Le nostre Medaglie d'Oro: GIOVANNI BORTOLOTTO


Dicembre 2021

IL VESSILLO SEZIONALE DI CONEGLIANO E LE 4 MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE

Conosciamo un po’ di più la nostra medaglia d’oro GIOVANNI BORTOLOTTO


M.O. Giovanni BORTOLOTTO
1918-1943

Siamo sulle colline di Ogliano (frazione del comune di Conegliano) in via S.S. Trinità all’attuale civico 55 a pochi passi dall’omonima chiesetta, in una casa e un podere di proprietà.
Qui viveva, verso la metà del 1800, Giovanni Bortolotto (nonno del nostro Eroe) coniugato con Teresa Pagotto; famiglia benestante, tanto che per i trasferimenti, ricordano i parenti, il nonno Giovanni usava sovente cavallo e calesse, una modalità certamente non alla portata di tutti a quei tempi.

Uno dei figli del nonno Giovanni, di nome Liberale, coniugato il 25.3.1897 con Rosa Maset (figlia di Bortolo Maset e di Lucia Tonon) ebbe 10 figli, (Romano, Pietro, Carmela, Amedeo, Bortolo, Augusta, Francesco, Anna, Riccardo e Giovanni) otto dei quali nati quando la famiglia risiedeva a Ogliano. La famiglia poi si trasferì a Vittorio Veneto tra il 1914 e il 1915 dove nacquero gli ultimi due figli. Giovanni ”la nostra Medaglia d’Oro” era il più giovane, venne alla luce l’11 aprile 1918.

Apriamo una parentesi a questo punto per dire che uno zio materno di Giovanni ebbe un figlio, Pietro Maset, primo cugino del nostro Giovanni.
Egli è l’altra Medaglia d’Oro posta sul nostro Vessillo Sezionale.

Nel 1928 la famiglia Bortolotto si trasferì a Orsago dove gli venne offerta l’opportunità di coltivare un terreno a mezzadria in Via Bosco, attuale via Corridoni: la registrazione all’anagrafe porta la data dell’11 dicembre.

Alla morte del papà avvenuta il 15.01.56 gli ultimi componenti della famiglia lasciarono la campagna e andarono ad abitare vicino al centro di Orsago.
La storia del nostro Giovanni inizia con la chiamata alla leva il 28 aprile 1938.
Lasciato in congedo illimitato, il 29 marzo del 39 è richiamato alle armi nel 3° Regg. Art. Alpina, Gruppo Conegliano, e inviato sul fronte greco-albanese.
In questo contesto raggiunse il grado di sergente e si meritò la Croce di Guerra al Valor Militare.
Al rientro dalla penisola ellenica Giovanni si sposò il 25 Aprile del 42 con Ida Nobile, nata ad Annone Veneto il 30.11.1920 e residente a Vittorio Veneto, testimone al matrimonio fu Pietro Maset (poi MOVM).
La sposa andò ad abitare nella casa dove già risiedeva lo sposo e vi rimase anche mentre Giovanni era in guerra; poi alla morte del marito si trasferì a Roma.

La “luna di miele” degli sposi ebbe periodo brevissimo perché dopo qualche settimana venne inviato nuovamente in territorio di guerra in quell’ambiente tanto ostile e dalle condizioni indicibili sulle rive del Don in Russia.
C’è un episodio che i parenti amano ricordare: quando ricevette l’ordine di ripartire per il fronte andò a salutare la sorella Anna, che nel frattempo si era sposata e abitava poco distante, nel salutarla disse con la sua solita fierezza «o torno vincitore o torno da morto, ma ti lascio un ricordo»; mentre diceva questo sparò con la pistola contro lo sporto del tetto di casa lasciando tre fori sulle tavelle che sono tuttora visibili, quasi a voler testimoniare lo stato d’animo di Giovanni e come un eco far risentire quell’affermazione.

Nell’ultima sua lettera dal fronte, scritta in un ambiente estremamente disumano con chissà quali e quanti pensieri ma con grandissimo coraggio, anche per tranquillizzare chi stava ad aspettarlo a casa, riuscì a scrivere: «(...) io e il mio compare Piero stiamo bene (...)», (Piero = Pietro Maset).

Come ben noto, morì il 30 dicembre del 42 nella sacca del Don abbracciato al suo cannone ed è per il suo grande eroismo che gli venne conferita alla memoria la Medaglia al valor militare.
Ricordiamo che Giovanni aveva altri due fratelli in guerra: Riccardo e Francesco.
Riccardo sul confine tra la Germania e la Polonia riuscì a cavarsela e ritornare a casa; Francesco che aveva partecipato anche alla campagna di Grecia come Giovanni, seppur a piedi, riuscì a rientrare dalla Russia nel novembre del 42.
Alla fine della guerra la cittadinanza di Orsago volle ricordare tutti i propri Caduti del secondo conflitto mondiale ponendo una lapide nel cimitero con incisi 44 nomi, comprendenti i dispersi ed i Caduti, tra i quali è presente anche il Sergente Giovanni Bortolotto.
Venne eretto anche un Monumento ai Caduti, prima addossato alla Chiesa della Pace ora in una posizione più consona e con maggior visibilità, nel quale il nome della nostra Medaglia d’Oro è posto in risalto a sempiterna memoria.

Questa sensibilità e questo ricordo non potevano certo mancare agli Alpini di Orsago, tanto che nella costituzione del Gruppo, avvenuta il 26.9.65, sentirono il dovere di dedicargli il proprio Gagliardetto, donato dall’allora Comandante del Gruppo Conegliano, Colonnello Piasenti.
L’anno successivo il Presidente della Sezione di Conegliano e il Presidente della Sezione di Vittorio Veneto, con intelligenza, buon senso e lungimiranza convennero, e il Consiglio Direttivo dell’ANA Nazionale nella seduta del 3.3.1966 sancì, che la Medaglia d’Oro Giovanni Bortolotto fosse apposta sul Vessillo Sezionale di Conegliano.
Nello stesso verbale il CDN deliberò su altre quattro medaglie d’Oro mentre su altre scrisse di attendere accordi tra le sezioni interessate.

Questa procedura, nell’attribuzione delle Medaglie d’Oro, fa fede all’art. 5 del Regolamento Nazionale dell’ANA, che è composto da tre concetti distinti: il 1° di indirizzo generale prende in considerazione esclusivamente il luogo di nascita dell’eroe; il 2° prevede che in alternativa al luogo di nascita ci possano essere altri criteri di valutazione, purché questi siano condivisi tra le sezioni interessate; comunque, in ogni caso, poi andranno sempre autorizzate dal CDN; il 3° obbliga le sezioni ad adeguarsi e attenersi scrupolosamente a quanto emanato dal CDN.
Una procedura questa che non dovrebbe dare adito a perplessità; ci sono situazioni in cui attenersi se non addirittura fossilizzarsi esclusivamente al luogo di nascita sia estremamente riduttivo se non addirittura fuorviante.
Facciamo un esempio: se dovessimo traslare ai giorni nostri il concetto che fa riferimento esclusivo al luogo di nascita, non ci sarebbero più eroi nei nostri piccoli paesi, ma sarebbero concentrati dove sono ubicati i reparti di maternità, magari in altra provincia o addirittura fuori regione, se vogliamo possiamo aggiungere anche i nati all’estero, ecco perché nel citato articolo sono opportunamente previste delle alternative.

Una data di rilievo è l’1.11.1992: il rientro a Redipuglia dalla Russia dei poveri resti di 44 caduti: 12 provenienti dal Campo di internamento di Lukenwalde in Germania Orientale e 32 provenienti dalla Russia, tra questi ultimi vi erano le spoglie mortali di Giovanni Bortolotto.
Il 4 novembre, cioè il mercoledì successivo, al Sacrario di Redipuglia ci fu una grande cerimonia commemorativa alla presenza del Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro e di numerosissime autorità nazionali e locali, militari e civili e un folto gruppo di ex internati e reduci di guerra.
Il trasferimento al Sacrario di Fagarè delle 44 urne avvenne venerdì 6 novembre con automezzi militari messi a disposizione dal 5° Comando Operativo Territoriale di Padova.

Sabato 7 novembre venne organizzata una veglia d’onore delle salme a cura della Sezione Provinciale Combattenti e Reduci e da altre associazioni combattentistiche e d’Arma.
A rendere omaggio durante la giornata molti cittadini e scolaresche.
Un particolare: su ogni urna 44 alunni della locale scuola elementare posarono una rosa rossa avvolta nel tricolore, altrettanti iscritti all’Associazione Combattenti e Reduci posarono una piccola corona d’alloro.
Vegliate tutta la notte l’indomani, domenica 8 novembre, alle 10, alla presenza anche in questa circostanza di autorità civili e militari, rappresentanti della Brig, Meccanizzata “Gorizia”, del 184° Battaglione trasmissioni, del 33° Btg. “Guerra Elettronica”, del 51° Stormo Aeronautica Militare, del 132° Btg. Genio, del Btg, Alpini «Julia» e moltissima gente, si diede inizio alla cerimonia solenne.
Dopo l’alza bandiera quattro cappellani militari, tra cui il sacerdote che dette cristiana sepoltura a dodici soldati morti nei campi di concentramento in Germania, celebrarono la santa Messa, seguita poi dai discorsi delle autorità.
Alla fine mentre 4 aerei d’epoca tracciavano in cielo una scia tricolore, vennero chiamati per nome i 44 Caduti e altrettanti militari portarono a braccia le urne al cospetto dei rispettivi parenti per la sepoltura nei luoghi di residenza.
Per interessamento dei famigliari e per volontà della moglie Ida, il Commissario Generale Onoranze Caduti in Guerra concesse la traslazione dell’urna di Giovanni Bortolotto nella tomba di famiglia nel cimitero di Orsago.

Al rientro da Fagarè l’urna venne portata in Municipio a Vittorio Veneto dove era prevista una breve cerimonia anche per una seconda urna rientrata dalla Russia: il geniere Paolo Bolzan nato a Vittorio Veneto.
L’urna di Bortolotto poté rimanervi solamente un’ora circa poiché alle tre del pomeriggio era previsto l’inizio della cerimonia ufficiale ad Orsago, organizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale locale, quella di Vittorio Veneto e gli Alpini.
Arrivata ad Orsago ricevette gli onori presso la Sala Consiliare alla presenza del Labaro Nazionale scortato dal Presidente dell’ANA Leonardo Caprioli, dai Vessilli della Sezione di Conegliano e di Vittorio Veneto.
All’esterno una piazza gremita all’inverosimile; vi erano autorità civili e militari, Ufficiali del V Corpo d’Armata, della Brigata Julia, del 3° Regg. Art. da Montagna e del Gruppo Conegliano (al quale apparteneva Giovanni Bortolotto inquadrato nella 13a Batteria), da Alpini, da Associazioni d’Arma (Nastro Azzurro, Bersaglieri, Artiglieri di V.V.), Penne Mozze, un folto gruppo di Gagliardetti, Associazioni del paese, famigliari e numerosissimi cittadini.
A seguire venne celebrata la Santa Messa officiata dal cappellano del V Corpo d’Armata, dal Parroco di Orsago mons. Giuseppe Zago e da due cappellani militari, don Domenico Perin e don Raffaele Lot.
A conclusione il Presidente Nazionale dell’ANA Leonardo Caprioli tenne una commovente orazione ufficiale.

Ricordare il nostro eroe è dunque un onore ma è altrettanto imperativo farne doverosa memoria!

L’ANA Nazionale per ricordare questi eroi insigniti di Medaglia d’Oro ha apposto sul Labaro Nazionale la medaglia di ciascuno e quella di Giovanni Bortolotto è una fra le 216 presenti.
L’amministrazione Comunale di Orsago, in collaborazione con il Gruppo Alpini l’11.9.1971 gli ha intitolato una via del paese e posato un cippo a ricordo, opera dello scultore Mario Balliana su disegno del Socio fondatore del Gruppo Alpini di Orsago: Giuseppe Pollesel.
Anche l’Amministrazione Comunale di Conegliano, come pure quella di Vittorio Veneto, su iniziativa delle rispettive Sezioni dell’ANA, gli hanno dedicato un Largo in memoria.
Il 3° Regg. Art. da Montagna ed il Gruppo Conegliano lo ricordano, insieme alle altre Medaglie d’Oro di reparto, nell’atrio degli Uffici di Comando e si rendono sempre disponibili e collaborativi nelle commemorazioni promosse dalla Sezione ANA di Conegliano.
In particolare, ricordiamo lo straordinario Raduno Sezionale a Orsago nel 70° anniversario della morte organizzato dalla Sezione di Conegliano insieme al Gruppo Alpini locale, con il supporto dell’Amministrazione Comunale, al quale hanno partecipato numerosissime Autorità Civili, una folta rappresentanza militare, Alpini e cittadini: faceva da corollario un prestigioso Picchetto in armi del 3° Artiglieria da Montagna, la Fanfara Alpina della Julia unitamente alla nostra Fanfara Sezionale.


Monumento ad Orsago


Il documento relativo alla concessione della medaglia d'oro


S. Messa ad Orsago


Inaugurazione sede Gruppo M.O. Bortolotto, Orsago

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Il prossimo anno (COVID permettendo) la Sezione di Conegliano organizzerà, come consuetudine l’ultima domenica di ottobre, l’11° Raduno del Gruppo Conegliano in cui ricorre anche l’80° della morte della nostra Medaglia d’Oro Giovanni Bortolotto; si auspica che questo diventi momento di massima partecipazione e condivisione, sempre nello spirito di quanto inciso sulla Colonna Mozza sull’Ortigara “PER NON DIMENTICARE”.

(A conclusione si ringraziano i nipoti della Medaglia d’Oro, la sig.ra Michela Pessotto e l’ing. Gianni Brescacin, per la preziosissima collaborazione e disponibilità nel fornire notizie e documenti, ed un elogio per l’ammirevole e amorevole cura con cui tengono conservato non solo l’originale della Medaglia d’Oro ma tutta la documentazione riguardante il proprio caro Zio)

Lorenzo Battistuzzi