LA VERITA' SULLA MORTE DEL GENERALE CANTORE


Dicembre 2015

Angelo Pisu

Alpino per un mese, carabiniere per una vita, Angelo Pisu, di Susegana, appassionato studioso della Grande Guerra, ha voluto donare alla biblioteca del Gruppo Collalto il volume “Antonio Cantore” di Oreste Bruno Ongaro, per testimoniare la sua amicizia con le penne nere collaltine e lanciare un messaggio.

“È un libro ricco di storie di soldati e tra questi il generale Cantore – spiega Angelo Pisu – ho letto talmente tante versioni sulla morte di Cantore che ho deciso approfondire l’argomento. Ho pensato subito che era poco convincente la versione secondo cui un alpino avesse potuto sparare al suo generale, un uomo che andava in prima linea, che stava sempre con i suoi alpini. Ho scartato le versioni che riportavano i fatti per sentito dire e ho trovato così molti riscontri alla ricostruzione del capitano Comucci che si trovava con Cantore il giorno della sua morte. Una versione spiegata con chiarezza nel libro di Ongaro”.
Secondo Angelo Pisu il generale Cantore era in visita a una trincea quando si fermò davanti a una “lunetta” lasciata libera perché costantemente nel mirino di un cecchino austriaco.
A un sottotenente che stava per affacciarsi al pertugio il generale Cantore avrebbe detto di lasciare che a guardare da quella postazione fosse lui perché più vecchio e avrebbe poi aggiunto: “la pallottola che mi ammazzerà deve essere ancora fusa”.
Furono le sue ultime parole perché una pallottola gli trapassò il cranio e il generale rotolò a terra coperto di sangue.

La donazione del libro è avvenuta nel corso di una serata conviviale in cui Angelo Pisu ha illustrato la sua ricerca sulla morte del generale Cantore, citando libri e varie ricostruzioni dei fatti avvenuti ai piedi delle Tofane il 20 luglio del 1915, in località Fontananegra.

Il capogruppo Primo Spironelli ha avuto parole di ringraziamento per Angelo Pisu, soprattutto per il gesto che ha compiuto, donando un pezzo importante della memoria storica degli alpini al Gruppo Collalto. Da parte sua, Pisu ha raccomandato di far circolare il libro tra gli associati, di fare propria la storia e la cultura di quegli alpini che in guerra seppero dare il meglio di sé, con senso del dovere e del sacrificio.

Originario della Sardegna, Angelo Pisu, dopo 35 anni al servizio della Benemerita, 22 dei quali passati nella stazione di Susegana, si è congedato col grado di Vicebrigadiere. Nel 1958 trascorse un mese con gli alpini, aggregato alla caserma Italia di Tarvisio, per controllare l’ordine pubblico durante gli scioperi alle cave del Pedril.
“È a Tarvisio, dove sono nate amicizia e stima per gli alpini che ho imparato ad apprezzare la grappa” – ricorda Pisu, che da allora ha nel cuore le penne nere. Appassionato accompagnatore sui luoghi di guerra, trincee, postazioni e osservatori che ancora oggi sono visibili, Angelo Pisu ha sempre coltivato la sua passione per la storia e in particolare per il primo conflitto mondiale del quale può essere considerato un vero esperto.

Antonio Menegon


Nella sede degli alpini di Collalto