Sessant'anni di Fiamme Verdi |
Luglio 2021 |
Sessant’anni portati bene, grazie alle cure del suo fondatore e primo Direttore Prof. Mario Altarui, grazie a Renato Brunello, che successivamente ne prese il testimone, dopo anni di lavoro come Presidente del comitato redazione, ed infine grazie ad Antonio Menegon, che ha portato Fiamme Verdi ad essere una delle più quotate testate alpine nel panorama italiano.
Proprio per celebrare degnamente questa ricorrenza, abbiamo voluto dare una rinfrescata alla nostra testata. Come avrete notato abbiamo cambiato il logo in prima di copertina, rendendolo un po’ più attuale, abbiamo cercato di rendere più facile la lettura degli articoli cambiando il tipo di carattere e cercando di rendere le fotografie che fanno da corollario ai testi più nitide. Tutto senza voler cambiare l’anima del nostro giornale, ma per renderlo sempre più contemporaneo e leggibile.
Ci sono giornali sezionali che hanno alla direzione grandi giornalisti, firme importanti come ad esempio Toni Capuozzo de “Alpin, jo mame” periodico della sezione di Udine, o penne sopraffine come Don Bruno Fasani, Direttore de “l’Alpino”. Poi ci sono direttori come il sottoscritto, senza le solide basi di una scuola classica od umanistica, senza un particolare talento per la scrittura, ma con tanta buona volontà e voglia di mettersi alla prova in un incarico che probabilmente metterà a dura prova le mie capacità.
La mia personale visione della nostra rivista è che debba essere un crogiolo di idee, un ambiente in cui si possano fondere elementi diversi tra loro ma con un denominatore comune: l’alpinità. Termine purtroppo spesso abusato, ma che, secondo me, altro non è che la voglia di condividere la gloriosa storia, le nobili tradizioni e i grandi valori di noi Alpini. Ecco che, questa “alpinità” non deve obbligatoriamente essere quella di più di mezzo secolo fa, quando i soci della Sezione erano quasi tutti ex combattenti, veterani di guerra se non addirittura reduci provati da tremende campagne, temprati nello spirito dalle tante privazioni subite, ma sempre uniti e pronti a darsi una mano, memori di quello che avevano condiviso fianco a fianco sui campi di battaglia. Oggi queste figure, purtroppo, sono quasi del tutto scomparse, ma ciò non toglie a noi, che ne abbiamo raccolto le testimonianze e che ancora crediamo in quanto ci hanno tramandato di dare vita una nuova idea, fatta di insegnamenti da trasmettere ai nostri giovani, e di solidarietà che si traduca in aiuto e sostegno per chiunque ne avesse bisogno.
Entro così, in punta di piedi, nella “stanza dei bottoni” prendendo la direzione del NOSTRO giornale, certo che questo non vuol dire fare tutto di testa mia, ma piuttosto chiedendo l’aiuto di tutti, a partire dai Capigruppo, da cui spero di ricevere una collaborazione che si traduca in articoli e racconti da divulgare a tutta la Sezione, e da chiunque abbia idee, proposte e consigli, per il Fiamme Verdi che verrà. Sarà mia cura dare spazio e voce a tutti, forte del fondamentale ed indispensabile supporto della redazione.
Dunque sfogliamola questa nostra rivista, leggiamola con la curiosità dei bambini, portiamola con noi e facciamola conoscere alle nuove generazioni, facendole così avvicinare alla nostra Associazione. Perché ricordiamoci che i giovani, ma soprattutto i bambini, sono come delle spugne che assorbono tutto quello sentono e vedono, tocca noi far si che si imbevano di quei sani valori di cui noi siamo eredi e portatori.
Viva Fiamme Verdi, viva gli Alpini, viva la Sezione di Conegliano
Gino Ceccherini