STORIAGenerale Antonino Inturri |
Dicembre 2023 |
PREMESSA
Nell’ottobre scorso, è stata inaugurata presso il Museo degli Alpini di
Conegliano, Istituzione della locale Sezione ANA, la mostra temporanea
“Sabotaggio! Le missioni alleate operanti nella pedemontana”.
Un aspetto
certamente poco conosciuto, come poco noti sono gli uomini senza il decisivo
contributo dei quali, probabilmente, il Secondo Conflitto Mondiale si sarebbe
protratto ben oltre la primavera del 1945. Essi combatterono una battaglia
nell’ombra, oltre le linee nemiche, nel costante pericolo di essere individuati,
scoperti, traditi. Questi giovani volontari combatterono la “Battaglia dello
Spionaggio” agli ordini di un giovane Ufficiale americano, Peter Tompkins.
PROLOGO
Alla fine del 1942, gli Stati Uniti impegnano tutta la propria potenza
industriale e strategica per attaccare la Germania e il Giappone. Mentre in
Russia le armate sovietiche avanzano su tutto il fronte orientale in direzione
della Germania, americani e inglesi pongono fine alla guerra d’Africa.
Ora è la
volta dell’Italia. A Casablanca, nel gennaio 1943, si incontrano il Presidente
americano Franklin D. Roosevelt e il Premier inglese Winston Churchill, con gli
Alleati francesi e con tutti gli Stati Maggiori per pianificare la Campagna
d’Italia.
Al tavolo del comando è anche il Generale William J. Donovan [1], Capo
dello spionaggio americano, l’OSS (Office of Strategic Service), il quale decide
di inviare in Italia un suo giovane Ufficiale per coordinare l'azione degli
Alleati con i gruppi della Resistenza delle varie regioni d'Italia.
Conferenza di Casablanca - 1945
IL “COMANDANTE” TOMPKINS
Peter Tompkins arriva in Italia, a Salerno, a bordo di una motosilurante inglese
in concomitanza con l’Operazione “Avalanche” in cerca di antifascisti che
vogliano cooperare con le forze alleate contro i nazifascisti. Nato ad Athens
(Georgia), trascorre l’infanzia e l’adolescenza in Italia con i genitori, una
coppia di artisti – lei pittrice, lui scultore – che frequentano l’alta
borghesia e alcune famiglie tra le più facoltose e conosciute della nobiltà
romana. Parla perfettamente l’italiano, conoscerà gente, la più disparata e,
diventato, giovanissimo, corrispondente del New York Herald Tribune, molti
intellettuali e giornalisti. È a Salerno che Peter Tompkins incontra una delle
figure più importanti di questa vicenda, Raimondo “Mondo” Careri, genero del
filosofo Benedetto Croce [2] , che Ugo La Malfa [3] e il Comitato di Liberazione
Nazionale a Roma hanno inviato a Sud, giù attraverso le linee, per organizzare
il sostegno e il supporto alla Resistenza in Italia.
I due, Tompkins e “Mondo”,
concepiscono l’ORI – l’Organizzazione Resistenza Italiana.
La Missione:
coordinare le attività delle formazioni partigiane del Nord Italia, in
collaborazione con gli Alleati, attraverso la creazione di una rete informativa
e spionistica.
Tra le sue fila spicca il nome di Enzo Boeri, il primo a essere
reclutato e uomo dell’OSS a Milano.
I tre reclutano una trentina di agenti da
inviare in Nord Italia.
Requisiti richiesti: essere volontario e antifascista,
possedere salda determinazione a combattere i nazifascisti, desiderio di
contribuire a dar vita a una Italia democratica non monarchico-fascista.
Ad essi
vengono attribuite due false identità, da cambiare di continuo, una per la fase
addestrativa l’altra per le attività operative oltre le linee nemiche. Questo
per tenere il più possibile segreta la loro vera identità, anche agli Alleati.
Nascono così i “Mondo’s Men”, gli uomini di “Mondo”, reclutati, addestrati e
inviati nei territori occupati.
L’ORI è ora una realtà, ma per evitare che i
suoi componenti possano essere tacciati o accusati di diserzione dal Governo
Badoglio vengono informati sia Benedetto Croce che il Conte Carlo Sforza [4],
ottenendone incondizionata approvazione.
Ora era necessario procedere al loro
addestramento.
Tompkins sceglie come area addestrativa un gruppo di ville a
Pozzuoli. La zona prescelta, che assume il nome di Villa Raja, viene recintata,
messa in sicurezza e trasformata in una scuola per sabotaggio, operazioni
paramilitari, trasmissioni radio e decrittazione di messaggi cifrati.
Responsabili dell’addestramento sono due veterani dell’OSS, i Tenenti Vincent
Lakovski, di origine polacca, e Irving Goff.
L’addestramento a Villa Raja è
particolarmente duro e intenso: dalle 6 del mattino a notte inoltrata quando le
reclute vengono sottoposte a marce forzate per imparare a orientarsi
nell’oscurità. In breve tempo, devono riuscire a maneggiare e a utilizzare tutte
le armi in dotazione comprese quelle impiegate dal nemico; avere dimestichezza
con micce, detonatori, mine ed esplosivi; saper guidare ogni tipo di veicolo
alleato o nemico; conoscere le tecniche di autodifesa e come uccidere il nemico
anche da disarmato; resistere agli interrogatori e sapere come interrogare;
riconoscere mezzi, materiali, unità e gradi dell’avversario; sapersi lanciare
col paracadute oltre le linee nemiche.
Inoltre, particolare attenzione viene
rivolta alla conoscenza e all’impiego dei mezzi radio nonché di cifratori e
decifratori in uso all’OSS. Questi giovani antifascisti sono quindi destinati a
essere infiltrati al di là delle linee nemiche o paracadutati per inoltrare
informazioni, organizzare gruppi di partigiani o mettersi in contatto con gruppi
già organizzati per pianificare l’invio di materiali e, soprattutto, di
assicurare la continua fornitura di materiale d’armamento.
A ROMA
All’inizio di ottobre del 1943, il Führer aveva ordinato al Feldmaresciallo
Albert Kesselring [5] di attuare una strenua resistenza il più a sud possibile ed è
in questo periodo che le truppe tedesche si trovano ancora nella Winterstellung
[6]
di Cassino. La Quinta Armata trova così davanti a sé un muro impenetrabile che
gli sbarra la strada. Sono questi i presupposti che inducono Churchill a ideare
l’Operazione “Shingle” ovvero lo sbarco di una forza anfibia alleata dietro le
linee tedesche presso Anzio e Nettuno che avrebbe dovuto, una volta conquistati
i Colli Albani, tagliare le comunicazioni tra Cassino e Kesselring, costringendo
quest’ultimo a ritirare le forze dalla Linea Invernale.
Il Generale Donovan,
Capo dell’OSS, vuole a Roma un Ufficiale americano, con radio clandestina, per
coordinare l'insurrezione della Città Eterna in modo da prendere i tedeschi tra
due fuochi.
Tompkins sbarca a sud dell'Argentario e raggiunge la Capitale per
mettersi in contatto col CLN e la giunta militare, in particolare, con Giuliano
Vassalli [7], Riccardo Bauer [8] e Giorgio Amendola [9].
Il 21 gennaio 1944, mentre a
Cassino infuria la battaglia, gli Alleati si preparano allo sbarco sulle spiagge
di Anzio. I Tedeschi hanno inviato a Cassino tutte le loro riserve e non
vigilano le coste del Lazio. Inglesi e americani prendono terra indisturbati
sulle coste, ai due lati della città. Gli ordini sono di avanzare al più presto
nell'interno e di raggiungere Roma di slancio. Ma gli americani, al comando del
Generale John P. Lucas, si attardano ad accumulare la maggior quantità possibile
di uomini e materiali sulla spiaggia.
Le speranze dei partigiani romani che si
apprestano a insorgere contro i tedeschi vanno così deluse. Perduto ormai il
vantaggio iniziale, gli Anglo-Americani devono affrontare i tedeschi che, nel
frattempo, sono accorsi in gran numero e si sono attestati su posizioni
favorevoli sui Colli Albani e a Cisterna. L’esitazione di un giorno basta a
compromettere il vantaggio acquisito dagli Alleati che ormai “avevano perso
un’occasione unica per conquistare Roma e sfondare il fronte del Garigliano [10]”.
In ventiquattro ore, affluiscono su Roma la 29^ Panzer Granadier del Generale
Walter Fries e altre unità tedesche.
Un errore di intelligence (Alexander
attendeva un messaggio da ULTRA – che non arrivò – per confermare la presenza di
due Divisioni corazzate tedesche omettendo di chiedere informazioni agli agenti OSS sul posto) aveva determinato in pratica il fallimento dell’offensiva.
Le
fonti di informazione sparse nell’area confermano comunque il massiccio afflusso
di truppe tedesche e il rafforzarsi dei controlli e del contrasto alle attività
della Resistenza. Tompkins è oltremodo attivo e organizza la rete informativa in
modo da tenere sotto controllo tutte e dodici le principali vie di accesso alla
Capitale così da disporre di rapporti dettagliati sui dati relativi alle truppe
tedesche in afflusso – tutte le informazioni, il più particolareggiate
possibile, dovevano essere cronologicamente messe per iscritto – con un servizio
di osservazione attivo H24 a un ritmo di cinque trasmissioni al giorno verso la
testa di ponte di Anzio. La città era stata suddivisa in settori ciascuno con il
suo quartier generale segreto. Per la maggior parte, gli osservatori erano
lavoratori con famiglia ai quali era riconosciuta, dall’OSS, una “indennità” di
un dollaro americano al giorno. Si assiste a un susseguirsi continuo di messaggi
e bollettini che informano il Comando Alleato sulla consistenza delle unità,
sulle operazioni pianificate dai tedeschi e sul piano di attacco alla testa di
ponte di Nettuno. Il 16 febbraio i tedeschi attaccano (Operazione “Fischfang”),
producendo il massimo sforzo nella notte tra il 17 e il 18 febbraio. Tompkins e
i suoi continuano a fornire agli Alleati, e in particolare all’Aeronautica, la
posizione di una serie di obiettivi sensibili quali punti di rifornimento di
munizioni e di carburante, che, battuti e resi inutilizzabili, rendono i
rifornimenti oltremodo difficoltosi, facendo sì che la pressione tedesca cessi
di colpo. La rete degli agenti dell’OSS, consentendo con le sue informazioni
segrete di prevedere tempi e luoghi degli attacchi nemici, ha di fatto salvato
la testa di ponte.
La Linea Gotica
UN GIORNO DA RE DI ROMA
L’epilogo per le truppe tedesche è quello di lasciare Roma, intatta, nelle mani
degli Alleati. Il 4 giugno, unità della XIV Armata di Kesselring transitano per
via del Corso in direzione nord. Nessuno però assume il comando della città per
assicurare l’ordine e salvaguardarne le infrastrutture. Tompkins prende
l’iniziativa e gioca d’azzardo: su carta intestata dell’OSS, scrive, a nome del
Generale Alexander, l’ordine per il Generale Presti, Capo della Polizia, e il
Generale Chirieleison, Comandante italiano della Città Aperta [11], di mobilitare e
schierare 10.000 uomini per proteggere i servizi essenziali della città (acqua,
luce, gas, radio, telefono), presidiare i ponti, mantenere l’ordine pubblico,
impedire sabotaggi e incarcerare disertori tedeschi e fascisti. L’azzardo
riesce: i due Generali obbediscono all’ordine di Alexander…alias Peter Tompkins!
Roma viene consegnata intatta agli Alleati. Il giorno stesso, il Generale Mark
Clark entra con la sua jeep fra due ali di folla. Liquidato Badoglio, un nuovo
Governo con a capo Ivanoe Bonomi si insedia nella Capitale. L’era di Vittorio
Emanuele III tramonta definitivamente e la luogotenenza del Regno passa al
Principe Umberto.
Liberazione di Roma |
Liberazione di Genova |
Liberazione di Milano |
SU AL NORD
Liberata Roma, l’ORI ritiene Milano il centro nevralgico di ogni possibile
resistenza ai nazifascisti.
“Mondo” aveva scelto Enzo Boeri per creare una
struttura intelligence nel capoluogo lombardo attraverso la quale assicurare una
saldatura tra i partigiani del Nord Italia e gli Alleati. Grazie al costante
supporto e ai rifornimenti di questi ultimi, le forze della Resistenza riescono
a mettere sotto pressione le unità tedesche, attaccandone continuamente le linee
di comunicazione e distogliendo dalla linea del fronte, la Linea Gotica, ben
sette Divisioni tedesche. Kesselring aveva ricevuto da Hitler l’ordine di
difendersi a oltranza mentre il Generale Clark, divenuto nel frattempo
Comandante del 15° Gruppo di Armate, la 5^e l’8^, doveva assolutamente
attaccare, ma, per contro, non aveva un quadro informativo chiaro sulla
situazione in atto.
L’ORI invia quindi i propri agenti dotati di radio
ricetrasmittenti clandestine dietro le linee nemiche sia per fornire al Comando
Alleato ogni informazione utile sul nemico sia per individuare aree o località
idonee per paracadutare armi e aiuti per i partigiani. Ma al sopraggiungere
della stagione invernale, arriva quella che paradossalmente potremmo chiamare
una “doccia fredda”: l’emanazione da parte del Generale Alexander di un proclama
con il quale si ordina a tutte le forze della Resistenza di ritirarsi presso le
proprie zone di provenienza[12}. Fino a quel momento, la priorità era stata quella
di favorire gli Alleati nel superamento della Linea Gotica.
L’ordine di
Alexander era suonato come una condanna a morte. In tal modo, con lo spostamento
delle Divisioni angloamericane dall’Italia alla Francia e all’Europa
occidentale, le unità partigiane sarebbero state costrette a scendere a valle e
a esporsi, pertanto, ai rastrellamenti e alle rappresaglie dei nazifascisti.
In
seguito a questo proclama e ai successivi sviluppi bellici, i nazi-fascisti
compresero che il nemico non avrebbe tentato, per il momento, di oltrepassare la
“Linea Gotica” ed intensificarono pertanto le rappresaglie e i rastrellamenti
contro i partigiani e le popolazioni del Nord Italia. In Emilia, ad esempio,
l’intero CLN di Ferrara venne arrestato dai fascisti e consegnato alle SS
tedesche; molti furono i partigiani giustiziati.
Sul fronte adriatico,
l’avanzata alleata avviene in coordinamento con i partigiani dietro le linee
tedesche, come accade per la liberazione di Ravenna. A Comacchio, il Comandante
Arrigo Boldrini, “Bülow”, attraversò le linee nemiche in barca e si mise
d'accordo con l'8^ Armata di non bombardare Ravenna col suo tesoro artistico
unico. I tedeschi, attaccati da nord dai partigiani e da sud dagli Alleati, si
ritirarono, salvando la città e il suo inestimabile patrimonio artistico. Come
ricorda lo stesso Boldrini, la collaborazione con gli Alleati fu incredibile,
tant’è che alle forze della Resistenza fu data la possibilità di organizzarsi e
continuare la guerra sul fronte del Reno e fino alla liberazione della zona
veneta.
Come già accennato, tra le attività degne di nota, le più importanti
riguardano la cifratura e la decrittazione dei messaggi nonché la segnalazione
dei punti di rifornimento per gli aviolanci. Nella zona di Genova, ad esempio,
erano state ricevute, con i lanci, oltre 300 tonnellate di armi di ottima
qualità, compresi bazooka e cannoni anticarro. È anche grazie al prezioso lavoro
degli agenti di “Mondo” se le due Divisioni tedesche (8000 uomini) di stanza a
Genova che avrebbero potuto ripiegare su Torino si arrendono ai partigiani
genovesi. Si arriva così alla liberazione del capoluogo piemontese che consente
di immobilizzate le Divisioni tedesche lì dislocate, rendendo possibile il dare
il via all’insurrezione di Milano, grazie anche all’azione del Comandante
“Cino”, Vincenzo Moscatelli, che blocca il passo del Brennero all’eventuale
afflusso di truppe tedesche. A Milano, Tullio Luzzi, uno dei primi collaboratori
di Tompkins a Napoli che ha organizzato con Enzo Boeri una rete di radio
clandestine – più di una in città, operanti in situazioni spesso pericolose dato
che i tedeschi disponevano di radio goniometri e quindi in grado di localizzarle
– invia un flusso continuo di informazioni al Comitato di Liberazione Nazionale
Nord Italia ed è in contatto costante con le forze alleate del 15° Gruppo
d'Armate così da coordinare le operazioni partigiane con l'avanzata degli
Alleati. Per i tedeschi è la fine, la resa è totale.
È il 25 aprile 1945. Gli
Americani fanno il loro ingresso a Milano e trovano la città in mano ai
partigiani. La guerra, ufficialmente, è finita.
Gen. Hardold R. Alexander
EPILOGO
L’apporto dell’OSS alla guerra di Liberazione in Italia è stato di straordinaria importanza e il comportamento delle missioni il più delle volte eroico, sino all’estremo sacrificio, principalmente per merito dei capi missione, americani e italiani. Dopo la liberazione dell’Italia, l’ormai Maggiore Tompkins sarà impegnato nelle attività dei Servizi Segreti americani nella Berlino caduta. Sembra il preludio di un promettente futuro. Ma già al suo ingresso nell’OSS, Tompkins aveva peraltro subito rilevato, e criticato, gravi deficienze nello staff organizzativo, soprattutto per quanto riguardava la scelta degli agenti. Questo atteggiamento sarà oggetto di ritorsioni, nel dopoguerra e per molto tempo, non solo da parte dei quadri dell’OSS, ma anche da parte degli alti ambienti militari degli Stati Uniti, negandogli gradi, riconoscimenti e decorazioni. Così, l’agente segreto americano che una fredda notte di gennaio era sbarcato sulle spiagge dietro le linee nemiche per "liberare l'Italia" a fianco dei partigiani invisi ai monarchici e a Churchill, svestirà i panni della spia e indosserà di nuovo quelli del giornalista e scrittore, firmando articoli sul New Yorker, su Life ed Esquire e pubblicando una ventina di libri, prima di spegnersi all’età di 87 anni, sempre in gennaio, in una tranquilla città della Virginia occidentale. Strano a dirsi, ma il suo libro più famoso non riguarda affatto lo spionaggio, il nazismo e le ratline (vie di fuga per i gerarchi nazisti), ma la “Vita segreta delle piante”.
Peter Tompkins
Note:
[1] William J. DONOVAN, soprannominato Wild Bill, è stato un militare, diplomatico e generale dell'intelligence statunitense.
[2] Benedetto CROCE: storico, umanista, il più grande filosofo italiano della prima metà del XX secolo. Voce e autorità morale dell’Italia del dopo 8 settembre.
[3] Ugo LA MALFA è stato un politico italiano fondatore, il 4 giugno 1942, del Partito d'Azione
[4] Conte Carlo SFORZA: diplomatico e statista, membro dell‘Assemblea
Costituente, Ministro nel terzo Governo De Gasperi, fu determinante per
l’entrata dell’Italia nella Comunità Economica Europea e l’adesione alla NATO.
[5] Albert KESSELRING, Generale tedesco. Nel 1943-44 guidò le forze tedesche in Italia attuando spietate rappresaglie contro i partigiani e nel 1945 assunse il comando del fronte occidentale. Condannato a morte dagli Alleati nel 1947, fu poi amnistiato (1952).
[6] La linea difensiva (la Winterstellung o Linea Invernale) andava dalla foce del Sangro a Est, arroccata sugli Appennini, fino alla foce del Garigliano a Ovest.
[7] Giuliano VASSALLI: giurista e politico italiano, fu Ministro di Grazia e Giustizia e Presidente della Corte Costituzionale.
[8] Riccardo BAUER: storico, giornalista e politico italiano. Membro della Giunta Militare del CLN per il Partito d’Azione.
[9] Giorgio AMENDOLA: scrittore e politico italiano. Membro per il PCI della Giunta Militare del CLN. Ideatore dell’attentato di via Rasella.
[10]Albert KESSELRING "Soldat bis zum letzten Tag" Athenaum Verlag, Bonn 1953.
[11]L'espressione "Città Aperta" significa che la città non viene dotata di mezzi difensivi o offensivi e che per
tali ragioni dovrebbe essere risparmiata dai bombardamenti o da azioni belliche.
L’Italia smilitarizza effettivamente la città, la Germania ignora qualsiasi impegno al riguardo. I governi Alleati, perciò, si riservano “piena libertà di
azione nei riguardi di Roma” che infatti, prima della sua liberazione, avvenuta il 4 giugno 1944, viene bombardata altre 51 volte.
[12] Il 13 novembre 1944, dopo gli scontri con l’esercito tedesco sulla “Linea
Gotica”, il Generale Harold Alexander, diffonde per radio un discorso rivolto
agli aderenti alla Resistenza armata nel Nord Italia. Il Generale dichiara
conclusa la campagna estiva degli eserciti Alleati e richiede ai partigiani: di
cessare ogni operazione organizzata su vasta scala; di continuare solo nella
guerriglia e nel sabotaggio purché il rischio non sia troppo grande; di
attestarsi su posizioni difensive; di conservare munizioni e materiali in vista
di nuovi ordini tramite radio o materiale scritto.
Fonti:
a. Peter Tompkins “L’altra Resistenza”, Milano, Ed. il Saggiatore, 2009
b. https://www.anpi.it/patria-indipendente/media/uploads/patria/2007/2/28-32_RENDINA.pdf
c. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/storie-di-spie/peter-tompkins-giornalista-e-spia.html
d. https://www.fattiperlastoria.it/proclama-alexander/#Il_proclama_Alexander
e. https://archivio.quirinale.it/aspr/gianni-bisiach/AV-002-000087/la-battaglia-dello-spionaggio-prima-parte
f. https://archivio.quirinale.it/aspr/gianni-bisiach/AV-002-000088/la-battaglia-dello-spionaggio-seconda-parte
g. https://la-linea-gotica.com/audio/intervista-a-ennio-tassinari-promemoria/
h. https://www.ilgiornale.it/news/storia/spia-americana-roma-2162306.html
i. https://www.giadresco.it/2004/recensioni/preziosi_avvenimenti2.pdf