ALPINI SEMPRE 1925-2015 - I 90 anni della Sezione di Conegliano

1925-2015

Dopo il lungo periodo marcato profondamente dall’azione dei Presidenti Combattenti, protagonisti e testimoni delle vicende belliche italiane i quali, quindi, nel cuore e nella memoria serbavano ancora le schegge dolorose di quegli eventi, ecco emergere dall’humus fecondo di quei valori e quelle idealità, che essi avevano pazientemente coltivato, i frutti sperati: i loro boce.
Questi ne raccoglieranno responsabilmente l’eredità e sfruttando i talenti ricevuti, come nella parabola evangelica, contribuirono e contribuiscono, con altrettanto spirito combattivo e sempre in prima linea, ad arricchirla maggiormente.
Non a caso nella taverna della sede sezionale, in bella vista, è riportata l’antica massima latina che dice: Patrum virtutes / liberorum mores / firmant, poche parole per ricordarci che Le virtù dei Padri (in questo caso lo spessore etico lasciato in eredità dagli avi, dai veci) / rafforzano i costumi (ossia l’articolato patrimonio di doti morali e caratteriali) / dei figli.
Dai risultati che seguono la convinzione è che lassù, nel Paradiso di Cantore, essi sorridano appagati ed orgogliosi dei loro figli che hanno generato e plasmato.

LUIGINO BASSO (1991-1996)

L’Assemblea del 1991 porta alla presidenza Luigi, ma per tutti Luigino, Basso di Orsago e acclama Giacomo Vallomy Presidente Onorario. Nel 1994 verrà poi riconfermato per un secondo mandato che lascerà dopo due anni per motivi familiari.
Questo il suo saluto iniziale: “Carissimi Alpini, un affettuoso e cordiale saluto e un grazie sincero per la fiducia che mi avete accordato nel pormi alla guida della Sezione Alpini di Conegliano: l’impegno assunto sarebbe maggiormente gravoso se non fossi sorretto dal Vostro incoraggiamento e dal Vostro appoggio. Non sarà facile per me continuare l’opera del vecio presidente prof. Vallomy. Conto di averlo comunque accanto come Presidente onorario, per potermi consigliare alla luce delle grandi doti di cultura e umanità, con le quali ha sempre tenuto alto il prestigio della nostra Sezione.”

Nato ad Orsago il 25 febbraio 1930, il giovane Basso frequenta le scuole inferiori al collegio Dante di Vittorio per poi iscriversi alla scuola enologica di Conegliano, avendo come professore di italiano proprio Giacomo Vallomy. Nel 1952 frequenta il corso ufficiali ad Ascoli Piceno per completare poi la specializzazione alla Scuola di Artiglieria di Bracciano, da cui esce con il grado di sottotenente. Qui ha modo di studiare le nuove tavole tecniche di tiro americane. Dopo il giuramento a Udine, viene assegnato alla 13ª batteria del Conegliano, dove diventa esperto nel tiro con il grosso mortaio 107/14, e distaccato a Tai di Cadore. Nel 1961 viene richiamato per un corso di aggiornamento, sempre a Tai, ottenendo i gradi di tenente.
Ha coltivato forte attitudine per l’atletica fin da quando, nella categoria Balilla durante le attività sportive del sabato fascista, primeggiava nei giochi studenteschi di velocità, 100 e 200 m piani, per poi passare al decathlon. Con un certo orgoglio ricorda quando nel 1948, a Vittorio, su dieci gare ne vinse otto e giungendo secondo nelle rimanenti due. Altro hobby importante, condiviso con l’amico Battista Bozzoli, è la passione venatoria. Dopo il congedo, declina la proposta di entrare nei Carabinieri come ufficiale, e per alcuni anni lavora nell’officina di famiglia quindi viene assunto in qualità di segretario nella neonata Cantina Sociale di Orsago, favorendone lo sviluppo per oltre trenta campagne vinicole, fino all’ora della meritata quiescenza. Nel frattempo, nel 1962 diventa segretario della Sezione, allora guidata da Curto, e assieme all’amico Gigi Battistuzzi nel 1965 fonda il Gruppo di Orsago. Nel 1969, il presidente Vallomy lo nomina suo vice. Basso si commuove al pensiero del suo vecchio professore. “Quando mi presentava ai raduni, alle assemblee o negli altri appuntamenti alpini- ricorda -non mi presentava mai come il suo vice bensì: ecco Luigino Basso, il mio bravo allievo.”

Questa la formazione con cui inizia la sua nuova esperienza sezionale:
PresidenteLuigi Basso
Presidente onorario
Giacomo Vallomy
Vice presidenti: Giovanni Battista Bozzoli e Antonino Cais.
Consiglieri: Valerio Bortolotto, Umberto Bortot, Vittorio Dal Bò, Antonio Daminato, Bruno Danieli, Mariano De Boni, Paolo Gai, Luigino Grando, Leandro Marcon, Marsilio Rusalen, Nicola Stefani, Stefano Stefani, Davide Tardivel, Zenildo Toffoli, Ernesto Visentin, Luigi Zaccaron.
Revisori dei conti
: Alfredo Battistella, Vittorio Padovan, Giovanni Carlet;  supplenti: Carlo Breda e Gildo Trivellato.
Direttore-responsabile di “Fiamme Verdi”: Renato Brunello; Membri di redazione: Steno Bellotto, Eugenio Pizzol, Sandro Rui, Nicola e Stefano Stefani.
Alfiere: Mario Longhino.
Cappellano: don Raffaele Lot.
Probiviri: Raimondo Piaia, Desiderio Viezzer, Paolo Gai.
Giunta di scrutinio: Luigi Battistuzzi, Giuliano Casagrande, Eugenio Pizzol; supplenti: Giovanni Grosso, Marsilio Rusalen.
Taverniere: Sante-Mario De Marchi.
Protezione civile: Lino Chies e Sandro Rui.
G.S.A.: Nicola e Stefano Stefani.
Responsabile sede: Giovanni Daccò; Manutenzione sede: Adriano Moretti e Vittorio Dal Bò.
Rapporto con le autorità civili: Valerio Bortolotto; con le autorità militari: Nino Geronazzo.
Cerimoniere: Nino Geronazzo.
Attività culturali: Antonino Cais.
Responsabile chiesetta della Madonna della Neve: Silvano Armellin.


1991. Adunata a Vicenza.

1992. Adunata a Milano

Nel suo mandato i traguardi e gli obiettivi conseguiti dalla Sezione, in ordine cronologico, sono:

1991

• con la presidenza di Basso s’inizia ad applicare la norma introdotta dal Consiglio Sezionale, e ratificata in sede assembleare, che un Presidente possa rimanere in carica per non più di due mandati consecutivi.

• primo Trofeo sezionale di bocce, due anni dopo sarà intitolato alla memoria del compianto comm. Alfredo Battistella. La competizione, riservata ai soci alpini della Sezione, organizzata dal Gruppo M.O. Maset, viene vinta dalla coppia Salvador-Da Ros di Mareno.

• da Collalto parte l’iniziativa Festa della Fameja Alpina che coinvolge, a rotazione, tutti i Gruppi del Quartier del Piave.

• 35° del Gruppo di Refrontolo. Nell’occasione viene arredata un’aula della locale scuola materna.


Con il vescovo Eugenio Ravignani

1992

• inaugurazione nuova sede di Gaiarine, intitolata a Giulio Bedeschi, e scoprimento del cippo dedicato agli Alpini per la pace. Il taglio del nastro, avvenuto con il capogruppo Gildo Trivellato, è onorato dalla presenza della signora Luisa, vedova del grande cantore della leggenda alpina in Russia.

• inizia, sotto l’attenta direzione del geom. Lino Chies, vicepresidente nazionale, l’Operazione Sorriso a Rossosch. Il progetto prevede la costruzione di un asilo che possa ospitare oltre cento bambini da donare alla città che nel 1942 ospitò la sede del comando delle divisioni alpine impiegate sul Don.

• inaugurazione della Casa Alpina di San Fior dedicata al primo capogruppo Lorenzo Vinera e del Monumento ai Caduti, opera in marmo con fusione in bronzo dello sculture sanfiorese Egidio Campardo.

• ultimo saluto al comm. Alfredo Battistella, grande e generoso alpino, indimenticato capogruppo di Pieve di Soligo e reduce di Russia.

• scoprimento dell’artistica fontana eretta nella piazza del paese dal Gruppo di Barbisano in occasione del 30°.

• il gen. Franco Chiesa, oggi iscritto al Gruppo Città, assume il comando della Cadore. Trentino di Rovereto, dopo il periodo di formazione presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione è assegnato al 6° Rgt Artiglieria da Montagna della Cadore. Nel 1969, da tenente, è istruttore dei corsi Sci e Roccia alla Scuola Militare Alpina del Cile. Ha poi frequentato la Scuola di Guerra e la Scuola di S.M. spagnola e comandato il Gruppo di Art. da Montagna Conegliano della Julia. Nel frattempo acquisisce la Laurea in Scienze Strategiche e successivamente è assegnato al Comando Forze Alleate del Sud Europa per poi essere nominato Addetto Militare, Navale ed Aeronautico presso le Ambasciate di Città del Messico e dei Paesi del Centro America. Rientrato in Italia, assume il comando della Cadore, a Belluno, nel corso del quale ha l’ingrato compito di procedere alla vendita degli ultimi muli delle Truppe Alpine. Infine, si diploma al centro Studi della Difesa e nell’ambito dell’Ispettorato della Scuola viene nominato Vice Comandante dell’Accademia di Modena.


Il gen. Franco Chiesa sfila con i suoi artiglieri.

• restauro e consegna alla comunità coneglianese, dopo tre anni di duro e impervio lavoro, della cinquecentesca chiesetta della Madonna della Neve lungo le mura carraresi. Così Luigino Basso si rivolge ai volontari: “Nell’intraprendere e condurre il lavoro, noi alpini abbiamo inteso qualificarci come uomini di buona volontà e di pace che tengono viva la storia.

Orsago accoglie con una commovente cerimonia commemorativa le spoglie della M.O. Giovanni Bortolotto, caduto da eroe il 3 gennaio 1943 sul fronte del Don. Il Presidente nazionale Nardo Caprioli così ne saluta l’urna: “Siamo venuti e ti abbiamo riportato qui e d’ora in avanti quando sentirai le campane, saranno le campane del tuo paese, quando guarderai il cielo sarà il cielo di questa tua terra, quando qualcuno dei tuoi amici verrà a mettere un fiore sulla tua tomba sarà un fiore raccolto nelle tue campagne.”

• il mitico scalatore Lino Lacedelli, conquistatore con Compagnoni e Bonatti del K 2, è invitato dal Gruppo Città a Conegliano per una conferenza sull’alpinismo.

• 30° di Sernaglia. Taglio del nastro della passerella sul torrente Gavada che porta alla sede del Gruppo.

1993

• inaugurazione sede del Gruppo di San Pietro di Feletto, guidato da Mario Casagrande, e restauro del capitello di S. Antonio.

• esercitazione di pronto intervento della P.C. sezionale nell’area di Bibano.

• presentazione del libro Madonna della Neve tra le mura di Conegliano, a cura di Silvano Armellin e Giorgio Fossaluzza, sui lavori di restauro 1990-93 che hanno permesso il recupero strutturale ed artistico dell’antico e suggestivo oratorio ai piedi del castello.

• conclusione dell’Operazione Sorriso a Rossosch. Alla straordinaria realizzazione dell’asilo hanno contribuito molti volontari e ditte della Sezione.


I generali Primo Gadia e Franco Chiesa.

• il nostro (residente a Pianzano) gen. Primo Gadia è promosso comandante della Cadore che fu già del nostro (residente a Conegliano) gen. Franco Chiesa.
Piemontese della Val Susa, Primo Gadia dopo aver frequentato l’Accademia di Modena, nel 1965 con il grado di tenente viene assegnato al 7° Alpini di stanza a Belluno. Nel periodo 1970-73 frequenta la Scuola di Guerra di Civitavecchia e quindi, col grado di capitano, destinato al btg Pieve di Cadore. Nel 1975, promosso maggiore, è trasferito al Comando della Brigata Tridentina. Nel biennio 1982-84 partecipa ai corsi di perfezionamento presso la Scuola di Guerra austriaca a Vienna. Da ten. colonnello comanda prima il btg Trento nella sede di Brunico fino al 1986 e quindi è C.S.M. dell’Accademia Militare di Modena. Dal 1988 al 1990, con il grado di colonnello, assolve le funzioni di Vicecomandante della Julia a Udine. Successivamente, nel triennio 1990-93 è Addetto Militare presso l’Ambasciata italiana a Bonn, in Germania. Promosso generale, nell’ottobre 1993 è Comandante della Brigata Alpina Cadore. Dopo lo scioglimento del reparto è nominato C.S.M. della Regione Militare Nordest con sede a Padova.

• a Tezze si spegne mons. Raffaele Pivetta (1901-94) già Cappellano sezionale.

• intitolazione della sede di S. Maria-S. Michele a Virgilio Da Dalto, fondatore del Gruppo e anima degli alpini del felettano.

• il Gruppo di Vazzola, guidato da Maurizio De Zotti, inaugura la sua nuova sede ricavata, dopo opportuni lavori di miglioria, nell’ex Consultorio Pediatrico concesso in comodato d’uso dall’Amministrazione Comunale.

• 25° di Bibano-Godega, ricorrenza concretizzata con la costruzione delle nuove gradinate in marmo bocciardato della chiesa parrocchiale di Godega.

1994

Santa Lucia per il 36° inaugura il capitello restaurato dedicato alla Vergine della Salute.

• a Pieve di Soligo, in occasione del 65° di fondazione vi è l’inaugurazione dell’Ossario che, all’interno del cimitero, custodisce le urne contenenti i resti mortali dei Caduti pievigini in terra di Russia.

• fondazione del Gruppo di Ponte della Priula, il 30° e ultimo della Sezione. “È un grande momento per noi alpini di Ponte della Priula,- esordisce il neocapogruppo Lucio Sossai - poiché è un momento di autentico appagamento di quello che abbiamo potuto realizzare.” Egli ha ricordato poi il duro lavoro svolto per due anni: “sono stati momenti difficili, ma la buona volontà, la pazienza, la fiducia, ci hanno permesso di ottenere risultati quasi insperabili. Non c’è nulla di grande ed importante che possa essere costruito senza sacrifici.”

• a cura del Comitato del Bosco delle Penne Mozze vengono ricordati gli artefici del Memoriale: Marino Dal Moro, ad un anno dalla sua scomparsa, Mario Altarui, Giulio Salvadoretti e il maestro Efrem Casagrande, autore della musica dell’inno Penne Mozze.

• presso la sede del Gruppo diSoligo, ospiti di Sante Cietto, l’instancabile capocantiere di Rossosch, s’incontrano i volontari dell’Operazione Sorriso con la delegazione giunta dalla città russa, guidata dal sindaco Ivanov e il prof. Alim Morozov, grande amico degli alpini.

• al centro polifunzionale Don Gnocchi di San Vendemiano viene dedicata un’aula alla memoria del cav. Gino Citron, indimenticato capogruppo.

• per il 10° di costituzione, il Gruppo M.O. Maset inaugura il sacello dedicato al Buon Pastore donato alla Piccola Comunità di don Gigi Vian e don Antonio Zuliani.

• violenta alluvione nell’astigiano. Pronto l’intervento della P.C. sezionale.

• il Gruppo di Sernaglia restaura la vetusta chiesetta del Cimitero.

• Nell’occasione della festa di San Giuseppe, il Gruppo di Parè offre alla comunità di Crevada la Croce che sovrasta la Chiesa. Opera del socio ing. Luigi Dal Mas, rimarrà a significare l’impegno degli alpini vivi nel ricordo di quelli caduti.


1994. Adunata di Treviso

1995

Settantesimo

L’impegno maggiore di Basso, nella sua parentesi direttiva, si profonde in funzione del 70° anniversario della Sezione la cui vita viene compendiata nella pubblicazione, in aggiornamento alla precedente del 1985, Vita Alpina, decennio 1985-95. Nella prefazione, egli sottolinea: “Da questi tempi, da questi racconti, da queste immagini, dalla memoria del passato si traggano lo sprone e lo stimolo per continuare nella strada intrapresa con lo zaino in spalla e l’ideale nel cuore.”

Filo conduttore tra i Gruppi è l’iniziativa umanitaria dell’adozione a distanza di oltre 40 bambini sparsi nel terzo mondo.

Molte le iniziative correlate che si dispiegano nell’arco dell’anno. Tra queste vanno evidenziate:

- in aprile, commemorazione della M.O. Pietro Maset a Scomigo, dov’è sepolto, e sul Monte Cavallo, a malga Ciamp, dove cadde nel 1945; presentazione della ricerca storica sull’eroe: Maso: alpino, patriota, partigiano di Livio Vanzetto;


Cimitero Scomigo. Commemorazione di Pietro Maset (Maso)

Staffetta Alpina.

- in maggio, apertura a palazzo Montalban della mostra storica Truppe alpine: una divisa, una storia lontana curata da Luciano Barzotto;

- in maggio, intervento operativo di Protezione Civile sul fiume Monticano;

- in giugno, Adunata Triveneta con conferimento della Cittadinanza Onoraria alla brigata alpina Cadore, comandata dal gen. Primo Gadia. Il Gazzettino scrive: “Non c’era un centimetro di spazio libero allo stadio comunale. Impossibile quantificare i presenti: chi ha detto 10 mila, chi 12 e chi addirittura 15 mila. Tre i palchi per le autorità, posizionati a ridosso della pista di atletica leggera, dove spiccavano, numerosi, i parlamentari delle nostre zone e tantissimi sindaci ed amministratori comunali. Tutto era preparato a dovere e tutto si è svolto con militare precisione. Alle 10.20 l’immancabile Fanfara della Brigata Alpina Cadore ha fatto il suo ingresso nel campo prendendo posizione e subito dopo c’è stato l’afflusso dei reparti, 364 reclute del 5° Scaglione ‘95. Quindi gli onori ai Labari, Vessilli e Gagliardetti delle associazioni combattentistiche e d’arma: ben 360, un esercito, tanto che mai in simili occasioni si era visto un così alto concentramento di bandiere.”

- in settembre, Raduno Sezionale a Mestre con l’offerta dell’olio alla lampada votiva perenne della Madonna del Don, antica icona russa recuperata fra le macerie di un’isba a Belogorije e divenuta, dopo la ritirata di Russia, un simbolo sacro per gli Alpini.


Mestre. Offerta dell’olio votivo alla Madonna del Don.

- in novembre, chiusura ufficiale delle celebrazioni con la restituzione alla città di Conegliano del restaurato Monumento ai Caduti.

Il Comitato organizzatore era presieduto da Battista Bozzoli che si avvalse di Claudio Lorenzet alla segreteria. Gli altri membri erano: Luciano Barzotto, Giuseppe Cadorin, Mirco Cadorin, Giovanni Carlet, Ernesto Contessa, Gianni Dal Cin, Andrea Danieli, Bruno Danieli, Luigi Maretto, Michele Pilla, Giancarlo Razza, Sandro Rui, Luigi Zaccaron, Floriano Zambon e Giuliano Zanin.

Ogliano ha la sua nuova sede, onorata dalla presenza del Presidente nazionale Nardo Caprioli, buon amico di Lino Chies. L’edificio era stato generosamente donato da Giuseppe Grosso.

• prima Marcia del Sorriso a favore degli ospiti della Nostra Famiglia di Costa, promossa dal Gruppo Città.


Chies e Basso. A sx il giornalista Giovanni Lugaresi.

Cerimonia a Soligo

Agli inizi del 1996, nel corso del suo secondo mandato, Luigi Basso, per gravi motivi familiari decide di concludere anzitempo l’incarico e di rassegnare le dimissioni. Qui il suo racconto si fa oltremodo sofferto: “Quando nel 1991 mi venne proposto di diventare Presidente della Sezione non volevo accettare perché mia moglie era gravemente malata e volevo starle vicino il più possibile. E invece fu proprio lei, che sentiva avvicinarsi la fine, quasi a costringermi: fallo, Luigino, vedrai che dopo troverai negli alpini tanta compagnia. Una breve pausa e poi, reprimendo la tristezza, continua: …spirò il sabato prima dell’Assemblea del 1992. Con un filo di voce mi disse: domani non mancare, promettilo. Promessa che, pur con il cuore a pezzi, mantenni… ed è proprio là che ho ricevuto il grande e caldo abbraccio consolatore dei miei alpini.”

Nel saluto di commiato, confessa:

“Lavorare con voi è stato per me non solo un onore ma anche di gratificazione e di esempio poiché qui ho trovato uomini veri, capaci, solerti e dotati di grande spirito di corpo.
Al nuovo presidente, mio successore, tutta la mia simpatia quale segno di stima e fiducia nell’unità e continuità. Abbraccio affettuosamente tutti: dai collaboratori diretti ai consiglieri, dai capigruppo ai responsabili vari a tutti i livelli, a tutti gli alpini presenti, assenti ed in armi, sicuro di aver voluto con questo mio esonero anticipato - non ho dato le dimissioni, perché ritengo che un alpino non le debba mai dare- sicuro, ripeto, di aver voluto con questo mio esonero anticipato, creare le premesse per una salutare rotazione che dia spazio anche ai giovani per inserirsi nella vita associativa con quello spirito intelligente e innovativo che è la linfa vitale per guardare sereni al futuro. Io, naturalmente, non vado in pensione, la penna non me la toglie nessuno. Io, naturalmente, non mollo, anzi continuerò a camminare con voi sulla strada dell’amore e della solidarietà che è lunga e senza fine. Evviva l’Italia, evviva gli Alpini.”

A questa data, la Sezione conta 30 Gruppi con 4863 soci effettivi e quasi 546 aggregati.
Totale: 5409

 

(segue)