TRIVENETO 2015


Luglio 2015

"Appunto, mancano solo 3 chilometri..."


Il fuoco del Bosco
per il Triveneto

In occasione del Raduno Triveneto 2015 i giovani della Sezione di Conegliano hanno voluto coinvolgere i loro pari del 3° Raggruppamento in una tanto semplice quanto significativa cerimonia.

Partendo dal Bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino, luogo simbolo e di grande riferimento per la commemorazione di tutti gli alpini caduti in servizio delle Sezioni trevigiane, una cinquantina di giovani alpini e alcuni giovani amici degli alpini, provenienti dalle Sezioni di Bassano, Pordenone, Treviso, Valdagno, Vicenza, Marostica, Padova e Conegliano, hanno scortato la fiaccola fino a Conegliano per l’accensione del braciere al Monumento ai Caduti di Piazza IV Novembre, monumento da poco restaurato con uno splendido lavoro da parte della Sezione ANA come dono perenne alla Città.

Al mattino, con una cerimonia molto semplice, si è svolto l’alzabandiera e onore ai Caduti presso il Cippo del Bosco delle Penne Mozze. Presenti i Vessilli di Vicenza, Pordenone, Vittorio Veneto e Conegliano oltre ai gagliardetti dei Gruppi di transito della fiaccola.

Hanno preso parola per dei brevi discorsi il responsabile dei Giovani del 3° Raggruppamento Alessandro Ferraris, il Vice Presidente della Sezione di Conegliano Gino Dorigo e il Presidente del Comitato Bosco delle Penne Mozze Claudio Trampetti.

Accesa la fiaccola dal braciere, ci siamo incamminati verso Conegliano di buon passo, con lo sguardo rivolto spesso in alto a scrutare le nuvole che si facevano sempre più minacciose.
Infatti, appena passato il centro di Cison di Valmarino, ci ha raggiunto una forte ed incessante pioggia che ci ha accompagnato sino alle porte di Tarzo, nostra prima tappa.
Qui, raggiunta Piazza IV Novembre dove gli alpini del gruppo ci attendevano per un ristoro, un sempre più caldo sole faceva capolino tra le nuvole.
Con la presenza del Sindaco e del Capogruppo di Tarzo abbiamo potuto quindi rendere onore al Monumento ai Caduti con l’alzabandiera e la deposizione di una corona.
Ripartiti, nel giro di un’ora circa siamo giunti alla sede del Gruppo Alpini di Corbanese dove, dopo il rituale alzabandiera e dopo aver messo ad asciugare alla meglio gli indumenti ancora bagnati, ci siamo seduti a tavola per un ottimo e rifocillante pranzo preparato dagli alpini e mogli degli alpini.
Un po’ appesantiti per il lauto pranzo, abbiamo ben presto ripreso il cammino verso Conegliano.
L’acqua nelle scarpe dava ben presto posto al peso delle nostre gambe che ora sotto un sole cocente diventavano sempre più stanche.
La vista del cartello “CONEGLIANO” però ci ha ricaricato per portarci anche con un po’ di anticipo alla sede del Gruppo Alpini “Maset” per un ultimo riordino prima della passerella finale in centro città.
Qui, dopo l’accensione del tripode e l’onore ai caduti, ci siamo diretti in Piazza Cima per il conferimento della cittadinanza onoraria al 3°RGT ART MONT “CONEGLIANO” fronte ai vessilli e alle autorità.
Questa è la cronaca nuda e cruda del nostro “pellegrinaggio”, ma non è sicuramente quello che rimane nel cuore e nei ricordi di chi ha vissuto questa magnifica esperienza.
Rimarranno invece impresse le emozioni incontrate durante tutta la giornata: l’alzabandiera nel silenzio assordante del Bosco delle Penne Mozze, i discorsi brevi ed incisivi che acclamavano il nostro intento nel ricordare chi ha dato la vita per la nostra patria, gli applausi e gli incitamenti della gente che incontravamo per strada, la pioggia scrosciante che ci scendeva lungo la schiena, l’accoglienza alpina ricevuta durante il percorso, i canti che via via si intonavano, l’amicizia che si instaurava passo dopo passo, la fierezza nel compiere un gesto importante.
L’entrata in piazza IV Novembre attraverso la Passerella degli alpini e la sfilata tra due ali di folla immense è stato sicuramente il momento più emozionante e appagante dove ogni fatica e dolore per la lunga camminata sembravano svaniti.
Due parole vanno spese anche per un giovane che è stato, a mio avviso, il traino per tutti noi: come detto, nel gruppo c’erano anche dei giovani che non hanno avuto l’onore di poter indossare il cappello alpino, ma che hanno voluto fare loro lo spirito di noi alpini.
Uno di questi, Jacopo, soffre di un vistoso problema motorio che gli impedisce i normali movimenti nel cammino rendendogli difficile ogni passo.
Questo non gli ha impedito di incamminarsi con noi e starci affianco per tutti gli oltre 26 chilometri che separano il Bosco delle Penne Mozze da Conegliano, e anche negli ultimi chilometri, dove il caldo cocente e la fatica si facevano sentire anche ai più allenati, in un momento di vistosa sofferenza, alla domanda “siamo ormai arrivati, mancano solo 3Km, perche non sali in auto?” ha risposto con orgoglio ”Appunto... mancano solo 3 chilometri”.
E’ un attaccamento al dovere e una fierezza che ha lasciato i più a bocca aperta, facendo ben sperare che lo spirito che ci lega e ci fa appartenere a questa Associazione possa contagiare sempre più anche chi l’alpino non lo ha potuto fare come è successo a Jacopo.
Ci auguriamo che questo gruppo di giovani che si sta man mano rinfoltendo e pregiando di sempre nuove e lodevoli iniziative riesca a catturare tutti quei giovani che ancora oggi non conoscono o non frequentano la nostra realtà alpina diventando punto di appoggio per i nostri Gruppi e Sezioni.

Simone Sanson


Il presidente del Bosco Claudio Trampetti parla ai giovani


Accensione della fiaccola al Bosco delle Penne Mozze


I giovani in marcia dal Bosco a Conegliano


L'alzabandiera a Tarzo


Gli onori ai Caduti al Monumento di Tarzo





Al Monumento ai Caduti di Conegliano