CISON |
Dicembre 2017 |
E’ un bosco che cresce quello di Cison, nuove piante si affiancano a quelle
che un giorno saranno potate o tagliate, altre moriranno. Quanti anni ci
vorranno perché ci sia il ricambio? Un secolo o forse meno?
Quello che ogni anno si arricchisce è quello strano sottobosco fatto di steli
metallici piantati in decenni dagli alpini trevigiani.
Quest’anno, ed è il 46° anno dalla sua nascita, la cerimonia di commemorazione e
ricordo degli alpini andati avanti è stata particolarmente suggestiva e
simbolicamente densa di significato. Alle oltre 2400 steli si è aggiunta quella
dell’alpino Giuseppe Carraro di Mogliano reduce della grande guerra e morto in
seguito per malattia contratta sul campo di battaglia. Come ha ricordato,
commuovendosi, il presidente del Comitato del bosco delle Penne Mozze, Claudio
Trampetti, altre se ne aggiungeranno perché sono ancora tanti gli alpini da
ricordare.
Quest’anno, come si diceva, il Bosco si è arricchito di nuove targhe; hanno
trovato posto fra le altre quelle delle sezioni ANA di La Spezia, Luino, Novara,
Molise e Vercelli.
L’oratore ufficiale Alessandro Rossi Presidente della Sezione di Brescia ha
ricordato tutti gli alpini che hanno permesso la realizzazione di quello che ha
definito un “monumento vivo fatto di Penne Mozze” e ringraziato quelli che si
prodigano anno dopo anno per la sua preservazione. Il relatore ha ricordato i
momenti che hanno fatto la storia delle truppe alpine: Ortigara, Adamello,
Grappa, Pasubio e altri; ha poi posto l’accento sulla necessità di ripristinare,
i modi sono da discutere, un servizio militare obbligatorio per quanto diverso
dal passato per dare un segnale di appartenenza a tanti nostri giovani senza più
ideali e dediti solo a se stessi e alla soddisfazione delle loro pulsioni
l’altruismo è bandito.
E' poi intervenuto il Generale Genovese che ha ringraziato per la loro presenza
i reduci presenti fra cui Ottavio Pes di Fontanafredda, reduce di Russia e non
ultima la vedova di Enrico Reginato medaglia d’oro e figura splendida di Alpino
e Reduce scomparso nel 1990. Fra i presenti ha poi ricordato il fratello di
Emanuela Setti Carraro, moglie del Generale Della Chiesa uccisi dalla mafia a
Palermo proprio il 3 settembre di 35 anni fa.
Il motivo della presenza di Gianmaria Setti Carraro a questa manifestazione è
dovuto al legame che la sorella aveva con gli alpini: lei stessa aveva voluto
come testimone di nozze il generale Reginato; infatti il suo primo incontro con
il futuro marito era avvenuto all’adunata degli alpini di Genova anni prima.
La banda di Cison ha accompagnato i momenti salienti della cerimonia e il coro
ANA di Vittorio ha cantato l’inno del Bosco delle Penne Mozze scritto dal
maestro Efrem Casagrande.
Il parroco di Cison don Adriano Sant ha officiato la Santa Messa e alla fine
della liturgia il presidente della Sezione di Vittorio Francesco Introvigne ha
letto la Preghiera dell’Alpino.