Le nostre Medaglie d'Oro: GIOVANNI BORTOLOTTO |
Dicembre 2021 |
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Siamo sulle colline di Ogliano (frazione del comune di Conegliano) in via
S.S. Trinità all’attuale civico 55 a pochi passi dall’omonima chiesetta, in una
casa e un podere di proprietà.
Qui viveva, verso la metà del 1800, Giovanni
Bortolotto (nonno del nostro Eroe) coniugato con Teresa Pagotto; famiglia
benestante, tanto che per i trasferimenti, ricordano i parenti, il nonno
Giovanni usava sovente cavallo e calesse, una modalità certamente non alla
portata di tutti a quei tempi.
Uno dei figli del nonno Giovanni, di nome Liberale, coniugato il 25.3.1897 con Rosa Maset (figlia di Bortolo Maset e di Lucia Tonon) ebbe 10 figli, (Romano, Pietro, Carmela, Amedeo, Bortolo, Augusta, Francesco, Anna, Riccardo e Giovanni) otto dei quali nati quando la famiglia risiedeva a Ogliano. La famiglia poi si trasferì a Vittorio Veneto tra il 1914 e il 1915 dove nacquero gli ultimi due figli. Giovanni ”la nostra Medaglia d’Oro” era il più giovane, venne alla luce l’11 aprile 1918.
Apriamo una parentesi a questo punto per dire che uno zio materno di Giovanni
ebbe un figlio, Pietro Maset, primo cugino del nostro Giovanni.
Egli è l’altra Medaglia d’Oro posta sul nostro Vessillo Sezionale.
Nel 1928 la famiglia Bortolotto si trasferì a Orsago dove gli venne offerta l’opportunità di coltivare un terreno a mezzadria in Via Bosco, attuale via Corridoni: la registrazione all’anagrafe porta la data dell’11 dicembre.
Alla morte del papà avvenuta il 15.01.56 gli ultimi componenti della famiglia
lasciarono la campagna e andarono ad abitare vicino al centro di Orsago.
La
storia del nostro Giovanni inizia con la chiamata alla leva il 28 aprile 1938.
Lasciato in congedo illimitato, il 29 marzo del 39 è richiamato alle armi nel 3° Regg. Art. Alpina, Gruppo Conegliano, e inviato sul fronte greco-albanese.
In
questo contesto raggiunse il grado di sergente e si meritò la Croce di Guerra al
Valor Militare.
Al rientro dalla penisola ellenica Giovanni si sposò il 25
Aprile del 42 con Ida Nobile, nata ad Annone Veneto il 30.11.1920 e residente a
Vittorio Veneto, testimone al matrimonio fu Pietro Maset (poi MOVM).
La sposa
andò ad abitare nella casa dove già risiedeva lo sposo e vi rimase anche mentre
Giovanni era in guerra; poi alla morte del marito si trasferì a Roma.
La “luna
di miele” degli sposi ebbe periodo brevissimo perché dopo qualche settimana
venne inviato nuovamente in territorio di guerra in quell’ambiente tanto ostile
e dalle condizioni indicibili sulle rive del Don in Russia.
C’è un episodio che
i parenti amano ricordare: quando ricevette l’ordine di ripartire per il fronte
andò a salutare la sorella Anna, che nel frattempo si era sposata e abitava poco
distante, nel salutarla disse con la sua solita fierezza «o torno vincitore o
torno da morto, ma ti lascio un ricordo»; mentre diceva questo sparò con la
pistola contro lo sporto del tetto di casa lasciando tre fori sulle tavelle che
sono tuttora visibili, quasi a voler testimoniare lo stato d’animo di Giovanni e come un eco far
risentire quell’affermazione.
Nell’ultima sua lettera dal fronte, scritta in un ambiente estremamente disumano con chissà quali e quanti pensieri ma con grandissimo coraggio, anche per tranquillizzare chi stava ad aspettarlo a casa, riuscì a scrivere: «(...) io e il mio compare Piero stiamo bene (...)», (Piero = Pietro Maset).
Come ben noto, morì il 30 dicembre del 42 nella sacca del Don abbracciato
al suo cannone ed è per il suo grande eroismo che gli venne conferita alla
memoria la Medaglia al valor militare.
Ricordiamo che Giovanni aveva altri due fratelli in guerra: Riccardo e
Francesco.
Riccardo sul confine tra la Germania e la Polonia riuscì a cavarsela e ritornare
a casa; Francesco che aveva partecipato anche alla campagna di Grecia come
Giovanni, seppur a piedi, riuscì a rientrare dalla Russia nel novembre del 42.
Alla fine della guerra la cittadinanza di Orsago volle ricordare tutti i propri
Caduti del secondo conflitto mondiale ponendo una lapide nel cimitero con incisi
44 nomi, comprendenti i dispersi ed i Caduti, tra i quali è presente anche il
Sergente Giovanni Bortolotto.
Venne eretto anche un Monumento ai Caduti, prima addossato alla Chiesa della
Pace ora in una posizione più consona e con maggior visibilità, nel quale il
nome della nostra Medaglia d’Oro è posto in risalto a sempiterna memoria.
Questa sensibilità e questo ricordo non potevano certo mancare agli Alpini di
Orsago, tanto che nella costituzione del Gruppo, avvenuta il 26.9.65, sentirono
il dovere di dedicargli il proprio Gagliardetto, donato dall’allora Comandante
del Gruppo Conegliano, Colonnello Piasenti.
L’anno successivo il Presidente della Sezione di Conegliano e il Presidente
della Sezione di Vittorio Veneto, con intelligenza, buon senso e lungimiranza
convennero, e il Consiglio Direttivo dell’ANA Nazionale nella seduta del
3.3.1966 sancì, che la Medaglia d’Oro Giovanni Bortolotto fosse apposta sul
Vessillo Sezionale di Conegliano.
Nello stesso verbale il CDN deliberò su altre quattro medaglie d’Oro mentre su
altre scrisse di attendere accordi tra le sezioni interessate.
Questa procedura, nell’attribuzione delle Medaglie d’Oro, fa fede all’art. 5
del Regolamento Nazionale dell’ANA, che è composto da tre concetti distinti: il
1° di indirizzo generale prende in considerazione esclusivamente il luogo di
nascita dell’eroe; il 2° prevede che in alternativa al luogo di nascita ci
possano essere altri criteri di valutazione, purché questi siano condivisi tra
le sezioni interessate; comunque, in ogni caso, poi andranno sempre autorizzate
dal CDN; il 3° obbliga le sezioni ad adeguarsi e attenersi scrupolosamente a
quanto emanato dal CDN.
Una procedura questa che non dovrebbe dare adito a perplessità; ci sono
situazioni in cui attenersi se non addirittura fossilizzarsi esclusivamente al
luogo di nascita sia estremamente riduttivo se non addirittura fuorviante.
Facciamo un esempio: se dovessimo traslare ai giorni nostri il concetto che fa
riferimento esclusivo al luogo di nascita, non ci sarebbero più eroi nei nostri
piccoli paesi, ma sarebbero concentrati dove sono ubicati i reparti di
maternità, magari in altra provincia o addirittura fuori regione, se vogliamo
possiamo aggiungere anche i nati all’estero, ecco perché nel citato articolo
sono opportunamente previste delle alternative.
Una data di rilievo è l’1.11.1992: il rientro a Redipuglia dalla Russia
dei poveri resti di 44 caduti: 12 provenienti dal Campo di internamento di
Lukenwalde in Germania Orientale e 32 provenienti dalla Russia, tra questi
ultimi vi erano le spoglie mortali di Giovanni Bortolotto.
Il 4 novembre, cioè il mercoledì successivo, al Sacrario di Redipuglia ci fu una
grande cerimonia commemorativa alla presenza del Capo dello Stato Oscar Luigi
Scalfaro e di numerosissime autorità nazionali e locali, militari e civili e un
folto gruppo di ex internati e reduci di guerra.
Il trasferimento al Sacrario di Fagarè delle 44 urne avvenne venerdì 6 novembre
con automezzi militari messi a disposizione dal 5° Comando Operativo
Territoriale di Padova.
Sabato 7 novembre venne organizzata una veglia d’onore delle salme a cura
della Sezione Provinciale Combattenti e Reduci e da altre associazioni
combattentistiche e d’Arma.
A rendere omaggio durante la giornata molti cittadini e scolaresche.
Un particolare: su ogni urna 44 alunni della locale scuola elementare posarono
una rosa rossa avvolta nel tricolore, altrettanti iscritti all’Associazione
Combattenti e Reduci posarono una piccola corona d’alloro.
Vegliate tutta la notte l’indomani, domenica 8 novembre, alle 10, alla presenza
anche in questa circostanza di autorità civili e militari, rappresentanti della
Brig, Meccanizzata “Gorizia”, del 184° Battaglione trasmissioni, del 33° Btg.
“Guerra Elettronica”, del 51° Stormo Aeronautica Militare, del 132° Btg. Genio,
del Btg, Alpini «Julia» e moltissima gente, si diede inizio alla cerimonia
solenne.
Dopo l’alza bandiera quattro cappellani militari, tra cui il sacerdote che dette
cristiana sepoltura a dodici soldati morti nei campi di concentramento in
Germania, celebrarono la santa Messa, seguita poi dai discorsi delle autorità.
Alla fine mentre 4 aerei d’epoca tracciavano in cielo una scia tricolore,
vennero chiamati per nome i 44 Caduti e altrettanti militari portarono a braccia
le urne al cospetto dei rispettivi parenti per la sepoltura nei luoghi di
residenza.
Per interessamento dei famigliari e per volontà della moglie Ida, il Commissario
Generale Onoranze Caduti in Guerra concesse la traslazione dell’urna di Giovanni
Bortolotto nella tomba di famiglia nel cimitero di Orsago.
Al rientro da Fagarè l’urna venne portata in Municipio a Vittorio Veneto dove
era prevista una breve cerimonia anche per una seconda urna rientrata dalla
Russia: il geniere Paolo Bolzan nato a Vittorio Veneto.
L’urna di Bortolotto poté rimanervi solamente un’ora circa poiché alle tre del
pomeriggio era previsto l’inizio della cerimonia ufficiale ad Orsago,
organizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale locale, quella di
Vittorio Veneto e gli Alpini.
Arrivata ad Orsago ricevette gli onori presso la Sala Consiliare alla presenza
del Labaro Nazionale scortato dal Presidente dell’ANA Leonardo Caprioli, dai
Vessilli della Sezione di Conegliano e di Vittorio Veneto.
All’esterno una piazza gremita all’inverosimile; vi erano autorità civili e
militari, Ufficiali del V Corpo d’Armata, della Brigata Julia, del 3° Regg. Art.
da Montagna e del Gruppo Conegliano (al quale apparteneva Giovanni Bortolotto
inquadrato nella 13a Batteria), da Alpini, da Associazioni d’Arma (Nastro
Azzurro, Bersaglieri, Artiglieri di V.V.), Penne Mozze, un folto gruppo di
Gagliardetti, Associazioni del paese, famigliari e numerosissimi cittadini.
A seguire venne celebrata la Santa Messa officiata dal cappellano del V Corpo
d’Armata, dal Parroco di Orsago mons. Giuseppe Zago e da due cappellani
militari, don Domenico Perin e don Raffaele Lot.
A conclusione il Presidente Nazionale dell’ANA Leonardo Caprioli tenne una
commovente orazione ufficiale.
Ricordare il nostro eroe è dunque un onore ma è altrettanto imperativo farne doverosa memoria!
L’ANA Nazionale per ricordare questi eroi insigniti di Medaglia d’Oro ha
apposto sul Labaro Nazionale la medaglia di ciascuno e quella di Giovanni
Bortolotto è una fra le 216 presenti.
L’amministrazione Comunale di Orsago, in collaborazione con il Gruppo Alpini
l’11.9.1971 gli ha intitolato una via del paese e posato un cippo a ricordo,
opera dello scultore Mario Balliana su disegno del Socio fondatore del Gruppo
Alpini di Orsago: Giuseppe Pollesel.
Anche l’Amministrazione Comunale di Conegliano, come pure quella di Vittorio
Veneto, su iniziativa delle rispettive Sezioni dell’ANA, gli hanno dedicato un
Largo in memoria.
Il 3° Regg. Art. da Montagna ed il Gruppo Conegliano lo ricordano, insieme alle
altre Medaglie d’Oro di reparto, nell’atrio degli Uffici di Comando e si rendono
sempre disponibili e collaborativi nelle commemorazioni promosse dalla Sezione
ANA di Conegliano.
In particolare, ricordiamo lo straordinario Raduno Sezionale a Orsago nel 70°
anniversario della morte organizzato dalla Sezione di Conegliano insieme al
Gruppo Alpini locale, con il supporto dell’Amministrazione Comunale, al quale
hanno partecipato numerosissime Autorità Civili, una folta rappresentanza
militare, Alpini e cittadini: faceva da corollario un prestigioso Picchetto in
armi del 3° Artiglieria da Montagna, la Fanfara Alpina della Julia unitamente
alla nostra Fanfara Sezionale.
Monumento ad Orsago
Il documento relativo alla concessione della medaglia d'oro
S. Messa ad Orsago
Inaugurazione sede Gruppo M.O. Bortolotto, Orsago
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Il prossimo anno (COVID permettendo) la Sezione di Conegliano organizzerà, come consuetudine l’ultima domenica di ottobre, l’11° Raduno del Gruppo Conegliano in cui ricorre anche l’80° della morte della nostra Medaglia d’Oro Giovanni Bortolotto; si auspica che questo diventi momento di massima partecipazione e condivisione, sempre nello spirito di quanto inciso sulla Colonna Mozza sull’Ortigara “PER NON DIMENTICARE”.
(A conclusione si ringraziano i nipoti della Medaglia d’Oro, la sig.ra Michela Pessotto e l’ing. Gianni Brescacin, per la preziosissima collaborazione e disponibilità nel fornire notizie e documenti, ed un elogio per l’ammirevole e amorevole cura con cui tengono conservato non solo l’originale della Medaglia d’Oro ma tutta la documentazione riguardante il proprio caro Zio)
Lorenzo Battistuzzi