MUSEO DEGLI ALPINIdi Gianfranco Losego |
Dicembre 2023 |
Il saluto e l'augurio di Paola Del Din (M.O.V.M.)
E’ stata inaugurata sabato 28 ottobre 2023 la nuova mostra al Museo degli Alpini di Conegliano.
La 1^ mostra fu inaugurata il 29 ottobre 2006. Da allora il museo conduce il visitatore attraverso la coscienza e la conoscenza della storia, con mostre rinnovate annualmente. “Non per celebrare la guerra e nemmeno chi l’ha voluta ma per ricordare e tener viva la memoria di chi la guerra la ha dovuta fare“ recita il motto all’entrata.
La cerimonia si è tenuta subito dopo il posizionamento di un mazzo di fiori
davanti alla targa che, in largo Giovanni Bortolotto (piazza San Martino) a
Conegliano, ricorda la fondazione del Gruppo Conegliano, appartenente al 3°
Reggimento Artiglieria Alpina, nel 1909.
Erano presenti il comandante del Gruppo Conegliano e gli ex comandanti dello
stesso Gruppo, che il 28 e il 29 ottobre si sono trovati per il 13° raduno a
Conegliano con gli artiglieri in armi e in congedo.
La nuova mostra è stata illustrata dal direttore del Museo degli Alpini, Aldo Vidotto, ricordando che vengono presentati reperti provenienti da prestiti di privati, ringraziandoli per la loro collaborazione, come anche tutti anche tutti i volontari che hanno prestato la loro opera per l’allestimento della mostra, creando angoli suggestivi che ricordano gli ambienti teatro delle attività della lotta di Liberazione nella pedemontana.
La mostra è intitolata “Sabotaggio! Le missioni alleate operanti nella
pedemontana” e tratta del contributo dato dagli americani e dagli inglesi alla
lotta di Liberazione contro gli invasori tedeschi e i loro alleati italiani
della Repubblica sociale italiana.
Dopo l’8 settembre 1943, caduto il regime
fascista, l’Italia si è trovata improvvisamente divisa.
I tedeschi occuparono il territorio italiano e, dopo aver fatto nascere la
Repubblica sociale italiana, sotto il loro stretto controllo, scatenarono,
supportati dai miliziani repubblichini, la rappresaglia contro gli italiani,
considerati traditori.
Sorsero quindi le prime formazioni partigiane: molti
giovani, sottrattisi alla leva proclamata dall’RSI e molti militari, che avevano
combattuto nelle campagne d’Africa, di Grecia e di Russia, che rifiutarono di
schierarsi con l’occupante tedesco e con i repubblichini di Salò.
Un alto
esempio di questi militari è dato dal capitano Pietro Maset, comandante della
divisione partigiana Osoppo, decorato di medaglia d’oro al valor militare,
caduto nell’aprile del 1945, colpito da un cecchino, mentre controllava, nella
zona di Piancavallo, i movimenti delle truppe tedesche che avevano organizzato
una retata dei partigiani e che erano stati respinti. La resistenza, tuttavia,
aveva bisogno di supporto in armi e viveri.
Già a partire dal settembre del 1943
diverse missioni clandestine, composte da personale italiano e anglo-americano,
furono paracadutate o giunsero via terra o via mare nell’Italia occupata.
Le
missioni, illustrate nella mostra, sono riferite a quelle piccole unità militari
alleate, paracadutate sulle montagne del Nord Italia, con lo scopo di coordinare
le attività di sabotaggio, da cui il titolo della mostra, nelle retrovie
nazi-fasciste, di fornire assistenza in delicate missioni di intelligence, di
bombardare e anche di salvare gli equipaggi degli aerei abbattuti.
La mostra
illustra, attraverso immagini e cartelli esplicativi, questa importante
attività.
Nell’angolo, a destra entrando, si trova lo spazio dedicato alla
medaglia d’oro, capitano Pietro Maset. In quello spazio si potranno anche
leggere i nomi dei tanti alpini decorati al valor militare per il loro
comportamento nella lotta di Liberazione.