CAMPI SCUOLA ANA. ALPINITA' COINVOLGENTE |
Dicembre 2021 |
L'A.N.A, in collaborazione con le Truppe Alpine, dal 21 luglio al 7 agosto 2021 ha organizzato alcuni campi scuola per ragazzi e ragazze dai 16 ai 25 anni, a Feltre, nella caserma Zannettelli, con 39 allievi partecipanti e, nelle stesse date, a Bassano del Grappa, nella caserma Montegrappa, con 44 ragazzi e ragazze, con l'intento di coinvolgere i giovani nelle attività dell'associazione.
Di seguito proponiamo le impressioni dei ragazzi appartenenti alla nostra Sezione e di un giovane istruttore che vi hanno partecipato.
Matteo
Cadamuro
L’esperienza a cui ho partecipato mi ha regalato, come penso a tutti gli
altri partecipanti, diverse emozioni.
Il giorno in cui arrivai alla caserma avevo il timore di passare i restanti
dieci giorni in solitudine. Grazie a diverse attività il cui scopo era proprio
di aprirci agli altri, sono riuscito a legare con alcuni ragazzi; legame dato
anche dall’avere passioni e idee in comune, oltre che a trovarsi nella medesima
situazione: non avere qualcuno con cui parlare.
Da un certo punto di vista ci potremmo paragonare a quei ragazzi che, più di
cento anni fa, si ritrovarono catapultati in un mondo diverso da quello a cui
erano abituati, senza famigliari o amici, costretti a legare con dei loro
coetanei per aiutarsi a vicenda e superare una situazione difficile.
Il fatto di suddividere il gruppo in due compagnie penso che abbia contribuito
sia ad infondere in noi ragazzi lo spirito di appartenenza, sia creare un clima
di sfida tra le due fazioni, in modo da tirare fuori il meglio di noi stessi.
A mio parere, il culmine delle emozioni è stato nei momenti di alza e ammaina
bandiera, durante i quali cantavamo, come una sola persona, l’inno italiano, ma
soprattutto all’arrivo sul Monte Grappa.
ÈÈ lì che dopo la fatica della camminata ho potuto ripensare a tutti quei giovani
che diedero la vita per impedire all’esercito austro-ungarico di invadere la
nostra Nazione.
Durante tutta la permanenza sulla Montagna Sacra alla Patria ho sofferto di
malinconia, accentuata sia dalla visita al Sacrario e la partecipazione alla
cerimonia, sia dalla vista delle innumerevoli trincee e fosse create dalle
esplosioni; inoltre intonare diversi canti alpini sul luogo che è stato teatro
di aspre battaglie, mi ha creato una sensazione di dispiacere e impotenza per
ciò che accadde lassù.
Adesso, ogni volta che rivolgo lo sguardo al Monte Grappa, mi tornano in mente
quei momenti di felicità e spensieratezza che caratterizzano le giornate durante
il campo-scuola, ma di sofferenza e dolore poco più di cento anni fa.
Matteo Ceneda
Un’esperienza formativa e non solo è quella che Alpini e Protezione Civile mi
hanno fatto vivere in 12 giorni di campo scuola.
Dalla sveglia alle 6.30, alla corsa, alla corvée e poi tutte le attività
giornaliere sono state bellissime.
Le arrampicate, i percorsi, il primo soccorso, il salvataggio, la lunga
camminata e la notte in tenda, sotto le stelle, per raggiungere il Monte Grappa,
tutte esperienze utili e da ripetere.
Questo percorso è stato un motivo di crescita personale e mi ha permesso di
condividere momenti indimenticabili con persone fantastiche.
Ci tengo, infine, a ringraziare tutti i volontari che hanno permesso l’ottima
riuscita di questo campo scuola.
Al prossimo anno!
Elia Giovanni Lot
Al nostro arrivo alla caserma Zannettelli di Feltre il personale della
Protezione Civile ci ha fatto salutare i nostri genitori ed accompagnato a
vedere le nostre camerate inquadrandoci in plotoni.
In seguito ci hanno riunito tutti insieme per farci conoscere.
All’inizio non eravamo aperti gli uni agli altri ma nel corso dei giorni abbiamo
preso confidenza grazie alle varie attività svolte, soprattutto quelle di
gruppo.
Tra di noi, già dopo pochi giorni, si è creato un forte legame, pur sapendo che
di lì a poco ci saremmo dovuti separare.
Il programma prevedeva di alzarci presto al mattino e fare subito attività
fisica, al rientro in caserma si faceva la colazione e successivamente si
procedeva con l’alzabandiera durante la quale si cantava l’Inno d’Italia.
Da quel momento iniziava la giornata vera e propria e la prima attività era la
pulizia di tutti gli ambienti della caserma, dalle camerate ai bagni alla sala
da pranzo, quindi iniziavano le lezioni di Protezione Civile dove spiegavano
come operavano ed in quali situazioni intervenivano. Dopo il “rancio” erano
previste attività più pratiche che servivano per consolidare la formazione di un
gruppo sempre più unito.
La sera dopo l’ammaina bandiera si cenava e successivamente i canti degli alpini
ci tenevano compagnia fin poco prima di andare a letto.
Questa esperienza è stata molto istruttiva, tutti noi allievi abbiamo acquisito
e capito nozioni nuove, inoltre ci ha permesso di stare in compagnia di persone
mai conosciute prima e aiutato a crescere moralmente.
Un ringraziamento va a tutti i componenti dell’Associazione Nazionale Alpini e
della Protezione civile, a tutti i collaboratori e volontari che ci hanno
accompagnato lungo questi dodici giorni passati in compagnia.
Leonardo Serafin
Mi chiamo Leonardo, ho 17 anni e quest’estate, insieme al mio amico Oscar,
ho partecipato al campo organizzato dall’ANA in collaborazione con la protezione
civile.
Chi avrebbe mai detto che saremmo cambiati così tanto da quel giorno in cui
siamo entrati dal cancello della caserma, questo edificio che al suo interno
avrà anche una vita dura, stancante, diversa dalla vita di tutti i giorni, ma è
proprio questa vita che ci regala delle emozioni che ci fanno crescere, delle
emozioni che ci faranno spuntare una lacrima quando riguarderemo le foto di noi
con la divisa, inquadrati nel plotone, sull’attenti.
Siamo entrati con un’aria di timore, di paura e ne siamo usciti uniti.
Molte sono state le fantastiche esperienze che sono state organizzate ad hoc per
noi ragazzi, le quali ci hanno fatto crescere sia individualmente sia crescere
come gruppo, perché come ci disse l’Alpino Francesco, dobbiamo imparare a saper
tendere la nostra mano a chi ne ha bisogno e quando saremo noi quelli in
difficoltà saranno gli altri a tendere una mano verso di noi.
Non dimenticherò la nostra ultima camminata in cima al Monte Grappa.
Quella strada ripida che, nonostante le infinite difficoltà come nebbia, pioggia
e freddo, abbiamo percorso.
Metro per metro, passo dopo passo, senza mai fermarci, perché quello che ci è
stato insegnato è non arrendersi e metterci sempre il massimo impegno.
Non dimenticherò nemmeno l’ultimo ammainabandiera, che, per nostra volontà,
abbiamo fatto nonostante la pioggia torrenziale e il piazzale sommerso d’acqua;
neppure l’acqua che sfiorava le caviglie ci ha fermati dal cantare con forza il
nostro Inno.
Devo ammettere che ero partito per questo campo un po’ titubante e insicuro, ho
dovuto però ricredermi perché è stata una bellissima esperienza, che consiglio
ad altri ragazzi/e per poter uscire dalla vita di tutti i giorni, per mettersi
in gioco, sfidare i propri limiti ma sempre con il sorriso e potendo contare
sulla forza di squadra.
Cima Grappa: Matteo Cadamuro, Matteo Ceneda, al centro Alessandro Cenedese
IL PUNTO DI VISTA DI UN GIOVANE ISTRUTTORE
Marco Villanova
Un’esperienza formativa e di crescita per i ragazzi che hanno vissuto due
settimane intense, immersi nell’essenza alpina, circondati dalle testimonianze
di alpini e di volontari che hanno dato il cuore e l’esperienza di una vita
vissuta a servizio della comunità, due settimane in cui sono stati gettati i
valori su cui si formeranno i principi di un carattere veramente alpino! Il
quale ci ricorda sempre che l’essere un alpino è un orgoglio ma soprattutto una
responsabilità.
Io, come ex alpino professionista volontario ed appartenente al Gruppo Alpini di
Collalto a cui devo la mia alpinità, sono stato in forza alla Protezione Civile
ANA di Bassano che gestiva il campo ed ho avuto il compito di istruttore formale
dei ragazzi, il che come ben sappiamo riguarda la formalità e la disciplina dei
ragazzi, che da parte loro hanno recepito in modo eccellente vista la loro
motivazione e la voglia di mettersi in gioco e misurare i loro limiti.
Ovviamente non per tutti i ragazzi è stato semplice entrare nella mentalità e
nell’ottica di essere allievi volontari ma con il giusto compromesso siamo
riusciti ad arrivare a ottimi risultati considerando la durata del campo. Sono
fiero di aver potuto partecipare a questa iniziativa dell’ANA, nella quale ho
avuto l’opportunità di esprimere e tramandare da parte mia le conoscenze e la
dedizione che così profondamente hanno segnato la mia vita.