REFRONTOLO


Dicembre2019

75° ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO Di 4 PARTIGIANI DELLA "BRIGATA PIAVE"


LA DELEGAZIONE MARENESE GUIDATA DAL VICESIDACO ANDREA MODOLO

In occasione del 75° Anniversario dell’eccidio dei quattro valorosi partigiani della “Brigata Piave” Giuseppe e Luigi Conti Agosti di Mareno di Piave e Claudio dal Bo e Giovanni De Polo di Ceneda, si è tenuta a Refrontolo domenica 20 ottobre 2019, una cerimonia commemorativa per onorarne il ricordo.
Prima di addentrarci nella relazione sulla giornata e di aprire una parentesi storica sui protagonisti della stessa, è doveroso un ringraziamento all’Amministrazione Comunale, al Gruppo Alpini e alla comunità di Refrontolo, per la sensibilità e l’impegno profuso nel ricordare questi giovani caduti, grazie dal Gruppo Alpini di Mareno, dal Sindaco Gianpietro Cattai e dall’Amministrazione Comunale tutta ai quali si uniscono tutti i cittadini marenesi.
Alle ore 09:30 ritrovo presso il parcheggio del Municipio di Refrontolo per la cerimonia dell’alzabandiera, alla presenza del Sindaco di Refrontolo e delle rappresentanze delle amministrazioni di Mareno di Piave, Pieve di Soligo e Vittorio Veneto. Oltre ai Gonfaloni dei comuni di Refrontolo e Mareno erano presenti il nostro Vessillo Sezionale, scortato dal Vicepresidente Vicario Simone Algeo, i gagliardetti dei gruppi di Refrontolo e Mareno, accompagnati dai rispettivi Capigruppo Ferdinando De Martin e Rui Giorgio con al seguito un nutrito gruppo di alpini di Refrontolo e Mareno, con la partecipazione inoltre di bandiere labari e vessilli delle associazioni Combattentistiche e d’Arma di entrambe le comunità. Dopo la cerimonia si è celebrata la Santa Messa presso la chiesa di Santa Margherita, al termine della quale in sfilata ci si è recati in piazza V. Emanuele per la deposizione corona di alloro al monumento ai caduti e la resa degli onori. La parte cerimoniale si è conclusa quindi presso la "casa dei Patrioti", luogo dell’eccidio (via Patrioti), con deposizione di corona e onore ai caduti di fronte alla lapide che ricorda il triste episodio, saluto delle autorità e successiva ricostruzione storica a cura del Prof. Federico Maistrello (ISTRESCO-Treviso). Segue cronaca del fatto di sangue e delle vicende che portarono allo stesso,
Poiché per vendicare l’attentato in cui era stato ferito il Commissario Prefettizio di Conegliano professor Mario Venezia, non si riteneva bastevole la rappresaglia compiuta il mattino del 13 ottobre 1944 uccidendo quattro partigiani (vedere apposita scheda), i fascisti organizzarono una spedizione per colpire un gruppo di ‘ribelli’ acquartierato in una casera di Mire di Refrontolo, di cui avevano avuto notizia da una spia. Il 14 ottobre all’alba una ventina di squadristi coneglianesi, unitamente a 130 alpini del CRA (Centro Reclutamento Alpino) dell’R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) di Conegliano, raggiunsero la località in bicicletta, circondando la casupola e attaccandola d’improvviso. I partigiani ivi nascosti erano sette. Tre di loro (Attilio e Bianco Milanese, e l’ex carabiniere Giovanni Schirru, classe 1907, di Settimo San Pietro di Cagliari) riuscirono ad allontanarsi indenni. Gli altri respinsero l’attacco finché gli avversari diedero alle fiamme l’edificio: costretti a uscire, furono falciati a raffiche di mitra mentre attraversavano il prato antistante il rifugio. Gli squadristi, a combattimento ultimato, infierirono sui corpi dei caduti.
Partigiani uccisi in combattimento contestualmente all’episodio erano il Conte Agosti Giuseppe, nome di battaglia Claudio, classe 1914, di Mareno di Piave, il fratello Conte Agosti Luigi nome di battaglia Tiberio, classe 1917 sempre di Mareno di Piave, Dal Bo Claudio nome di battaglia Bianco, classe 1926, di Vittorio Veneto e De Polo Giovanni nome di battaglia Nino, classe 1915, di Farra di Soligo, tutti appartenenti alla Brigata Piave. Una lapide marmorea è stata posta sul luogo dell’eccidio a Refrontolo nel 1971 in seguito al restauro della stalla diroccata. Una cascina che è diventata un monumento per ricordare la morte dei quattro ragazzi, neanche ventenni.
Riguardo a questo terribile fatto avvenuto durante quel periodo successivo all’8 settembre 1943, che potrebbe essere paragonato a una guerra civile per noi italiani, meritano un ricordo particolare i fratelli Giuseppe e Luigi Agosti originari di Mareno di Piave. Il padre Mario era presidente del Tribunale di Treviso, stimato per la sua umanità, professionalità, correttezza e integrità morale. La madre era Cecilia Anna Mantese donna di grande carattere fervente cattolica profondamente convinta dei valori del Vangelo. Nell’atto di matrimonio il Conte Mario Agosti viene riconosciuto come giudice, nato a Cuneo, di 35 anni d’età, residente a Montebelluna, figlio del Conte Giuseppe e della Contessa Maria Anna. Cecilia Anna Mantese è figlia del Cav. Giuseppe Mantese che fu sindaco di Mareno di Piave dal 1899 al 1916 e di Scrizzi Maria. Cecilia rimase vedova in giovane età, si dedicò interamente all’educazione dei figli, dopo l’armistizio sostenne fermamente il movimento di liberazione al quale si unirono anche Giuseppe e Luigi, che avrebbero poi perso la vita proprio per difendere i loro nobili ideali. Allo scoppio della seconda guerra mondiale i fratelli Agosti vennero chiamati alle armi interrompendo quindi i loro studi universitari. Divennero entrambi ufficiali Giuseppe di artiglieria pesante campale e Luigi di artiglieria alpina nel 3°Reggimento Artiglieri da Montagna. All’alba dell’armistizio i due rientrano a Mareno ricongiungendosi con la Madre, entrarono quindi a far parte della Brigata partigiana Piave, fino ai tragici eventi sopracitati. Il parroco di Refrontolo Don Carlo Ceschin fece trasportare i corpi nella cella mortuaria del cimitero, le loro salme furono portate quindi a Mareno. La madre Cecilia morì subito dopo la fine della guerra nel 1947 all’età di 56 anni. L’intera famiglia Agosti è ora sepolta nel cimitero di Belluno. In memoria dei fratelli Agosti, il Comune di Mareno ha intitolato loro la strada principale del paese, nel 1973 nella scuola elementare del Capoluogo venne apposta una lapide che recita: “A Giuseppe e Luigi dei Conti Agosti che nel fosco ottobre 1944 fecero olocausto di sé al nuovo Risorgimento d’Italia il Comune di Mareno 6-5-1973”. I loro compagni della Brigata Piave apposero su un muro della loro casa di Mareno in via Mantese una lapide su cui scrissero: “Da questa casa si partirono votando la loro vita ai più puri ideali Giuseppe e Luigi Agosti del Co. Mario e della Co. Cecilia Mantese col più eroico martirio consacrarono la loro fede purissima in Dio e nella Patria a perenne ricordo di un luminoso esempio di apostoli I patrioti della Brigata Piave posero”
Entrambi i fratelli furono insigniti della Medaglia d’Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Entrato generosamente e sin dai primi giorni a far parte del movimento patriottico, serviva con esemplare abnegazione come semplice gregario distinguendosi in ogni azione ed in ogni attività. Sorpreso, col fratello e con altri partigiani, da un’azione notturna del nemico, rifiutava sdegnosamente di arrendersi e continuava a battersi da valoroso sino all’estremo sacrificio” (zona di Refrontolo TV, 14 ottobre 1944). Sembra che invece proprio Luigi ufficiale alpino di artiglieria sia stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “Col favore della notte, una preponderante ciurmaglia di negatori della Patria, guidata da una spia, circondava lo sperduto casolare dove riposava insieme col fratello e con altri partigiani. Tra le fiamme del casolare incendiato e gli spasimi delle ustioni, rifiutava di arrendersi, gettando contro il nemico le poche bombe a mano rimastegli.” Per avere la certezza di quanto riportato ho inviato ad Onor-caduti e all’Ufficio Storico dell’Esercito e della Difesa una richiesta per avvalorare le informazioni di cui siamo in possesso, se queste trovassero riscontro la M.O.V.M. del Conte Luigi Agosti potrebbe essere appuntata al nostro Vessillo Sezionale, e divenirne la quinta. In attesa di notizie dagli uffici romani, continueremo ad onorare i nostri Conti Agosti, eroi per la libertà.

Simone Algeo


Deposizione sul liogo dell'eccidio