Sessant'anni di Fiamme Verdi |
Luglio 2021 |
1961 - il primo numero di Fiamme Verdi |
E chi lo avrebbe mai detto, cari lettori, che un giorno ci saremmo trovati a scrivere di questo compleanno.
Lo facciamo con orgoglio, un po’ di sorpresa e quel pizzico di umiltà che ha sempre caratterizzato gli scritti, le cronache, i resoconti, apparsi sul nostro giornale sezionale.
Sì! son passate più di tre generazioni da quando, con le sue uscite, ha
iniziato a raccontare la storia degli Alpini della nostra Sezione e dobbiamo
prendere atto che oggi risulta un formidabile archivio di dati e informazioni
non solo sulla vita associativa, ma anche sul costume, gli umori, e gli eventi
che hanno caratterizzato un’epoca.
Chissà se Mario Altarui, fondatore e primo Direttore di questo giornale, aveva
considerato la possibilità di raggiungere un traguardo così ambizioso.
Di certo, in quel lontano 1961, passeggiando sulla Scalinata degli Alpini, all’ombra del Castello, c’era la consapevolezza che un bollettino, due pagine per raccogliere il fermento dei Gruppi che si costituivano o andavano a ricostituirsi dopo la tragica parentesi della guerra, un foglio notizie che coordinasse e diffondesse le iniziative assunte dalla Sezione e dalla Sede Nazionale, era necessario.
Poi, tra boom economico, rivendicazioni sociali, contrapposizioni culturali e una diversa percezione del servizio militare abbiamo scoperto come la barra dei valori alpini, l’alpinità, che traspariva dalle pagine di Fiamme Verdi, fosse una ricchezza per noi e per le nostre Comunità.
Carissimo Renato, si diciamo a te Renato Brunello, Direttore in pectore degli anni 90 (ma tra le quinte da sempre presente in redazione) chi di noi potrà dimenticare la tua dedizione, le tue riunioni del “Comitato di Redazione”, la tua straordinaria, appassionata, stralunata, “confusione” prima di andare in stampa.
Mario Altarui |
Renato Brunello |
Antonio Menegon |
Quante collaborazioni, quanti articoli dai Gruppi, che fermento... qui c’è solo il dispiacere di non poter citare tutti coloro che, in sessant’anni, hanno scritto per Fiamme Verdi. Troppo alto il rischio di dimenticare qualcuno.
Ve li ricordate gli Inviati Speciali? Inossidabili e “sul pezzo” a tirar giù il nome dei gagliardetti presenti, delle autorità invitate, la sintesi dei discorsi ufficiali, i giudizi sul rancio e, tra le righe, sulle colorite baldorie ai quattro angoli del territorio sezionale? Almeno un nome dai, …fatecene ricordare almeno uno, eccolo: Steno Bellotto che tra i compiti affidatigli aveva anche quello di fare il reclutatore di nuovi aspiranti giornalisti tra i giovani Consiglieri Sezionali.
Proprio sugli insegnamenti tratti dalla grande cultura e umanità di Renato Brunello si fonda lo stile moderno e impegnato del nostro giornale condotto abilmente e sapientemente in questi ultimi 15 anni da Antonio Menegon.
Cronaca di vita alpina, certamente, ma non solo di cerimonie e momenti istituzionali, con Antonio irrompe la cronaca del quotidiano dei nostri bravi Capogruppo, dei Volontari di Protezione Civile, delle opere di bene che consolidano la credibilità della nostra Associazione.
Una tensione costante al “Ricordare i morti aiutando i vivi” che non è un motto facile da sostenere e non è neppure un titolo che fa andare in prima pagina. Con modestia, acume, coerenza, nelle nostre case Fiamme Verdi in questi anni ha portato i valori etici e la dimensione sociale della nostra esperienza di servizio alla comunità prima con la naja poi con l’esercizio della solidarietà, disinteressata e gratuita.
Oggi constatiamo altri cambiamenti: Vaia e Covid hanno scosso le nostre sensibilità. Quelle ambientali, quelle delle relazioni sociali e dell’economia. Ci è sembrato di essere in prima linea spettatori impotenti davanti a un mondo che ci crolla addosso.
E allora?
Nuova grafica e nuovo Direttore per il nostro amato Giornale Sezionale!! Sì, cari lettori, Le Fiamme Verdi si rinnova per stare al passo con i tempi, per portare notizie, cronache, un po' di Storia, per aggiornare sulla vita della Sezione e dei suoi magnifici Gruppi, per promuovere, senza retorica ma con l’esempio i valori su cui poggia l’”Alpinita’”. Dai parafrasando Vasco Rossi…. “Ehe già…siamo ancora qua”!
Nicola Stefani