UN PASSO AVANTI |
Settembre 2014 |
di Antonio Menegon
Un passo avanti va fatto. Se vogliamo davvero trasmettere valori e ideali alpini, un passo avanti va fatto. E le
commemorazioni previste per il 2015 in occasione del centenario della Grande Guerra, sono certamente una bella
occasione per centrare l'obiettivo, ma bisogna arrivare preparati.
Un deciso passo avanti lo sta certamente facendo il Museo degli Alpini di Conegliano, che con il Comitato che lo
gestisce e il suo direttore Luciano Barzotto sta programmando un 2015 ricco di attività e iniziative. Una programmazione
che arriva al 2018 quando si commemoreranno, e allora sì sarà vera festa, i 100 anni dalla fine della
Prima Guerra Mondiale. Nel 2015, il Museo ospiterà specifiche mostre, ma è la struttura museale che è destinata a
diventare importante a livello nazionale e internazionale, con la creazione di una biblioteca sezionale, un magazzino per
i reperti museali e la sede del Centro Studi.
Di più: c'è un progetto di un Centro Studi sulla bonifica degli ordigni da intitolare a un illustre
coneglianese, il capitano degli alpini, medico, Ugo Cerletti, figlio dell'ingegner Giovanni Battista Cerletti, fondatore
della prima scuola enologica d'Italia. Previste anche nuove pubblicazioni, interventi di formazione e divulgazione
nelle scuole e rivolti alla cittadinanza.
Per il 2015 andrà in porto anche il rifacimento della copertura della ex caserma Marras che confina col Museo degli
Alpini, avuta in concessione per nove anni dal Comune di Conegliano e questo permetterà di avere un avamposto di
cultura alpina in città. Il 2015 è l'anno del centenario, ma è anche l'anno del novantesimo della Sezione ANA di Conegliano e anche per questo evento un comitato, guidato dal presidente
emerito Toni Daminato, è al lavoro.
Il 2015 della Sezione Conegliano vedrà in città l'Adunata Triveneta, il campionato Nazionale ANA di Corsa in Montagna
e un importante intervento di Protezione Civile sul Monticano. Eventi, manifestazioni e operazioni che daranno lustro
agli alpini, alla nostra Sezione e faranno da testimoni dello spirito che anima le penne nere. Ci saranno cerimonie,
eventi di cultura, articoli sui giornali e servizi nelle radio e nelle televisioni.
C'è però dell'altro nei nostri paesi, nelle borgate, tra le colline e nei cimiteri che dobbiamo andare a recuperare
per dare lustro alla nostra Sezione e al nostro essere alpini. È possibile farlo con gesti semplici, ma certamente
impegnativi.
Si tratta dell'andare a recuperare, prima che il tempo la cancelli definitivamente, la memoria di chi la Grande Guerra
l'ha combattuta, l'ha subita, ne ha pagato le conseguenze. Si tratta di lapidi nei cimiteri, cippi o monumenti,
ma anche trincee, osservatori, ricoveri nascosti tra le colline. E inoltre foto, lettere, diari che si possono ancora
trovare nei cassetti dei comò o in qualche soffitta.
Raccogliere, riprodurre in copia e magari elaborare la storia di Piero, piuttosto che di Bepi o Toni che la Grande
Guerra l'hanno combattuta, sentendo le testimonianze di figli o nipoti.
Un'associazione a cui sono iscritto, ArcheoSusegana, ha cominciato a recuperare due trincee a Colfosco, sul Colle
della Tombola, che guarda il Piave e la piana.
Lo ha fatto anche con l'aiuto del Gruppo alpini di Colfosco e su quelle trincee, nell'osservatorio e sulla postazione
di cannone lì presenti porterà i ragazzi delle scuole e quanti vorranno sapere e vedere.