Storie dei nostri veci |
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FERRUCCIO DE NARDO |
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Ferruccio De Nardo è nato a Refrontolo il 22 ottobre 1911.
Era il primo figlio di Antonio, fante della grande guerra, mutilato durante il
conflitto. Per questo venne esentato alla prima chiamata di leva nel 1931.
Fu richiamato nel 1935 prima a Belluno, poi a Tai di Cadore ove con l'incarico
di fuciliere fu inserito nella 96° compagnia del Battaglione Pieve di Cadore
7° Reggimento Alpini Divisione Punteria. Congedato provvisoriamente alla fine
del 1936, fu nuovamente richiamato alla fine del 1939 nel ricostituito
Battaglione "Val Piave". Nel giugno del 1940 partecipò alla campagna
lampo contro la Francia, nel Fronte Occidentale. Di quei giorni ricorda il
tragitto fatto marciando nei pressi del Gran Paradiso sino all'attraversamento
dei ghiacciai del Monte Bianco.
"Una mattina prima del cessate il fuoco, dice il nostro Ferruccio De Nardo,
parecchi dei nostri, recatesi a valle per rinfrescarsi vicino ad un corso d'
acqua, morirono o furono feriti, dilaniati dai colpi di mortaio dei
francesi".
Nell'autunno del 1940 ritornò a casa e il 17 maggio 1941, sposò la signorina
Balbinot Gina. Nel 1943 venne per l'ultima volta richiamato come riservista, di
guardia nel presidio di Tai di Cadore, precisamente alla diga di Sottocastello.
L'8 settembre 1943 fu mandato assieme ad altri a Castelfranco ove nella
confusione generale rimase qualche giorno senza sapere quale fosse il suo
destino. Finalmente, concesso il nullaosta, tornò alla sua amata Refrontolo,
mantenendo comunque per diversi mesi in sé il timore d' esser preso durante i
vari rastrellamenti nazifascismi.
Finita la guerra si stabilì a Santa Lucia di Piave con la sua famiglia. Svolse
con proficuo impegno la professione di commerciante. Nel 1958 assieme a
Egilberto Fossaluzza, al Dottor Giuseppe Ariberto Messina, Mansueto Ghin,
Giuseppe Ciprian, Giuseppe Tonon, Olindo Minet, Maurizio Bariviera, diede vita
al Gruppo Santa Lucia. Partecipò con entusiasmo alla crescita sociale della
nostra entità alpina santalucese. Sempre prodigo e generoso verso il Gruppo,
ancora oggi,
quasi novantenne, è presente in alcuni frangenti di vita alpina. Il suo
carattere buono e affabile lo porta ad accogliere ogni cosa con il sorriso sulle
labbra e ad ammirare ed incoraggiare le nuove leve della nostra associazione.
Della guerra, oltre ai caduti, ricorda lo strazio e l'angoscia della madre
Berta, con cinque figli coinvolti negli eventi bellici. "In quegli anni,
dice ancora il nostro
Ferruccio, oltre a me nei vari fronti erano impegnati Agostino classe 1914
artigliere, Rodolfo classe 1918 alpino, Egidio classe 1920 artigliere e Mario
classe 1923 bersagliere. Per fortuna tornammo tutti".
Nel 1994 è stato premiato con una medaglia d' oro e un attestato di benemerenza
dal Gruppo.
Renzo Sossai, 2000