CLAUDIO BOTTEON


Agosto 2017

Claudio Botteon, terzo al “Città di Chioggia”

Il 10 dicembre 2016 a Chioggia, città di mare, si è svolta la premiazione del concorso nazionale di narrativa “Premio letterario Città di Chioggia” 8° edizione, organizzato dalla città omonima, dalla Pro Loco di Chioggia e Sottomarina, dalla Città metropolitana di Venezia e patrocinato dalla Regione Veneto.

Al terzo posto si è classificato Claudio Botteon, alpino del Gruppo di Pianzano, che dopo aver scritto 4 libri storici, ha voluto provare la nuova avventura dei racconti di narrativa nei concorsi nazionali. Questa nuova esperienza, che gli ha permesso di guadagnarsi subito un terzo posto con un racconto alpino ben apprezzato in una città di mare, è stata un valore aggiunto che valorizza la sua decennale esperienza nel campo della narrativa storica ed in particolare alpina.
Ma la soddisfazione più grande è stata quella di aver fatto apprezzare un racconto alpino, ambientato nella seconda guerra mondiale, ad una giuria di docenti dell’università di Venezia la cui caratteristica principale è pensare, vivere e capire principalmente l’ambiente marino, con le sue navi, i suoi venti, la sua pesca e le storie di pescatori che niente hanno a che vedere con quelle delle nostre montagne; proprio per questo il suddetto premio è ancora più valorizzato nel merito.
La scrittura, questo potente mezzo di comunicazione che suscita sensazioni, emozioni e stati d’animo che nessun altro mezzo è in grado di trasmettere, e Claudio, con questo suo racconto dal titolo: “Regina, una madre in trepida attesa”, ha saputo cogliere e trasmettere quelle emozioni, quegli stati d’animo tipici dell’ambiente alpino, ma che sono stati capiti ed apprezzati anche da gente di mare. Il racconto si snoda attraverso la storia vera di Angelo (padre dell’autore), artiglire alpino nella seconda guerra mondiale, che una volta terminata la Campagna di Grecia, dopo l’8 Settembre 1943, fu preso prigioniero dai tedeschi insieme a molti altri italiani nell’isola di S. Maura (oggi Leucade), tra Itaca e Corfù, nella Grecia occidentale sotto occupazione italiana.
Fatto prigioniero e spedito tramite vagoni bestiame nel campo di concentramento di Francoforte sull’Oder, nelle Germania orientale, inizia la sua storia come prigioniero di guerra nell’omonimo campo, tra privazioni, fame e maltrattamenti fino all’epilogo della liberazione da parte delle truppe Russe, che poi la trasformano in una nuova prigionia per i soldati Italiani che vengono nuovamente rinchiusi nel campo e utilizzati nei lavori in una cava.
La storia si alterna tra le traversie di Angelo prigioniero e la storia parallela della madre Regina in spasmodica attesa del suo ritorno, che non aveva più avuto notizie del figlio dopo l’8 Settembre.
La sua sicurezza interiore dell’esistenza in vita del figlio, nonostante l’assenza di notizie e nonostante tutti ormai in paese dubitassero sul suo ritorno, le infondeva un coraggio e una forza di volontà tali che riusciva persino a trasmetterli ai figli e al marito Pietro.
Il suo corpo a causa di questa ansia interiore, diventava sempre più minuto, ma la sua forza nel vincere il dolore per la lontananza del figlio l’aiutava a trascorrere quelle giornate interminabili.
E un giorno di primavera del 1946 Angelo, durante un trasferimento in una notte buia e tempestosa, riuscì a buttarsi in un canalone da cui poi poter fuggire in direzione delle amate Alpi. Regina dopo anni interminabili in trepida attesa riuscì finalmente a riabbracciare l’amato figlio.
Questo racconto è stato scritto da Claudio Botteon, non solo per raccontare una storia vera, familiare, ma per dimostrare il coraggio alpino e la forza di volontà di una madre e di suo figlio che non si sono mai arresi, nemmeno nei momenti più bui, quando la forza di resistere veniva meno e tutto sembrava perduto. Questa storia è stata apprezzata e premiata proprio per questo motivo, per aver saputo trasmettere quei valori tipicamente alpini, quella forza di volontà, caratteristica della gente di montagna, ma che è anche una caratteristica fondamentale della gente di mare come quella di Chioggia e Venezia.