IL DOVERE DELLA MEMORIA


Dicembre 2014

di Antonio Menegon

Parte tutto da lì. Dalla memoria dei nostri Caduti, dei nostri reduci andati avanti, dei veci che ci hanno lasciato e che abbiamo scelto di onorare e di ricordare aderendo allo spirito dell’Associazione Nazionale Alpini.

E il luogo della nostra memoria è il Bosco delle Penne Mozze, santuario verde dove riposa il ricordo di oltre 2500 alpini trevisani caduti. Un ceppo acceso, una canta alpina, il suono di una tromba. Andare lì a Natale è lasciarsi trasportare attraverso sentieri così intimi che ti fanno scoprire emozioni nuove.

Ed emozioni nuove deve riservarci questo 2015 in cui la nostra Sezione è chiamata a onorare molteplici appuntamenti. Il più importante è certamente il Novantesimo di fondazione della Sezione ANA di Conegliano, che andremo a celebrare a giugno ospitando anche il Triveneto.

Non meno importante nel 2015 è la ricorrenza del centenario dell’inizio della Grande Guerra, un evento bellico che ha segnato indelebilmente le nostre terre. Lungo il Piave ogni paese porta i segni della guerra; case distrutte e mai più ricostruite, chiese sorte sulle ceneri di quelle abbattute dalle bombe, altri monumenti di grande valore, come l’abbazia di Nervesa e il castello di Collalto, completamente in rovina.

Ma ci furono ferite ben più gravi e più difficili da rimarginare a causa della guerra. Sono i morti in battaglia, i morti per fame, le famiglie distrutte dalla miseria e dalla pellagra a farci gridare “mai più una guerra”. E ci sono i cippi e i monumenti a ricordarcelo.

L’arrivo del Centenario deve essere occasione di un impegno straordinario di ogni Gruppo e di ogni alpino affinché quelle morti, quelle sofferenze e quelle distruzioni non siano accadute invano. Facciamo sì che la memoria di quei soldati non vada perduta. Facciamo sì che gli episodi occorsi un secolo fa non cadano nell’oblio, ma diventino patrimonio della nostra cultura e delle nostre coscienze.

Bene fanno quei Gruppi che vanno nelle scuole a prodigarsi nell’alzabandiera, a intonare l’Inno nazionale e portare un po’ di cultura patria nel luogo educativo per eccellenza qual è la scuola.

Nel 2015 questi interventi vanno certamente ripetuti e potenziati, proprio per il Centenario della Grande Guerra. Fissiamo una data, per esempio il 23 maggio 2015, di sabato, vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, e andiamo a parlare di ciò che ha prodotto in paese quella guerra. Scegliamo un’altra data se ci è più comoda, ma non lasciamo cadere questa occasione, ricordandoci che gli accordi con le scuole vanno presi per tempo.

Ci sono poi i cippi da ripulire, le lapidi da rinnovare, la ricerca di storie e episodi da trascrivere e archiviare, le foto da raccogliere e salvare in formato digitale. Poi se qualcuno avrà voglia di “studiare le carte” si potrà arrivare a una pubblicazione, a un opuscolo.

Certo il 2015 ci riserverà tante altre occasioni di incontro e di celebrazione (nella seconda di copertina c’è una sintesi degli appuntamenti principali) e la partecipazione negli eventi che verranno ha da sentirsi un dovere per tutti gli alpini.