Adunata del Piave |
Agosto 2017 |
Chi, tra quanti hanno fatto la naja col cappello alpino in testa,
non ha cantato almeno una volta “Era una notte che pioveva”?
E chi non ha provato un sussulto
di orgoglio quando la fanfara
della Brigata faceva rimbombare
le note dell’Inno di Mameli?
I canti alpini, intonati sommessamente
nelle camerate
delle caserme o eseguiti magistralmente
dalle formazioni corali
alpine, sono una parte rilevante
del carattere delle penne
nere e l’Adunata del Piave, col
suo ricco cartellone di musica scarpona, è lì a dimostrarlo.
Dall’11 al 14 maggio Treviso è
stata la capitale della tradizione
alpina e anche della musica alpina.
Condivide questo titolo con
tanti paesi e città della Marca
che, in quei giorni, hanno ospitato
concerti corali nelle chiese,
nei teatri e negli auditorium.
D’altra parte, quando è in programma
una manifestazione o
una cerimonia delle penne nere,
ogni Gruppo, dal più piccolo al
più grande, ogni Sezione ANA, fa
precedere l’evento ufficiale da
una serata di cante alpine.
L’Adunata di Treviso non si è
sottratta certo alla regola, anzi,
ha caratterizzato l’evento nazionale
con una grande kermesse
musicale con oltre 60 concerti
sparsi sul territorio provinciale e
in città. Negli stessi giorni tutti i
momenti istituzionali sono stati
accompagnati dalle fanfare alpine.
Un ruolo speciale lo ha avuto
il coro sezionale degli alpini
di Conegliano “Giulio Bedeschi”
diretto da 12 anni da Simonetta Mandis.
Non solo il concerto nella
chiesa di San Nicolò, a Treviso,
insieme al Coro ANA di Milano,
al Coro ANA di Portogruaro e a
quello, sempre alpino, di Gemona
del Friuli, ma anche tanti altri
appuntamenti, non ultimi quelli
in strada, con gli alpini.
L’organizzazione dell’Adunata
di Treviso ha voluto programmare
un “terzo tempo”
della musica in 11 piazze, fatto
di contatto diretto tra chi canta
e chi ascolta, magari arrivando a
cantare tutti insieme, intonati e
stonati, come vuole la tradizione
alpina.
Un modo per far festa ma
anche per “educare” che però si
è scontrato, bisogna dirlo, con la
musica assordante e banale di
tanti bar e locali che hanno così
confermato il proverbiale rispetto
par i schei, piuttosto che per la
tradizione.
“Tra le attività del Coro della
Sezione ANA di Conegliano “Bedeschi”
– racconta Simonetta Mandis – abbiamo delle lezioniconcerto
nelle scuole che è un
po’ la nostra missione fatta di
immagini, di parole e di musica
riguardanti gli alpini. Gli studenti
rimangono molto colpiti.
E' un
modo diverso di raccontare la
storia in cui gli alpini sono stati
protagonisti, dalla fondazione del
corpo ad oggi, un modo diretto,
fatto soprattutto di emozioni.
Quest’anno all’Auditorium del
Museo di Santa Caterina di Treviso
abbiamo incontrato 400 giovani
studenti, ma i nostri incontri
hanno luogo nelle scuole, alcune
delle quali ci chiamano ogni
anno.
Cerchiamo di far capire un
po’ della nostra storia con modi
che nei libri non si trovano. Sono
incontri interdisciplinari dove non
c’è solo la musica, incontri che rimangono
nel cuore dei ragazzi”.
Antonio Menegon