Giornalisti e alpini |
Agosto 2017 |
di Renzo Sossai
Attesa più ancora di altre, l’Adunata Nazionale degli Alpini a Treviso, denominata “Del Piave”, si è consumata fra le ali di folla trionfanti all’interno delle Antiche Mura della città del Sile e del Cagnan. L’enfasi grandiosa, commovente e coinvolgente, ha accompagnato lo sfilamento di oltre 70.000 alpini nelle circa 13 ore di passerella.
E' terminato il tutto un po’ troppo tardi alle 21.30 di domenica sera 14 maggio, ma pensiamo che ai presenti, ad applaudire, sia tutt’altro che dispiaciuto. Perché l’atmosfera è stata veramente unica per numeri, colori ed emozioni. Le stime degli organi preposti hanno parlato di circa 600.000-650.000 presenze in città, tantissimi davvero per la nostra Treviso, che non abbonda per dimensione e che è antica nella sua struttura e nella sua viabilità interna. Del resto le adunate che si svolgono nel Nord-Est raggiungono la vetta di partecipazione più di altre città del resto d’Italia.
Non è stato facile, ma Treviso ha resistito all’arrivo di così tante persone; che sia chiaro in minima parte sono congedati alpini o alpini in armi. La leva sospesa ormai più di 10 anni fa, ha ribaltato le percentuali da quando alcuni decenni addietro cominciai a parteciparvi. E allora quei circa 150.000 o forse più di alpini presenti devono coprire tutti i ruoli e le mansioni più o meno importanti per garantire lo svolgimento con tutte le caratteristiche etiche che sono il nostro bagaglio morale.
Lo hanno fatto come sempre in maniera egregia, fin dalle prime cerimonie di venerdì: “l’alzabandiera” in mattinata e “l’arrivo della Bandiera di Guerra” del 7° Rgt. Alpini in serata.
Come degne di nota sono state le cerimonie a Cima Grappa e a Fagarè della Battaglia contemporaneamente celebrate all’alzabandiera in centro, di venerdì mattina. Tutto bello dunque? Farei violenza a me stesso se non dicessi che vedere ragazzi che ormai potrebbero essere miei figli indossare il cappello alpino, senza aver fatto il militare, e sentirsi autorizzati a bere esageratamente fino ad ubriacarsi mi provoca disgusto.
Avrei voluto comunque più servizi igienici in centro e bacchetto pure quei pubblici esercizi che, a fronte di incassi ingenti e clamorosi, so per certo, hanno chiuso la toilette piuttosto che mettere qualcuno a tenerla pulita. Poi “Trenitalia”: che avvilente constatare la disorganizzazione che ha portato a molti disagio e preoccupazione. Positivamente ho visto ben pochi trabiccoli, forse stiamo riuscendo a limitare al minimo questo fenomeno.
Voglio mettere in risalto la nostra Sezione di Conegliano con un migliaio abbondante di penne nere che alla sfilata di domenica, per l’impegno della gestione del ristoro in centro città, per le evoluzioni del Coro Bedeschi e della Fanfara Alpina di Conegliano, sempre applaudite fragorosamente e per le manifestazioni di “Aspettando l’Adunata”: concerti, iniziative culturali e la splendida staffetta lungo il corso del Fiume Sacro alla Patria il nostro