CISA 2018 - TRIESTE


Agosto 2018

Convegno itinerante della stampa alpina
“Cosa c'è dentro i nostri giornali”

Quest'anno il CISA, convegno itinerante della stampa alpina, mi porta nella sempre splendida Trieste, città di portuale che occupa una sottile striscia di di terra tra l'Adriatico e il confine Sloveno, correndo lungo l'altipiano del Carso. L'influenza italiana ,slovena e austro-ungarica sono ben evidenti sia nel centro storico medioevale sia nel più neoclassico quartiere di epoca austriaca.
Appena arrivato e completate le operazioni di registrazione al convegno faccio la conoscenza del generale Maurizio Ruffo, già comandante del 6° Alpini e cittadino onorario di Conegliano, con il quale, in attesa del pranzo o il piacere di effettuare una visita del centro. Il generale è un esperto storico e ascoltarlo non può che non essere un piacere. A pranzo la fortuna degli incontri mi porta a condividere il tavolo con gli amici di Valdobbiadene e i relatori del convegno con i quali intratteniamo una interessante conversazione. Nel pomeriggio, presso il Civico Museo della Revoltella, iniziano i lavori, che si aprono con il saluto del Presidente della Sezione di Trieste Luigi Cerini, seguono i saluti del rappresentante della Brigata Alpina Julia Maresciallo Massimo Blasizza, del Sindaco di Trieste, del Tenente Colonnello Stefano Bertinotti per il Comando Truppe Alpine e si concludono con l'intervento del nostro Presidente Nazionale Favaro. Conduce i lavori del CISA il direttore dell'Alpino Don Bruno Fasani, che introduce gli interventi dei relatori.
Inizia il Proff. Federico Goddi, nato a Roma nel 1984, dottore di ricerca in Storia contemporanea all'Università degli Studi di Genova. Vincitore del premio nazionale per tesi di dottorato “Nicola Gallarano”- XVII edizione 2014. Ha scritto la voce Pirzio Biroli Alessandro, generale 1877-1962 per il Dizionario biografico degli italiani, Treccani. Curatore dell'inventario denominato Divisione italiana partigiana Garibaldi – Montenegro conservato presso la Sezione dell'ANVRG di Asti. E stato Research fellow presso Filozofski fakultet – Univerzitet Crne Gore (Facoltà di Filosofia – Università del Montenegro) e ricercatore post – doc per il “Centro interuniversitario di studi e ricerche storico – militari” con un progetto, sotto la direzione scientifica del professore Nicola Labanca, finanziato dall'Associazione Nazionale Alpini e finalizzato a realizzare uno studio scientifico sulla storia dell'ANA. In particolare si è occupato di analizzare la stampa alpina e la ricostituzione delle Brigate alpine dopo la Seconda guerra mondiale. Nel dicembre 2017 è stata pubblicata la traduzione della sua monografia Fronte Montenegro: occupazione italiana e giustizia militare, 1941 – 1943 (Leg, Gorizia, 2016) per la casa editrice montenegrina Matica crnogorska. E curatore del volume Un artigliere in Sicilia: memorie di guerra: 8 luglio – 10 settembre 1943 di Antonio Massari, con introduzione di Nicola Labanca (Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 2017).
Goddi conoscendoci trova in noi e nella nostra associazione 2 principali ideali, la “liturgia” delle nostre Adunate e il credo profondo nel commemorare i caduti, che ritiene grandi punti di forza. I nostri giornali dalla fondazione dell'ANA ad oggi sono stai scrigni del reducismo negli anni 20, passando negli anni 50 ad essere forse gli unici a parlare dell'epoca buia della “guerra civile italiana” esplosa dopo l'8 settembre del '43. E sempre nel dopoguerra si distinguono per riportare nelle proprie pagine le preziose testimonianze personali dei nostri reduci. Presto uscirà un suo libro che è uno studio su 100 anni di edizioni dell'Alpino e di molte nostre testate sezionali.
Prende la parola poi Dino Bridda, nato a Belluno nel 1947, dove ancora vive, ha prestato servizio militare nel Battaglione Belluno del 7° Alpini e aggregato al Quartier Generale della Brigata Cadore. Diplomato ragioniere, Cavaliere al merito della Repubblica, già funzionario di un ente di formazione professionale, è iscritto all'Ordini dei Giornalisti del Veneto dal 1977 ed è stato per vent'anni vice presidente dell'Associazione Stampa Bellunese. Ha iniziato l'attività per il “Resto del Carlino”, pioniere di Radioteledolomiti e oggi è direttore del mensile “Bellunesi nel mondo”, di “Musica assieme” e di “In marcia” testata ANA sezionale di Belluno, collabora inoltre con molte testate locali, in primis “Il Gazzettino” dal 1979 ad oggi.
Alla domanda di Don Bruno “cosa c'è dentro i nostri giornali”?, Bridda ribatte che la risposta più semplice e banale sarebbe che c'è dentro di tutto e di più, e la più veritiera è che parlano di noi e sono noi, custodiscono la memoria e la diffondono.
Interviene anche i terzo relatore, Massimo Cortesi nel 1955 sottotenente del btg. Edolo, giornalista professionista, ha lavorato nella redazione del Giornale di Brescia dove negli anni ha ricoperto molti incarichi fino alla segreteria della redazione Interni ed Esteri, è direttore del periodico della Sezione di Brescia “Ocio a la pèna”, collabora con l'Alpino.
Il tema passa a come poter migliorare le nostre testate, con più attenzioni alla grafica, all'impaginazione degli articoli e alla cura nel scegliere gli stessi. Un giornale deve esser un buon mix equilibrato di parole ed immagini, le quali a volte valgono più di centinaia di parole.. Al giorno d'oggi sarebbero da usare solo foto digitali e di buona qualità. Bisognerebbe evitare foto e articoli che si dilunghino su tavolate e bicchierate di vario tipo, e preferire articoli di spessore alpino e associativo. Siamo tutti concordi che i nostri giornali dovrebbero racchiudere articoli storici, fonti di ricerca storica ovviamente e non dei semplici copia e incolla. Viene dato il suggerimento di recuperare i vecchi diari di guerra dei nostri reduci, saranno un prezioso tesoro storico dal quale poter ricavare molti articoli. I giornali devono comunque riportare la attività dei gruppi ma bisognar saper soppesare il valore intrinseco dell'articolo stesso e dargli il giusto peso all'interno del periodico, dando la precedenza alle principali attività associative. Un idea potrebbe essere che la prima parte del giornale riporti gli articoli delle attività più importanti, lasciando lo spazio a uno o due articoli storici per lasciare spazio verso la fine sotto forma di rubrica alle tradizionali attività e notizie dei gruppi.
Anche quest'anno il CISA è stato un buon momento di discussione e confronto, sapremo mettere in pratica le tante buone idee e propositi emersi nel convegno? Siamo pronti a compiere un altro passo verso il miglioramento dei nostri giornali? Con l'impegno e la buona volontà di tutti secondo me si, quindi buon lavoro ai direttori e ai loro collaboratori, che devono incontrarsi e confrontarsi in occasione di ogni uscita per garantire sempre una qualità migliore, e sperare nell'appoggio dei gruppi affinché sappiano affidarsi con fiducia ai comitati di redazione.
I vincitori del premio Stampa Alpina di questa ventiduesima edizione, quest'anno non c'è un terzo classificato ma 2 secondi ad ex aequo. “Quota zero”, testata della Sezione di Venezia e “Alpini di Cesanera” giornale a cura dell' omonimo Gruppo appartenente alla Sezione di Brescia., il primo classificato è stato “Baradell” testata della Sezione di Como.
Concludo ringraziando per l'ottima accoglienza gli amici della Sezione di Trieste e in particolar modo a direttore de “L'alpin de Trieste” Dario Burresi, regista instancabile di questo evento, che è stato occasione preziosa e imperdibile di incontro e confronto con delegati di redazione di circa 50 testate sezionali comprese le estere. Unica nota dolente un piccolo episodio, aspettando di entrare alla Birreria Spiller per il pranzo, mentre parlavo con il direttore del giornale della Sezione di Verona e con il Presidente della Sezione di Monza, passa un giovanotto in bicicletta che ci urla “Maledetti assassini”, e si c'è proprio bisogno di fare dei buoni giornali, e speriamo che anche questi somari li leggano, cosi magari la prossima volta che apriranno la bocca non lo faranno per ragliare.

Simone Algeo