Storie dei nostri veci |
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ANGELO ANTONIAZZI |
Aprile 2005
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Arrivare a 95 anni ed avere ancora la lucidità di raccontare qualche episodio della propria esperienza di guerra e
della propria vita in campagna è certamente un bel traguardo.
Angelo Antoniazzi, classe 1910. penna nera della Julia, iscritto al Gruppo di Colfosco,
che risiede presso la casa di Soggiorno Divina Provvidenza di Santa Lucia di Piave, è l’Alpino più “vecchio” tra i
soci della Sezione ANA di conegliano.
Marco Busetto di Pieve di Soligo ha a stessa età di Angelo Antoniazzi, ma è di qualche mese più giovane.
Ai tutti i veci Alpini, Fiamme Verdi vuole rendere omaggio, ricordando soprattutto quelli che sono andati avanti
e che hanno tracciato col loro esempio la strada da seguire.
Angelo Antoniazzi ha ancora l’aspetto di un giovanotto e nella nuova residenza,
dove abita ormai da una quindicina d’anni, a qualche chilometro dalla sua Colfosco, è benvoluto da tutti. Quando c’è una
cerimonia o quando gli Alpini vengono a portare uno scampolo di allegria agli anziani, lui è lì in prima fila col suo
cappello in testa.
Angelo, lo sa che lei è l’Alpino della Sezione con più anni sulle spalle?
“Ah si? Ne ho tanti di anni, ne ho fatti 95 il 4 di gennaio, ma sto bene. Qui sono trattato bene, è un bel ambiente
e tutti mi salutano. lo qui sono contento”.
Cosa ricorda della sua esperienza di guerra?
“Ormai mi ricordo poco. Ma ho fatto il militare per cinque anni. Sono partito nel 1939 per
il Cadore dove sono stato inquadrato tra gli Alpini. Poi sono stato mandato per quattro o cinque mesi in Francia a
presidiare e poi ancora in Cadore e da lì in Albania. Così per cinque anni. Insomma è stata abbastanza dura”.
E dopo l'8 settembre?
“Dopo l’8 settembre ero in Toscana. Con altri Alpini sono arrivato in camion fino a Bologna e poi ognuno per conto suo.
Un po’ a piedi o con dei passaggi sono arrivato fino a casa”.
A Colfosco Angelo Antoniazzi ha sempre fatto l’agricoltore, prima da fittavolo e poi da piccolo proprietario, lavorando
tutta una vita su quella terra cui è stato sempre legato.
“Avevo il vigneto, campi di granoturco e una stalla di mucche. Mi ricordo quando veniva ucciso il maiale ed era una
grande festa, e quando si allevavano in casa i bachi da seta. Non eravamo ricchi ma c’era tanta umanità”.
Sa Angelo, sono venuto qui con il suo Capogruppo Oliviero Chiesurin pensando di trovare un vecchio Alpino,
invece ho di fronte un giovanotto. Qual è il segreto della sua perenne giovinezza?
“Non faccio nulla di particolare. Mi alzo la mattina alle sei e mezza. Qui mi aiutano a prepararmi e poi scendo per la
colazione: caffelatte con i biscotti. Se capita guardo la televisione altrimenti rimango con gli altri. Poi c’è il
pranzo: primo e secondo tutti i giorni. La sera una minestrina e qualcosa di leggero. Subito dopo a letto”.
E un bicchiere di vino?
“Ogni tanto anche un bicchiere di vino ...quando ce lo danno".
In passato Angelo Antoniazzi custodiva nella Casa Soggiorno la sua bicicletta e di
tanto in tanto si spingeva fino a Colfosco a trovare i vecchi amici. Poi l’età ha consigliato
maggiore prudenza e allora gli Alpini del Gruppo andavano a prenderlo in occasione della festa per il tesseramento o per
l’annuale appuntamento sul Colle della Tombola, per passare qualche ora insieme.
Ora Angelo Antoniazzi si
accontenta delle visite che, di tanto in tanto, il capogruppo Oliviero Chiesurin e altri Alpini di Colfosco compiono
alla Casa Soggiorno. Come a carnevale quando, dopo i crostoli e le frittelle, la direzione ha permesso che le bottiglie
di vino portate dalle penne nere di Colfosco venissero bevute in sana compagnia, per la gioia di tanti anziani.
Quando arrivano gli amici del Gruppo, il Vecio Alpin li attende in una delle salette, con il pullover sempre in
ordine, la camicia stirata, i capelli pettinati e la barba fatta di fresco. Sempre elegante, sempre Alpino, finché Dio
vorrà.
Antonio Menegon
Angelo circondato dall'affetto degli alpini di Colfosco |
Festa di carnevale in casa di soggiorno |