MUSEO DEGLI ALPINI, DALLA MEMORIA ALLA STORIA |
Giugno 2016- |
Quando entri nell’atrio del Museo degli Alpini di Conegliano ti colpisce in
alto ben visibile e scolpito un motto: Non per celebrare la guerra e nemmeno
chi la ha voluta ma per ricordare e tener viva la memoria di chi la guerra la ha
dovuta fare. Sta tutto in queste tre righe, senza alcuna retorica, il
programma del Museo degli Alpini di Conegliano, sorto nel 2006, per volontà
della Sezione ANA di Conegliano, con il patrocinio dell’Amministrazione
comunale.
Un motto perfettamente coerente con una associazione d’arma che, pur non
rinnegando la propria natura, ha saputo e sa celebrare la pace con l’impegno
quotidiano partecipando attivamente alla gestione dei beni comuni, siano essi
storiciarchitettonici o sociali.
Il museo si trova nella pertinenza di quello che un tempo fu un convento dei
domenicani confiscato da Napoleone e trasformato in caserma.
Ma è con il passaggio del Veneto dall’Austria all’Italia nel 1866 che la caserma
assume importanza per la storia stessa degli Alpini: qui vengono fondati il 6°
(5/10/1882) e il 7° Reggimento Alpini (01/08/1887) e il Gruppo di Artiglieria da
montagna “Conegliano” (21/08/1885).
In questo ambito, carico di storia per la vita stessa degli alpini, gli alpini
provvedono alla ristrutturazione della pertinenza della caserma già utilizzata
come stalla dei cavalli.
La prima mostra fu inaugurata il 29 ottobre 2006 e per rappresentare l’orgoglio
e l’emozione vale forse la pena ricordare alcune delle parole pronunciate allora
da Francesco Giacuz, artigliere alpino del Gruppo Val Tagliamento 3° Reggimento
della Julia, reduce di Albania, Grecia, Serbia e Montenegro: “La gente magari
vede tutti i giorni i reduci camminare per le strade di Conegliano o di altri
paesi, ma non può valutare ciò che hanno fatto queste persone quando erano
giovani e i reduci che oggi sono presenti alla cerimonia sono i più fortunati,
perché tanti loro compagni ci hanno lasciato la vita in guerra. (....) Il museo
è il Pantheon di un popolo. Ci sono i musei della pittura e della scultura ed
ora c’è anche questo capolavoro, dove la cittadinanza, i giovani possono
fermarsi a guardare la storia di gente umile, di ragazzi che hanno combattuto e
si sono sacrificati per la Patria.”
Dal 2006 stanno per compiersi dieci anni da quando il museo degli alpini è sorto
e l’attività ha continuato a svilupparsi su temi importanti.
La Grande Guerra il tema della mostra del 2007 e precisamente “9 novembre 1917 -
Conegliano dopo Caporetto”.
All’inaugurazione della mostra fu presentato un libro di storia: “Conegliano -
Un anno di dominazione straniera 1917-18” di Innocente Azzalini e Giorgio
Visentin, che approfondisce il problema della sofferenza della popolazione
civile. E l’anno 2008, in occasione del 90° anniversario della Vittoria, il tema
fu sempre la Grande Guerra, con la mostra nel 2009 sui monumenti ai caduti dello
scultore Vittorio Celotti. Poi si passa nel 2010 all’attualità e cioè
all’impegno degli alpini nelle zone calde del pianeta ed è l’Afganistan.
Nel 2012 sono d’attualità le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità
d’Italia.
Ma gli alpini non potevano dimenticare, nel 2013, 70° anniversario, una pagina
eroica ma allo stesso tempo tragica della propria storia: l’ARMIR, l’armata
italiana in Russia.
E poi nel 2014 la campagna d’Italia 1943/1945 un periodo importante e
travagliato della storia d’Italia. E non si poteva, nella ricorrenza del
centenario, 2015, non riprendere il tema della Grande Guerra, con la mostra
“Ricordami, sulle tracce degli Alpini”.
La mostra si sviluppa in quattro tappe, dedicate a ciascun anno di guerra. Con
gli oggetti presentati nel museo, che non sono solo delle cose che uno può
guardare con più o meno interesse, ma sono dei “documenti” che ci parlano di una
guerra diversa da quelle combattute fino al secolo precedente.
Una guerra combattuta con mezzi più “sofisticati”, per noi certo antiquati, ma
allora di grande impatto per i soldati che andavano a combattere, costretti
nelle trincee ma tuttavia armati di fucili più veloci a sparare, dotati di
mitragliatrici, di cannoni a lunga gittata. E ciò nonostante è una guerra di
posizione, snervante.
E quella degli alpini è una guerra dura, su posizioni difficili, conquistate,
perse e riconquistate. E poi ci sono i gas, usati dagli austriaci contro un
esercito, quello italiano, inizialmente impreparato.
A partire da questo, il Museo degli Alpini, fino al 2018, ci mostrerà,
attraverso gli oggetti, il sudore, la fatica e il sangue costati per la difesa
dell’ideale di Patria, il percorso che ha portato al completamento dell’Unita’
d’Italia. Grazie all’impegno e contributo volontario di presenza degli alpini,
il museo sarà aperto tutti i sabati e le domeniche pomeriggio e aprirà inoltre
durante gli altri giorni, su richiesta per visite programmate degli studenti
delle scuole.
Per non disperdere questo patrimonio documentale è stato costituito, con una
cerimonia tenutasi il 31/10/2014, con l’intervento della nipote di Giovanni
Battista Cerletti, il Centro Studi “Ugo Cerletti”, che si avvale del contributo
di periti e studiosi per la catalogazione, la ricerca e la divulgazione di tutto
quello che riguarda l’attività degli alpini, in guerra e in pace. Presso il
Centro Studi, la Sezione ANA di Conegliano ha trasferito anche la Biblioteca
Sezionale.
Nella Biblioteca sono conservati, tra gli altri, i testi, provenienti dal Museo,
che narrano le vicende legate al Gruppo Conegliano: “Il Gruppo Conegliano nella
Campagna di Grecia 1940-41”, “Giovanni Bortolotto – le vicende del Gruppo
Artiglieria Alpina ‘Conegliano’ sul fronte russo”, “1935- 1937- Artiglieria
Alpina in Africa Orientale – diario della 13^ Batteria del Gruppo Conegliano”.
All’interno del Centro Studi è conservata una grande collezione di ordigni della
1^ e 2^ guerra mondiale, proprietà del collezionista Bruno Marcuzzo, disattivati
a norma di legge, e consegnati in comodato d’uso al Centro Studi. Si vuole con
questa collezione dare un contributo alla diffusione delle idee in materia di
prevenzione sul tema della pericolosità dei residuati bellici che, come tutti
sanno, non è raro, ancora oggi ritrovare nei nostri paesi e nelle nostre città,
teatro di ben due guerre mondiali.
Il proseguimento di questa opera di ricostruzione, informazione, diffusione,
oltre che alla passione del direttore del museo Luciano Barzotto, degli alpini
che sono impegnati nel comitato del museo e dei collaboratori che prestano la
loro opera specialistica, è garantita dal pieno appoggio degli organi direttivi
della Sezione ANA e dalla disponibilità dell’amministrazione comunale di
Conegliano che ha concesso l’utilizzo oltre che dei locali occupati dal museo,
anche di parte del fabbricato adiacente all’ex caserma.
Gianfranco Losego