio e l’incoscienza che solo i giovani possono avere, con un’azione eroica salva la vita ad altri suoi compagni …”,
ancora: “… lo conoscevamo con l’appellativo di “”Medajeta”” lui ne era fiero e andava orgoglioso della sua medaglia. Un
grande alpino, umile e modesto, per noi, allora giovani, era un’icona, un personaggio che ha impersonificato lo spirito
alpino come pochi …”, infine: “… immagino di vederti seduto su nel giardino di Cantore assieme al colonnello Rossotto e
a tutti i tuoi commilitoni, i leoni “del Conegliano””. Dopo queste parole poco c’era da aggiungere da parte del sindaco
Floriano Zambon, successivo oratore, che si è complimentato dell’iniziativa a ricordo di una persona che lui aveva ben
conosciuto. Olindo Battistuzzi lo ha conosciuto anche chi scrive in un bar di Via Vital a Conegliano. Era assieme al suo
grande amico Giovanni Drusian, quell’omone così simpatico, reduce di Russia ed internato, altro appartenente “al
Conegliano” che poi morì negli stessi mesi del 1991 come Olindo. Ricordo l’espressione un po’ seria di “Medajeta”, alle
prese in giro di Giovanni, poi l’atmosfera cambiò radicalmente quando presentandomi come alpino dissi a loro che ero
amico di Giovanni Furlan, un loro commilitone in Russia. Allora bevemmo assieme un’ombra e Olindo mi sorrise. Ho saputo,
non molto dopo, che Olindo e Giovanni ci avevano lasciato troppo presto. Allora mi scese un velo di tristezza che
riprovo in questo momento.
Prima di lasciare il cimitero, seguendo le parole espresse dal generale Chiesa la mattina successiva, sulla motivazione
dell’esistenza “del Conegliano”, abbiamo voluto soffermarci in religioso silenzio sulle tombe dei presidenti Giacomo
Vallomy e Giovanni Battista Bidasio degli Imberti.
Renzo Sossai
Un sentito ringraziamento all'amico Luigi Rinaldo per il servizio fotografico.
Una lapide ricorda le radici alpine di Conegliano
Lo striscione ufficiale del raduno precede il Gonfalone di Conegliano
La cerimonia in Piazza IV Novembre
Le autorità alpine nella chiesa di S. Martino